Le guerre in Ucraina e in Israele e lo smantellamento del Nuovo Ordine Mondiale

20/06/2025

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di Cesare Sacchetti

Nei giorni passati, non hanno suonato soltanto le sirene degli allarmi aerei di Israele, ma anche quelle degli organi di stampa.

La carta stampata angloamericana è impegnata difatti dall’inizio della guerra israelo-iraniana in una vera e propria opera di destabilizzazione dell’opinione pubblica internazionale attraverso la creazione di falsi scenari di ingresso in guerra degli Stati Uniti a fianco di Israele contro Teheran.

A reggere le fila di tale campagna terroristica sono principalmente i media americani tra i quali sono impegnati in particolar modo Axios, la solita CNN, il New York Post, il Washington Post e il Wall Street Journal.

Proprio quest’ultimo l’altro ieri ha rullato i tamburi di guerra al posto del presidente Trump che avrebbe approvato “privatamente” un piano di attacco contro l’Iran, ipotesi smentita ieri dallo stesso Trump.

La falsa velina del Wall Street Journal

La guerra dunque ridotta ad affare privato e non più pubblico, ma tale assurdità si spiega attraverso il semplice fatto che questi quotidiani fabbricano dal nulla delle situazioni e degli scenari per assecondare la loro agenda, e non fare della cronaca, esercizio ormai estintosi molto tempo fa nella stampa internazionale.

Si segue più o meno sempre lo stesso modus operandi.

Si scrive che qualche ufficiale governativo ha detto a questo o quel giornale che Trump ha preso la decisione di entrare in guerra, e non ci si premura nemmeno di smentirlo come accaduto lo scorso mercoledì, quando tutti gli organi di stampa Occidentali annunciavano l’imminente ingresso in guerra americano attraverso un annuncio del presidente Trump che ovviamente non c’è stato.

Sono loro i veri guerrafondai all’opera in queste ore.

Sono loro che vogliono una guerra mondiale per trascinare il mondo verso l’abisso e giungere così a quella catastrofica crisi internazionale in grado di abbattere finalmente le vestigia degli Stati nazionali.

Ad affiancare tali guerrafondai ci sono i falsi giornalisti o media alternativi che sono impegnati ormai notte e giorno nel veicolare il depistaggio di Trump “sionista” e che oggi stanno sperando ardentemente che il mondo vada in malora pur di non essere sbugiardati per l’ennesima volta.

Il globalismo alla ricerca della guerra mondiale

A dare un saggio di come comunque fosse questa l’intenzione della piramide del mondialismo è stata qualche tempo fa Hillary Clinton.

Durante la sua campagna per le presidenziali del 2016, la Clinton scriveva un tweet inequivocabile nel quale affermava che se il presidente degli Stati Uniti dà l’ordine di utilizzare le armi nucleari, allora in quel preciso istante, la catena di comando che si trova sotto di lui, non si può rifiutare di eseguire l’ordine.

Il famigerato tweet di Hillary Clinton

Nessuno aveva chiesto alla Clinton nulla.

A parlare di quell’argomento dal nulla fu lei , a dimostrazione che i referenti dietro questa figura stavano già prendendo in considerazione tale ipotesi per piegare finalmente la Russia e costruire così il tanto agognato moloch mondiale.

Sono tali personaggi che sono alla spasmodica ricerca della strategia del caos spiegata da Albert Pike a Giuseppe Mazzini poiché soltanto essa è in grado di far nascere la repubblica universale massonica che tali personaggi vogliono a tutti i costi.

Agli occhi di questi poteri, Israele oggi è un’altra opportunità per la decaduta governance mondiale di trascinare ancora una volta il mondo sull’orlo dell’abisso e sperare così di resuscitare il fallito piano del Grande Reset di 4 anni prima, quando il forum di Davos annunciava al mondo il riassetto della società, già anticipato da Beppe Grillo nel dicembre del 2019, al quale ancora oggi nessuno ha chiesto come facesse a sapere con mesi di anticipo ciò che sarebbe accaduto da lì a breve.

Sul tavolo, i vari signori della governance mondiale avevano a disposizione diverse opzioni per partorire tale riordino e l’operazione terroristica del coronavirus era certamente una di queste.

Il fallimento di tale operazione ha però partorito il processo inverso, e lo Stato nazionale che si voleva far definitivamente uscire di scena è ritornato l’indiscusso protagonista della politica internazionale.

La crisi dell’ordine liberale internazionale: Putin e il multipolarismo

Il mondo era stato disegnato in base a delle logiche molto specifiche e precise, e l’evento che ha consentito di cambiare tutto il precedente ordine è stato il secondo conflitto mondiale.

Attraverso la seconda guerra mondiale, il potere passa dalle nazioni nella mani di istituzioni sovranazionali e club elitisti di vario tipo di cui spesso l’opinione pubblica non sa nulla,

Ad avere in mano le redini del potere sono circoli come il Bilderberg nato proprio dopo la seconda guerra mondiale, o il più ancora esclusivo club di Roma e il comitato dei 300.

Il principe Bernardo d’Olanda, uno degli storici fondatori del Bilderberg

Si tratta, in altre parole, dell’architettura del governo mondiale che questi ambienti volevano costruire e i governi da protagonisti della vita politica si sono ritrovati ad essere gregari, e oggetto di decisioni prese da questi poteri che sono diventati i veri arbitri dei Paesi.

Tale condizione è stata possibile proprio grazie alle varie democrazie liberali perché tali sistemi politici consentono al potere del capitale di avere in mano la facoltà di decidere chi entra in politica e chi no, e il capitale non consente l’accesso ad altri che non siano i passacarte che difendono gli interessi dell’oligarchia e soprattutto della massoneria che domina la liberal-democrazia.

La crisi della farsa pandemica serviva ad accelerare il processo della fine delle nazioni, ma il suo naufragio dovuto alla opposizione e defezione di vari Paesi, tra i quali la stessa Cina, ha messo in moto un meccanismo di segno opposto, intuito immediatamente dal presidente russo, Putin.

Vladimir Putin nel 2022 aveva intuito che quello era il momento ideale per colpire perché ormai l’Occidente liberale non aveva più il supporto incondizionato americano, ed era giunto il momento di mettere fine all’imperialismo della NATO, organizzazione terroristico – militare, che dopo la fine del’URSS non si è sciolta, ma invece espansa a dimostrazione della sua natura imperialistica.

La NATO è in altre parole non è un esercito a difesa delle nazioni europee.

E’ semmai un esercito a difesa dell’anglosfera, del mondialismo, della finanza e di tutti gli interessi di questo apparato, e non ha riserve alcuna a ricorrere a tattiche terroristiche come si potuto vedere ai tempi della strategia della tensione in Italia, e nelle guerre contro la Serbia e la Libia, colpevoli di non voler capitolare di fronte all’ordine mondiale.

Se qualcuno osava mettersi sulla strada di tale apparato, allora tale struttura colpiva con tutta la sua forza, fino a quando essa si è scoperta una tigre di carta, una volta che Trump ha deciso di separare gli Stati Uniti dall’organizzazione atlantica.

Vladimir Putin sapeva che se Trump fosse diventato presidente, tale condizione di assoluta novità negli Stati Uniti, avrebbe portato inevitabilmente ad una crisi sistemica dell’impero americano e della governance globale, e così è effettivamente stato.

Vladimir Putin

In tale condizione, l’UE è del tutto impotente perché essa non vive di vita propria, ma era un’altra creatura dell’impero americano, da esso alimentata e finanziata sin dal primo istante.

L’operazione speciale in Ucraina nasce quindi per mettere certamente in sicurezza la popolazione russofona vittima del genocidio dei nazisti ucraini, ma assolve ad uno scopo ancora più sistemico, come quello di portare alla destrutturazione della NATO e al tramonto della sua supremazia, un tempo indiscussa.

Trump e Putin in pratica hanno agito nell’ottica di una scomposizione del precedente ordine mondiale.

I due presidenti si sono visti accomunati dall’obiettivo di mettere fine all’impero americano e alla sua condizione di guardiano dell’apparato atlantico.

SI sono intesi subito sin dal primo istante,  e ciò spiega perché entrambi siano stati vittima di diversi attentati alla loro vita in quanto la loro presenza era ed è un ostacolo insormontabile nell’ottica di chi vuole costruire una governance mondiale.

La guerra tra Israele e Iran: il secondo capitolo della fine dell’anglosfera

La guerra in Ucraina può quindi considerarsi come uno dei capitoli più importanti dello smantellamento dell’ordine liberale internazionale, e quella tra Israele e Iran è il capitolo seguente, forse ancora più importante del primo.

Non si può negare che il secolo scorso sia stato il secolo dell’America e del suo impero, ma al di sopra di esso, sulla sommità, c’era il sionismo e lo stato di Israele che ha avuto in mano il potere presidenziale per più di 100 anni in pratica.

Sono stati pochi i presidenti che si sono opposti e tra questi c’erano uomini come il presidente Kennedy, ucciso dopo essersi opposto alla nuclearizzazione dello stato ebraico, e Richard Nixon che nelle sue conversazioni con il fidato consigliere Bill Graham parlava del pericolo che la lobby ebraica rappresentava per gli Stati Uniti.

Richard Nixon e Bill Graham discutono della questione ebraica

Non può evidentemente esserci una fine dell’ordine politico della seconda guerra mondiale, senza prima passare non tanto dalla fine, ma quantomeno da un ridimensionamento di Israele che dopo questa guerra con l’Iran certamente avrà luogo.

Già ora la situazione per Tel Aviv è drammatica.

I missili della contraerea scarseggiano, e il presidente Trump ieri ha risposto con un ennesimo rinvio alla richiesta di entrare in guerra a dimostrazione che continua a prendersi gioco non solo degli organi di stampa che ogni giorno scrivono che verrà fatto l’annuncio degli Stati Uniti di entrare in guerra, ma anche di una certa falsa controinformazione che conduce la campagna di Trump “sionista” per indebolire il sostegno del presidente e creare zizzania e divisioni nel campo dei patrioti.

Non solo Trump ha risposto picche alla richiesta di entrare in guerra, ma, secondo fonti di intelligence libanesi , dietro le quinte aveva espressamente detto agli israeliani prima dell’attacco che se loro lo avessero fatto, se la sarebbero dovuta sbrigare da soli.

A Tel Aviv, hanno pensato bene di giocarsi la carta del tutto per tutto e sperare che mettere Trump di fronte al fatto compiuto potesse fargli cambiare idea, ma hanno fatto male i loro conti.

Donald Trump non è George W. Bush. Non è il presidente di Chabad Lubavitch e dell’AIPAC.

E’ il presidente dell’America First.

Sion è rimasta sola con il suo “sogno” infranto che non era soltanto una casa per gli ebrei, poiché altrimenti il conflitto israelo-palestinese si sarebbe potuto risolvere molto tempo addietro attraverso la concessione di un pezzo di terra al martoriato popolo palestinese.

Sion voleva un impero. Voleva costruire la sua Grande Israele e conquistare ogni stato vicino fino a sottometterlo e annetterlo in questo nuovo impero israeliano.

Si comprendono così le guerre contro l’Iraq, il Libano, la Siria, la Libia, e l’Iran delle quali parlava il generale americano Wesley Clark nel 2007, con diversi anni di anticipo prima che queste scoppiassero.

Tali Paesi sono o erano guidati da leader politici che non erano disponibili a farsi da parte e rinunciare alla loro esistenza per consentire all’imperialismo del Likud di conquistare le loro terre.

Israele attraverso la sua folle ricerca del suo “spazio vitale” ha portato la guerra permanente in questa regione del mondo che non riesce a trovare stabilità perché la presenza dello stato ebraico dal 1948 ha sconvolto e turbato ogni equilibrio.

Si assiste quindi alla fine di una epoca e due guerre, quella in Ucraina e quella in Medio Oriente che stanno cambiando completamente tutti gli assetti del passato.

A perdere per prima la sua aura di invincibilità è stata la NATO, e ora è il turno dello stato ebraico che vede i suoi cieli e i suoi territori devastati dai missili iraniani che tra l’altro hanno dimostrato una precisione micidiale, sotto certi aspetti superiore a quella dei missili a disposizione della NATO.

Soltanto 10 o 20 anni fa, quando i tagliagole dell’ISIS, sostenuti da Israele, si adoperavano per colpire tutti i nemici di Israele e quando i criminali neocon dell’amministrazione Bush invadevano l’Iraq per togliere dalla scena un attore scomodo come Saddam Hussein, tale scenario sarebbe stato impensabile.

Questa però è la realtà presente.

Sta andando in frantumi tutto il precedente status quo, e mentre l’Iran mette in atto la sua micidiale risposta a Israele, la Russia, in questi giorni, ha eseguito degli altri micidiali attacchi al regime nazista ucraino, che oggi appare dimenticato perché c’è Israele, la “nazione eletta”, che chiede aiuto.

Sono due nazioni accomunate dalla leadership ebraica e che si sono sostenute a vicenda per delle ragioni di carattere storico e religioso mai approfondite, ovviamente, dagli organi di stampa.

La terra ucraina occupa un posto speciale nel talmudismo in quanto essa è la terra nella quale nacque larga parte dell’ebraismo moderno, che da un punto di vista etnico non è nemmeno più quello che esisteva ai tempi di Cristo.

Larga parte degli ebrei moderni sono di fatto originari dell’antica Cazaria, un regno dell’Europa Orientale sorto nel VIII secolo d.C. che si trovava su ampie parti della moderna ucraina.

A parlare per primo di come gli ebrei askenaziti siano i diretti discendenti dei cazari è stato l’autore ungherese di origini ebraiche, Arthur Koestler, nel suo celebre libro “La tredicesima tribù” e la sua ipotesi ha trovato anche un riscontro scientifico nella ricerca del genetista israeliano Eran Elhaik che ha riscontrato come il genoma degli askenaziti sia lo stesso degli antichi cazari.

I primi sono dunque evidentemente discendenti dei secondi, ma la conversione dei cazari non avvenne tanto per ragioni di natura spirituale, quanto per convenienza politica poiché il re di Cazaria, Bulan, decise di convertire la sua nazione al giudaismo per mettersi al riparo di eventuali offensive sia degli islamici sia dei cristiani.

A distanza di 1300 anni, si può vedere come tale legame sia intatto.

Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, non pochi volontari israeliani sono giunti per combattere al fianco del regime nazista di Kiev, e i rabbini della potente organizzazione sionista Chabad si sono tutti schierati al fianco di Zelensky.

Zelensky assieme ai rabbini di Chabad

Non è quindi soltanto l’unipolarismo atlantico, ma anche il piano superiore di questa struttura, quello del sionismo, il movimento politico e religioso che ha avuto più potere di tutti nel secolo passato.

Nella fase attuale però ogni precedente equilibro sta venendo meno.

Ogni parte di quella struttura di potere sorta dopo la seconda guerra mondiale in poi sta andando in pezzi.

Esce di scena l’impero americano attraverso il suo militarismo permanente, ed esce di scena anche la sua supremazia monetaria del dollaro, avviato a perdere la condizione di valuta di riserva globale.

La fase presente è quella della destrutturazione e del crollo del Nuovo Ordine Mondiale.

La fase presente è quella del ritorno delle nazioni e del mondo multipolare.

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5 Commenti

  1. Massimo

    Ciao Cesare.Taiwan può essere l’ultimo tassello mancante per sconfiggere definitivamente questi Cazari Aschenazi oppure ritieni che la Cina ha tutto sotto controllo?Tre leader politici,Trump Putin e XI Jinping , che hanno portato avanti in tre diverse zone del mondo la salvezza dell’ umanità.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Ciao Massimo, sì, anche se Taiwan è un pezzo ben più piccolo degli altri citati.

      Rispondi
  2. Frank

    Fosse che fosse la volta buona e speriamo che i satanisti/sionisti lascino perdere Sansone…

    Rispondi
  3. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. Esatto, mentre la stampa e la televisione bastarde ci MENTONO, spazi come il tuo SMASCHERANO questi satrapi che generano TERRORISMO giornalistico. Ci sono pochi VERI GIORNALISTI e COMUNICATORI che NON CONVALIDANO le fake news perché danno priorità ai finanziamenti che ricevono per MENTIRE, CONFONDERE e MASCHERARE la BUGIA come se fosse vera.
    I dati che fornisci sono sempre inconfutabili e contribuiscono a ESPORRE i satrapi che ci malgovernano. Leggerti continua a essere un cammino verso il RISVEGLIO per me, dato che non sono mai stata una TELECREDENTI o una divoratrice della stampa bastarda. Grazie a questo, non sono stata inoculata con quella schifezza che, con grande acutezza, chiami “operazione terroristica CORONAVIRUS”, “bufala pandemica”, ecc.
    Prego Dio che questa tua conclusione diventi REALTÀ affinché i assassini seriali che si percepiscono come SCELTI soccombano finalmente. Da Mendoza, Argentina: Tutto il mio rispetto per il tuo continuo impegno per la VERITÀ.

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