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Cesare Sacchetti

L’ex ambasciatrice americana all’Onu di Obama:”i russi hanno influenzato le elezioni italiane”

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Categorie: Deep state

07/03/2018

di Cesare Sacchetti

Sta diventando ormai un appuntamento ricorrente. Se l’esito che esce dalle urne delle elezioni dei paesi occidentali non soddisfa il mainstream o gli esponenti del pensiero globalista, la spiegazione è da individuarsi in una ingerenza esterna, e ancora una volta sul banco degli imputati c’è lui: Vladimir Putin.

Non poteva mancare anche in quest’occasione una presunta influenza decisiva del Cremlino sulle elezioni italiane, e a sostenerlo è l’ex ambasciatrice americana all’ONU, Samantha Power, nominata dall’amministrazione Obama che in un tweet si è espressa sul risultato delle elezioni italiane che si aggiungono alla lista di quelle “influenzate dalla Russia”.

Le prove? Stanno tutte in un’inchiesta de El Pais intitolata “Come i network di informazione russi hanno operato per incrementare l’estrema destra in Italia”, che si fonda su un’analisi dei post critici nei confronti dell’immigrazione di massa condivisi da molti utenti sui social network, come Facebook e Twitter.

Il quotidiano spagnolo ha “scoperto” che molti di questi post sono articoli realizzati da Sputnik Italia, il network di informazione russo in lingua italiana, e tanto basta per reggere l’equazione che sia stato il Cremlino a “diffondere una falsa immagine dell’Italia”.

Per El Pais, lo scenario dell’Italia “invasa dai rifugiati, responsabili della disoccupazione e dell’inflazione” non è uno scenario reale, ma il frutto appunto di una distorta rappresentazione che Sputnik avrebbe fatto del Paese. Intanto, sarebbe opportuno informare i giornalisti del Pais che in Italia non c’è un problema di inflazione, piuttosto di deflazione ferma allo 0,59% come riportano i dati ufficiali dell’OCSE.

A parte questo, le accuse del quotidiano spagnolo appaiono surreali perchè tra gli articoli accusati di aver descritto uno scenario irrealistico della situazione migratoria in Italia, non ci sono altro che degli studi realizzati da gruppi di ricerca italiani, non russi.

Un esempio su tutti: l’articolo di Sputnik intitolato “Nel 2065 quota immigrati in Italia potrebbe superare il 40% della popolazione totale” cita semplicemente l’analisi sulla composizione demografica dell’Italia nei prossimi decenni realizzata dal Centro Studi Machiavelli, un think-tank composto da ricercatori italiani, come Daniele Scalea.

Si dovrebbe dedurre pertanto che il Cremlino sia il deus ex machina che abbia indotto i ricercatori italiani a partorire uno studio fondato su dei dati statistici oggettivi?

Il quotidiano spagnolo trascura o ignora volutamente tutto questo e considera responsabile piuttosto Sputnik “della radicalizzazione del dibattito pubblico sulla crisi migratoria”, per il semplice fatto che dopo l’americano Huffington Post, il quotidiano russo è secondo in Italia per influenza tra i media stranieri.

Non si comprende perchè mai invece l’influenza di segno opposto dell’Huffington Post, quotidiano di orientamento progressista, invece non venga minimamente presa in considerazione, ma per smontare il ragionamento del Pais è sufficiente citare uno tra i molti articoli dei media mainstream sull’emergenza migranti.

Tra questi c’è l’articolo del Corriere della Sera sull’affollamento dei migranti alla stazione centrale di Milano, oppure quello de La Stampa, intitolato “Boom di sbarchi, scatta l’emergenza” del luglio scorso.  Anche i media italiani mainstream sono stati influenzati da Mosca per rappresentare un’emergenza migranti che in realtà non esiste?

Ma tutto questo evidentemente non serve per distogliere i giornalisti spagnoli dalla loro tesi; il problema non è un’emergenza reale di flussi migratori che sta destabilizzando l’Italia, come denunciato anche dal procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro – anche lui controllato da Mosca? – ma di nuovo Sputnik “attore chiave nella strategia di destabilizzazione italiana”.

Stranamente l’inchiesta del Pais non tiene minimamente in considerazione le influenze reali di segno opposto, come quella della macchina di propaganda di George Soros, finanziatore del Poynter Institute for Media Studies, il gruppo che ha siglato una partnership con Facebook per verificare quali siano le notizie vere o false pubblicate sul popolare social network.

Non è questa forse una notevole influenza sui contenuti pubblicati su internet? Evidentemente per il quotidiano spagnolo gli elettori italiani non sono capaci di farsi autonomamente un’opinione propria che vada anche al di là delle diverse influenze mediatiche di segno opposto. Se gli elettori votano secondo la propria coscienza e il risultato non piace al mainstream mediatico, la colpa non potrà che essere di Mosca.

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