Lo storico piano di pace di Trump per la Palestina e la capitolazione di Israele

10/10/2025

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di Cesare Sacchetti

A Gaza, i bambini festeggiano e gridano di gioia.

Per la prima volta dal 7 ottobre del 2023, il popolo palestinese ha di fronte a sé un futuro che non sia quello di morte e distruzione che Israele gli ha inferto da due anni a questa parte.

Iniziò tutto con l’attacco da parte delle milizie di Hamas che ormai può considerarsi a tutti gli effetti come parte di un piano di Israele per iniziare la sua genocida campagna contro Gaza e annettersi i territori della Striscia.

A rivelarlo sono stati diversi militari israeliani che hanno confermato come ricevettero l’ordine da parte del proprio comando di non intervenire contro Hamas, e di lasciar passare le milizie che dovevano invadere quei confini tra i più sorvegliati al mondo.

Hamas “piomba” su Israele con i suoi parapendii

L’esercito israeliano non solo non oppose alcuna resistenza ad Hamas, ma i suoi stessi membri piuttosto che difendere la vita dei comuni cittadini israeliani, aprirono il fuoco contro di essi.

Le forze armate israeliane avevano l’ordine non di proteggere i civili, ma di sparare contro di essi.

Il governo di Benjamin Netanyahu voleva che gli israeliani versassero il loro tributo di sangue per consentire al suo partito di mettersi sulle tracce del folle piano imperialista che il sionismo messianico rincorre da molto tempo, che altro non è che la famigerata Grande Israele.

A rivelarlo molti anni addietro, nel 1990, di fronte al consesso delle Nazioni Unite fu l’ex leader dell’OLP, Yasser Arafat, che mostrò che il disegno di questo impero israeliano che si estendeva per larghissime parti del Medio Oriente, era persino presente sulle monete e sulle divise dell’esercito di Israele.

Israele già allora inseguiva il suo impero nella spasmodica attesa del suo moshiach, una figura carismatica che secondo il sionismo un giorno guiderà lo stato di Israele verso il dominio del mondo.

Ad attendere questa figura sono molte sette sioniste, tra le quali la famigerata Chabad Lubavitch, che ha sussurrato all’orecchio di molti presidenti degli Stati Uniti e soprattutto a quello di Netanyahu che già da giovane aveva un rapporto molto stretto con il suo storico leader, il rabbino Menachem Schneerson.

Menachem Schneerson

Schneerson disse prima di morire che dopo il governo di Netanyahu ci sarebbe stata l’attesa manifestazione del moshiach, perché il rabbino sapeva che il premier israeliano avrebbe cercato sin dal suo esordio nella politica israeliana nel 1995 di estendere i confini di Israele e di portarli verso l’annessione di Gaza, della Giordania, del Libano, di parti dell’Egitto e persino dell’Arabia Saudita.

La corsa di Bibi al potere fu spianata dalla morte di un altro leader israeliano, il sionista progressista, Yitzhak Rabin, ucciso nel 1995 da un esponente del sionismo messianico a detta di diverse fonti israeliane sostenuto dall’intelligence israeliana della Shabak.

La morte di Rabin permette la nascita di Netanyahu che sin da quell’istante aveva già chiaro qual era il suo fine ultimo.

Israele doveva far nascere il suo impero, e poco importa se ciò sarebbe costato la vita a diversi israeliani non molto appassionati da questa filosofia messianica, e soprattutto poco importa se a pagare il prezzo sarebbero stati i morti americani dell’11 settembre e quelli delle guerre scatenate dai guerrafondai sionisti neocon che dominavano l’amministrazione Bush.

Nessuna vita viene risparmiata da questo manipolo di pericolosi esponenti del sionismo messianico che hanno continuato a seminare caos e morte nel Medio Oriente anche negli anni successivi attraverso la creazione dell’ISIS, più che un gruppo terroristico, un vero e proprio brand di tagliagole sostenuti sin dall’inizio dalle monarchie del Golfo, all’epoca ancora vicine a Israele, e ovviamente dalla stessa Israele che si è servita di tali barbari assassini per colpire tutti coloro che erano contrati all’imperialismo israeliano.

La fine della supremazia sionista: l’epoca di Trump

A mettere fine a questa continuità e a questa politica del caos permanente è stato Donald Trump.

Sin dai primi passi della sua parabola politica, il presidente degli Stati Uniti si è trovato a dover fare i conti con la potente rete sionista che già nel 1963 aveva deciso di eliminare il presidente Kennedy per la sua ferma opposizione al programma nucleare israeliano che costituiva, e costituisce, una grave minaccia per la pace in tutto il Medio Oriente.

Il tributo pagato da JFK è stato elevatissimo.

Il presidente fu ucciso sulla Dealey Plaza di Dallas per permettere al suo vicepresidente Lyndon Johnson, partecipe della cospirazione criminale, di salire al potere e di dare mano libera a Israele di procedere con il suo programma nucleare e di annettere parti degli Stati arabi limitrofi, come le alture del Golan, tuttora illegalmente occupate dallo stato ebraico dopo la famigerata guerra dei 6 giorni del 1967.

Lyndon Johnson

Talmente profonda era la sottomissione di Johnson a Israele che quando questa attaccò, sempre in quell’anno, una nave americana, la USS Liberty, il presidente non mosse un dito contro l’”alleato” degli Stati Uniti, e continuò fino alla fine del suo mandato ad assicurare il suo pieno sostegno allo stato di Israele.

Trump doveva recidere ognuno dei fili che legavano gli Stati Uniti ad Israele, ma ha saputo farlo con abilità, astuzia e sagacia, conscio che l’intero apparato mediatico è saldamente nelle mani della rete sionista.

Se a parole ci sono state generiche dichiarazioni di “amicizia” nei riguardi di Tel Aviv, nei fatti a poco a poco Trump ha tolto allo stato ebraico l’ombrello militare americano già a partire dal primo ritiro delle truppe americane in Siria nel 2019, fino a proseguire l’opera negli anni del suo secondo, o terzo come dice lo stesso Trump, mandato.

Il presidente degli Stati Uniti in questo suo mandato ha messo fuori dalla porta l’AIPAC, la potentissima lobby filo-israeliana che ha deciso per decenni la politica estera di Washington, e tagliato i ponti con i ricchissimi coniugi Adelson, storici finanziatori sionisti del partito repubblicano che si sono visti ignorati dal presidente che ha messo al primo posto gli interessi americani e non quelli dello stato ebraico.

A Tel Aviv, erano, e sono, a dir poco furenti.

Se a parole Trump fa qualche dichiarazione di sostegno a Israele, nei fatti c’è una politica estera che non va per nulla nella direzione di Israele, ma piuttosto verso quella dei Paesi arabi.

Trump sta mettendo in atto quello che volle e non poté fare JFK.

Kennedy voleva inaugurare un nuovo corso di politica estera molto più vicino al mondo arabo perché gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a sobillare le tensioni con i Paesi islamici, ma gli fu, come visto, impedito.

Trump ha ripreso in mano il filo di Arianna di JFK.

Washington sta assumendo una dimensione chiaramente più favorevole al mondo arabo, e il primo importantissimo segnale lo si è avuto nella scorsa primavera quando il presidente si recò a marzo in Medio Oriente, senza fermarsi a Tel Aviv, e condannò tutta la politica estera dei falchi sionisti neocon che affermavano di voler “esportare la democrazia” nei Paesi arabi, quando in realtà il sionismo voleva soltanto esportare la dottrina del regime change per togliere di mezzo i governi considerati avversari da Israele.

L’accordo di pace in Palestina è il completamento di questo cammino e la capitolazione di Israele.

Israele due anni orsono aveva tentato il tutto per tutto attraverso il false flag del 7 ottobre del 2023 nella disperata ricerca della agognata Grande Israele, ma è evidente che è mancato il sostegno di Washington per giungere a tale proposito, e lo stato ebraico senza l’America è meno di una tigre di carta.

Nulla può fare per soverchiare le forze armate o le milizie dei Paesi vicini, e se né è avuta, ancora una volta, una conferma quando Tel Aviv invase il Libano nel 2024 per raccogliere soltanto umiliazioni dai miliziani ben addestrati di Hezbollah, fino all’altra folle campagna di bombardamenti contro l’Iran, culminata in una pioggia di missili balistici iraniani che hanno superato senza sforzo il colabrodo della contraerea israeliana, sempre più a secco da quando gli Stati Uniti hanno interrotto i rifornimenti.

Trump è stato molto chiaro verso Israele. “Non potete vincere contro il mondo intero”, e questo è un messaggio netto e inequivocabile verso il sionismo che il presidente considera chiaramente come una minaccia verso gli Stati Uniti ma anche per il mondo intero, perché, in tale filosofia, come ha spiegato uno dei suoi esponenti, il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, chi è ebreo appartiene al “popolo eletto”, e chi non lo è, è una sorta di essere inferiore, o un goy se si vuole ricorrere alla terminologia talmudica.

A poco a poco, con sapienza e astuzia, Donald Trump ha smontato l’apparato della potente rete sionista, e ora si appresta a completare attraverso un altro storico viaggio in Medio Oriente nel quale suggellerà la pace raggiunta.

Israele così capitola.

Nella notte, e dopo diversi rinvii per temporeggiare un po’, accetta finalmente il piano di pace che prevede il ritiro delle sue truppe, la costituzione di una sorta di tecnocrazia temporanea presieduta da Trump che si incaricherà di governare la Palestina in previsione futura della costituzione di una entità statuale che il presidente ora non vuole mettere subito sul tavolo, ma che già ventilò anni addietro.

Muore anche l’opposizione controllata di Hamas che Israele aveva costruito accuratamente nel corso degli ultimi 30 anni, poiché i miliziani dovranno abbandonare Gaza, e ora si apre un vuoto politico in Palestina che sarà riempito probabilmente da qualcosa di non gradito allo stato ebraico.

Israele verso la resa dei conti interna?

Nelle aule del governo israeliano, l’atmosfera è quindi inevitabilmente depressa. I volti dei ministri e dei vari ufficiali governativi sono a dir poco terrei, e prima della ratifica dell’accordo, ci sono stati durissimi scontri in seno al gabinetto di Netanyahu.

Il citato ministro Smotrich aveva fatto sapere di essere contro il piano di pace, e assieme a lui si è unito un altro pericoloso esponente del sionismo messianico come il ministro della Sicurezza Nazionale, Ben Gvir, che soltanto due giorni prima si era recato alla moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme per recitare i versi del Talmud nella ennesima provocazione verso quel luogo, dove il sionismo vorrebbe ricostruire il suo Terzo Tempio, il posto nel quale un giorno dovrebbe entrare il tanto atteso, da costoro, moshiach.

A sinistra, Ben Gvir, a destra Smotrich

Ben Gvir ha chiaramente detto che se Hamas non verrà smantellata, sarà lui a smantellare il governo, una metafora per dire che se l’esecutivo israeliano non è più in grado di far nascere la Grande Israele, l’esperienza governativa può considerarsi quindi conclusa.

Il governo Netanyahu, già privo della maggioranza assoluta nella Knesset, si avvia dunque con ogni probabilità alla conclusione.

Appare difficile decifrare ora il futuro della politica israeliana perché le fratture e soprattutto le faide sono molte, e in questo momento i vari partiti non sembrano avere un’idea chiara su quale corso deve seguire lo stato ebraico.

I sionisti messianici sono ancora furenti e divisi tra di loro perché il presidente Trump ha messo il veto sulla Grande Israele e fatto fallire il piano espansionista di Israele.

Le opposizioni centriste e progressiste sembrano voler voltare pagina, ma non è esattamente chiaro se saranno in grado di vincere le future elezioni e di governare il Paese, ma soprattutto non è chiaro se sapranno trovare un compromesso invece con il Likud e gli altri partiti del sionismo radicale.

Il malessere scorre profondo nella società israeliana.

La convivenza tra il talmudismo religioso e il sionismo secolare appare sempre più complicata, e alla fine sembra che i sogni di gloria che inseguiva il Likud si stiano per infrangere contro il muro di una guerra civile, che sotto certi aspetti è già in essere da diverso tempo, attraverso la manifestazione di strani attentati e sparatorie contro i civili israeliani, nemmeno rivendicate da nessuna presunta sigla terroristica.

Israele si ritrova al punto nel quale l’aveva lasciata Rabin prima della sua morte.

Divisa e incapace di trovare un accordo sul futuro e sul cammino da seguire.

Se lo stato ebraico vorrà avere qualche possibilità di vivere in un secolo ormai non più propriamente ebraico e sionista, a differenza del XX, dovrà guardarsi dentro e considerare la natura di uno stato che sin dalla sua creazione è stata una entità di destabilizzazione per il Medio Oriente e il mondo intero.

Il futuro saprà dare delle risposte più certe su quale direzione prenderà lo stato ebraico concepito da Theodor Herzl, ma intanto non si può fare a meno di notare una evidenza incontrovertibile.

Il sionismo ha esaurito il suo potere. Il sionismo non domina più gli Stati Uniti e la politica internazionale.

Il multipolarismo ha creato una dimensione nuova, nella quale non c’è più la supremazia degli imperi ma piuttosto la parità tra gli Stati nazionali.

Se Israele non saprà adattarsi a questa nuova realtà, difficilmente supererà la prova del XXI secolo.

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34 Commenti

  1. marco lobba

    Niente Nobel per Trump(era scontato che non lo prendesse Davos non da nobel ai propri avversari) , ma alla Machado una specie di Guaido’ al femminile venezuelana, tu cosa ne pensi al riguardo, perche’ il nobel proprio a lei?

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    • La Cruna dell'Ago

      Salve Marco, ormai il Nobel è soltanto uno strumento di propaganda della governance globale.

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      • Gaetano

        Sempre un ottimo dott. Sacchetti con articoli pertinenti e fuori dal coro. Nel parafrasare le note di un noto successo musicale di Raf :” cosa restera’ dei vari corifei del sionisno ultra liberista alla Mentana , alla Vespa , alla Ferrara o dei super esperti dei salotti del mean stream alla Fabbri. Trump ha messo in ridicolo anche ( e per fotuna ) la paterica “flottiglia sorosiana ” con tutti i suoi accoliti capeggiati da un’improponibile Greta Thumberg . Per non parlare della disfatta di un imbarazzante Landini che ha riproposto un rigurgito di odio sociale in salsa tangentopoli.
        Intanto , alla dimane della disfatta della troika europea ai vari Salvini , Meloni, Calenda e Renzi non resta altro che agitare la babolina vodoo di Tony Blair.
        Le do’ perfettamente ragione Dott. Sacchetti nell’asserire che la caduta della comunita’ europea sara’ necessariamente la conditio sine qua no per la paligenesi politica e sociale del paese ( il nostro) orami anagraficamente troppo senile, fuori dal tempo , pieno di grevi pulsioni umurali e tremendamente gnostico.
        Continui cosi’, ha tutta la piena ammirazione di noi lettori.

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    • La Cruna dell'Ago

      Sono soltanto figurine dell’establishment messe lì da Trump per dare un contentino al sistema. Ciò che conta è che è Trump a dirigere la musica. Gli altri sono appunto comprimari che eseguono le sue direttive.

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      • Nightwing mode

        se Netanyahu è un fanatico psicopatico, come ha dimostrato attuando lo sterminio sistematico pluridecennale dei palestinesi, come è stato convinto da Trump così facilmente? Non ti sorge qualche dubbio che il “contentino” sia molto più consistente di una presenza al tavolo dei negoziati? Trump vuole condurre le danze ma ad un prezzo forse troppo alto per il medio oriente; la sua prossima partita sarà congelare la guerra in Ucraina, ma deve ancora capire come fermare l’attacco all’Iran da parte dello psicopatico di cui sopra

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        • La Cruna dell'Ago

          Non è stato convinto “facilmente”. Trump ci ha messo diversi mesi per neutralizzare la mina vagante israeliana che minacciava in continuazione di usare il nucleare. È proprio lì che probabilmente Trump è riuscito a intervenire.

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  2. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. La tua visione è grandiosa e promettente. Prego il vero Dio che ciò che affermi possa essere una realtà duratura nel tempo. In ogni caso, il mio cuore si sente a disagio ogni volta che sento o leggo notizie su questi satrapi che si percepiscono come SCELTI. Grazie per il tuo costante lavoro per salvare quelle verità che vengono spesso rapite e mascherate, così che la confusione regni nella mente dei cittadini comuni (che si nutrono solo di reti sociali e della stampa bastarda) Da Mendoza, Argentina, dove stiamo soffrendo una vera tragicommedia politica, sostenuta da coloro che si persepiscono come “presceltie” (che ci stanno invadendo), ti saluto con rispetto e stima.

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  3. Mariella Cannarozzo

    Che soddisfazione, che gaudio nel leggere notizie così liete.
    Finalmente dopo secoli oscuri il male stà per ritornare nelle tenebre da dove è arrivato!
    Mr. President Trump, grazie!
    Grazie Cesare

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  4. karinogle

    Cesare, anche gli stati nazionali europei si riprenderanno? O saranno persi a causa della conquista dell’immigrazione musulmana?

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    • La Cruna dell'Ago

      Salve Kari, penso che ce la faranno, ma prima deve crollare l’Unione europea.

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      • Vincenzo.Canada

        Caro Sign.Cesare vi scrivo in risposta il mio insignificante pensiero perché ,non riesco a commentare e ne ad iscrivermi.Chiedo venia.Quoto tutto l’articolo tranne dove scrivete ,….Hamas= creature Zion….,Penso che la giusta narrativa dovrebbe essere ,…Infiltrato infiltrato da Zion ,ma non creato.Se ricordate i cercapersona fatti esplodere in Libano nessuno ha detto come è da chi furono distribuiti ma tutti riportarono la notizia. Il distributore libanese era un ‘inflirtato .Esplosero solo quelli di Ezobhalla e neanche uno dato a vigilantes cristiani e maroniti.Ebbe il tempo di modificarli e distribuirli ,con selezione omicida e ,a fatto compiuto è scomparso.Io risiedo a Toronto e per natura commerciale frequento gli Ebrei..Tre giorni prima che Trump parlasse di pace ,loro mi mostrarono già i presupposti di accordo e la notizia del rilascio ostaggi e non è la prima volta che hanno avuto notizie anticipate.Questo per farvi capire quanto è interattivo l’asse Usa-Zion.Buona giornata.

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        • La Cruna dell'Ago

          Il fatto che sapessero i termini dell’accordo di pace non vuol dire che il sionismo li condivida. Tutt’altro. Stanno facendo di tutto per mandare a monte l’accordo. Israele non voleva l’accordo. Trump glielo ha imposto.

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  5. Zerodosato

    Buongiorno,

    non sono così ottimista. Ciò che Trump chiama pace è solo una tregua, che Netanyahu deve accettare perché l’IDF è stato impiegato in (credo) otto fronti quasi contemporaneamente. Il continuo impiego della riserva danneggiava l’economia, essendo la riserva composta da impiegati dell’Hi-Tech israeliano.
    Il piano di stabilizzazione è uguale al progetto di una nuova Monte Carlo presentato ad inizio anno, solo che nella versione attuale si accetta una popolazione palestinese presente che possa ricostruire a basso costo.
    Smotrich e Ben Gvir che desiderano la pulizia etnica sono rimasti delusi, comunque molti palestinesi cercheranno di emigrare, Gaza è distrutta e inabitabile, i rimanenti vivranno in campi profughi. Israele ha riannesso Gaza, come prima del 2005. E presto procederà con la Cisgiordania.
    Non ritengo che Blair e Kushner siano fantocci e con questi nomi di mezzo non ci si poteva aspettare molto.

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    • La Cruna dell'Ago

      Al solito, tocca smentire le informazioni false che dai. I palestinesi stanno rientrando in massa, e quindi Gaza verrà ripopolata. Sul tavolo ci sono decine di milioni di dollari per la ricostruzione, quindi la città risorgerà presto. Israele non potrà annettere nulla anche perché il governo Netanyahu è allo stato terminale, soprattutto per le opposizioni di Smotrich e Ben Gvir. Blair e Kushner sono due figuranti che non contano nulla. È Trump che dirige questa iniziativa. È lui al comando.

      Rispondi
      • Zerodosato

        I Palestinesi sono rimasti nella Striscia di Gaza perché non hanno mai potuto abbandonarla; stanno tornando per vedere cosa rimane delle loro abitazioni senza correre il rischio di essere uccisi. Il 90% di loro non troverà più nulla.
        Infine, purtroppo, Kushner è stato l’inviato che ha trattato in Medio Oriente per la definizione degli Accordi di Abramo, ovvero il rinoscimento pieno di Israele da parte dei Paesi del Golfo.

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        • La Cruna dell'Ago

          Kushner è soltanto una comparsa. Non ha deciso nulla riguardo all’accordo di pace che Israele non voleva in nessun modo. Gaza verrà ricostruita. Fu ricostruita Dresda. Verrà ricostruita anche Gaza.

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  6. Esdra

    La realtà è molto più cruda dei desideri di un bravo giornalista speranzoso.
    Trump è stato salvato dal fallimento da un miliardario sionista che aveva pagato anche i democratici. Le finanziarie mondialiste finanziano tutti i politici dell’ Occidente collettivo. C’è una frattura tra i globalisti alla Soros e quelli messianici anticristici. Ma potrebbero anche recitare una commedia per lasciarci delle illusioni. Irlmaier previde la morte di due uomini importanti a tradimento prima dell’ inizio della Terza Guerra Mondiale.
    Quando diranno Pace e sicurezza, allora li coglierà la rovina. Estote parati.

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    • La Cruna dell'Ago

      Il fantomatico salvataggio dei Rothschild da parte di Trump è una bufala che circola da anni, smentita più volte. Trump non è stato salvato da nessuno. Il suo impero immobiliare è stato ed è uno dei più fiorenti negli Stati Uniti. Il problema è che ci sono persone che vogliono fare i giornalisti e non lo sono, e che pensano di avere una chiave di lettura privilegiata che ovviamente non hanno. Trump ha dimostrato che non appartiene nè alla corrente del globalismo sorosiano tantomeno a quella sionista da lui praticamente ridotta all’impotenza. La realtà è questa, e i fatti, l’unica cosa che conta, ribadiscono questo.

      Rispondi
      • Zerodosato

        Le società di Trump hanno subito sei fallimenti. Non fosse stato molto “amico” di certi agenti del FBI avrebbe avuto guai peggiori.
        Anche oggi Trump ha debiti sparsi per il mondo.

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        • La Cruna dell'Ago

          Assolutamente falso. I suoi affari non sono mai andati così meglio. Soltanto con le cause si sta portando anche a casa decine di milioni di dollari. Falsa anche la storia dell’FBI. Trump è sempre stato in regola con il fisco e lo ha sempre dimostrato. Direi che può bastare con le notizie false che raccogli nei vari canali della falsa controinformazione..

          Rispondi
  7. Orpall

    Se non ho capito male, tutta l’operazione e’ servita a rimodernare la Striscia, demolendo le vecchie case e sostituendole con nuovi appartamenti che verranno assegnati ai palestinesi, gratis perché non hanno piu’ soldi. In attesa della ricostruzione, alloggeranno nelle tende. Mi sa che ho capito male.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      No, l’operazione serviva ad abbattere le case dei palestinesi per far posto ai coloni israeliani. Operazione fallita grazie a Trump

      Rispondi
  8. sognoblu

    Complimenti,hai scritto un capolavoro.
    Trump ha imposto la pace a israele.
    A 36 km dalla costa di gaza c’e un enorme giacimento di gas 28miliardi di metri cubi,GAZA MARINE
    La vera causa della guerra,
    e l’occupazione di israele a gaza e’ il giacimento di gas.
    Gaza Marine

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Se intendi dire che gli Stati Uniti volevano il gas, sei molto fuori strada perché gli USA abbondano di gas naturale. Non hanno certo bisogno di andare a Gaza ad estrarlo, e, tra l’altro, Trump non ha mai fatto politiche predatorie di questo tipo.

      Rispondi
  9. Frank

    RAND_RR3063.pdf

    Rispondi
  10. Stefano

    Sbaglierò io ma mi sa tanto che i bombardamenti a Gaza ancora continuano quindi a cosa serve il trattato di pace imposto da Trump. Che poi diciamocela tutta non è un trattato definitivo ma solo una tregua temporanea. Il discorso di Trump della “pace eterna” era pura propaganda. Solo uno stolto può pensare che il sistema crolli in pochi anni dopo che da secoli sono infiltrati nel mondo, non mi riferisco solo a Israele ma anche alle famiglie askenazite tipo Rothschild Rockefeller ecc. Israele può capitolare solamente spazzandolo via dalla faccia della terra altrimenti creerà sempre problemi. Da lì si evince che l’anti sionismo i brics e la fine del NWO è solo fuffa. Basta guardare pure come siamo combinati in Europa andiamo guardiamo in faccia la realtà e soprattutto bisogna discernere codesta da quelli che sono solo auspici di vivere in un mondo migliore che rimarranno solo tali. Ma già leggendo tutte queste cazzate dei suoi articoli si deduce questo e uno che disse pure che Netanyahu era morto o in stato di morte clinica o col tumore alla prostata mentre è di fatto ancora vivo e vegeto dal momento che ha fatto il presunto accordo con Trump, da lì si vede l’attendibilità di ciò che lei asserisce e ha asserito fin’ora. Inoltre nonostante ci sia un mandato d’arresto internazionale che ha accusato Neta di genocidio nessuno ha il fegato di arrestarlo e questo la dice lunga. Saluti

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      I bombardamenti a Gaza non ci sono praticamente più rispetto a prima. Israele ora ha preso di mira il Libano. Quindi sì, si sbaglia. Da questa prima sua sciocchezza decade poi tutto il resto di cazzate, quelle le racconterà lei, riguardo al fatto che il mondo multipolare dei BRICS siano solo “fuffa”. Si vede chiaramente che lei è ignorante e molto approssimativo, già a partire dal fatto che ignora, o finge di ignorare, il fatto che i BRICS stanno mettendo fine alla supremazia del dollaro, al colonialismo francese in Africa e al potere dell’anglosfera, circostanze impensabili soltanto fino a 20 anni. Per ciò che riguarda Netanyahu, è stata la stessa Israele a dire che aveva un tumore alla prostata, non io. Nei mesi precedenti, non si vedeva più. Non sa nemmeno leggere con attenzione. Ora può andare, a non rivederci…

      Rispondi
  11. Stefano

    Guardi che i brics portano avanti lo stesso programma di transizione ecologica, intelligenza artificiale e moneta digitale esattamente come l’anglosfera e entro il 2027 ce l’avremo tutti e l’esperimento sta partendo dall’America latina con l’abolizione del contante. Se lei infatti ha memoria il reset dell’Anglosfera portava al crollo del dollaro e dell’economia mondiale con la fine del contante, e i brics vogliono fare lo stesso cioè dedollarizzazione. Forse non lo sa oppure finge di non saperlo Inoltre Trump diceva pure di eliminare le scie chimiche dagli Stati Uniti e ancora siamo in attesa che si compiano questi suoi miracoli..

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      I BRICS non portano avanti la transizione “ecologica” perché nessuno di loro sta abbandonando gli idrocarburi per far posto all’elettrico o alle rinnovabili, tantomeno stanno abolendo il contante. In Russia, e negli altri Paesi BRICS, si usa il contante senza problemi. Questo accade perché lei va nei canali spazzatura della falsa controinformazione, legge le loro montature e la loro disinformazione, e poi viene qui convinto di essere “informato” quando in realtà sa soltanto i depistaggi che legge su quei canali. Sulle scie chimiche, la musica non cambia. Negli USA stanno approvando leggi per proibirle, ma anche lì lei non lo sa perché si disinforma nei citati canali spazzatura.

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