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Cesare Sacchetti

Zuckerberg, Bezos e Dimon vendono le loro azioni: in arrivo il crollo definitivo di Wall Street e della globalizzazione?

24/02/2024

di Cesare Sacchetti

L’espressione “cigno nero” fa parte del gergo dei mercati finanziari e descrive generalmente una situazione di un pesante crollo delle borse di rara frequenza.

Non è chiaro se un evento del genere sia in arrivo ma il comportamento di alcuni pezzi da novanta del mondo dell’economia e della finanza mondiale può forse aiutarci a comprendere cosa sta accadendo.

Il primo a vendere le sue azioni è stato il patron di Amazon, Jeff Bezos, che in una mossa senza precedenti ha venduto azioni della sua società per un valore complessivo di 8,5 miliardi di dollari.

Chi segue con attenzione le vicende della finanza, sa già probabilmente che il colosso americano della distruzione mondiale non se la passa affatto bene dopo la fine della farsa pandemica.

Il suo valore infatti dopo il 2022 si è letteralmente dimezzato passando dai 1,7 trilioni di dollari precedenti fino a scendere agli 800 miliardi alla fine del 2022.

Amazon sta attraversando una crisi non passeggera e profonda che la sta portando anche a ridurre il suo personale in giro per il mondo.

A seguire Amazon è stato un esponente di quello che negli Stati Uniti viene chiamato Big Tech, ovvero il settore tecnologico che domina internet, e il personaggio in questione non è altri che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, che ha iniziato a vendere 428 milioni di dollari delle azioni del suo social, ribattezzato ora con il nome di Meta, già dalla fine del 2023.

A completare la serie dei nomi di punta dell’economia mondiale, è arrivato poi un altro peso massimo del mondo della finanza internazionale come Jamie Dimon, amministratore delegato della celebre, o forse dovremmo dire famigerata, banca d’affari JP Morgan che ha venduto le azioni della sua banca per un valore di circa 150 milioni di dollari.

JP Morgan è probabilmente già nota a diversi lettori. Questa banca è stata una delle protagoniste del saccheggio ai danni delle aziende di Stato italiane nel 1992 a bordo del panfilo Britannia della regina Elisabetta.

A fare da cerimoniere della svendita di quello che era il patrimonio di tutti gli italiani fu, com’è noto, il giovane Mario Draghi nelle vesti di dirigente del Tesoro, che a bordo del Britannia decise di liquidare un immenso tesoro a prezzi di saldo alla finanza speculativa anglosassone.

Ancora oggi, non è chiaro chi abbia autorizzato Draghi a commettere quell’atto di tradimento nei confronti dello Stato quando la notte della svendita, il 2 giugno del 1992, non c’era ancora in carica un governo dotato di pieni poteri in quanto il governo Andreotti era caduto e le attività governative non potevano andare oltre la soglia del disbrigo degli affari correnti.

Soltanto un mese dopo circa si formò un altro governo, quello di Amato, che prontamente ratificò la svendita non prima però di aver rubato nottetempo i soldi degli italiani attraverso il famigerato prelievo sui conti correnti.

La fuga dei signori dei mercati non ha precedenti

Ora qualcuno potrebbe pensare che quanto sta accadendo sia ordinaria amministrazione per quello che riguarda la compravendita di azioni ma in realtà non è affatto così.

Si pensi solamente al caso citato in precedenza di Jamie Dimon. Dimon non è un giorno che siede sulla poltrona di amministratore delegato di JP Morgan.

Ricopre questo incarico dal 2006 poco prima che scoppiasse la celebre crisi dei mutui subprime alla quale allora la banca newyorchese offrì il suo indispensabile contributo.

Nemmeno all’alba di una crisi così pesante, Dimon si liberò di un numero così elevato di azioni nonostante sapesse perfettamente che la bolla immobiliare creata dai mercati nei primi anni 2000 sarebbe prima o poi inevitabilmente esplosa.

All’epoca però Wall Street non appariva minimamente preoccupata. Alla Casa Bianca c’era un presidente che era stato da loro finanziato e sostenuto, ovvero il repubblicano neocon, George W. Bush, saldamente nelle mani della lobby sionista, .

Bush autorizzò un programma chiamato Troubled Asset Relief Program, che sta a significare programma di sostegno alle imprese in difficoltà.

Vennero stanziati almeno 700 miliardi di dollari per correre in soccorso di banche quali la stessa JP Morgan, Goldman Sachs e Bank of America, e negli anni seguenti il successore di Bush, il democratico Barack Obama, autorizzò il prosieguo del salvataggio della finanza.

Coloro che avevano trascinato l’America e il mondo intero nella più grossa crisi finanziaria dopo il 1929 venivano ancora una volta salvati dalla slot machine truccata della banca centrale americana, ovvero la Federal Reserve Bank (FED).

La storia della FED è stata raccontata dal ricercatore americano Eustace Mullins che ha spiegato come nel 1913 il presidente Wilson autorizzò la costituzione di una banca centrale che non era di proprietà del governo americano ma che era in realtà sotto il controllo di potenti gruppi bancari privati quali quelli della famiglia Morgan, dei Rockefeller e dei Rothschild.

Quando scoppiò la citata crisi dei mutui, Jamie Dimon faceva parte del consiglio di amministrazione di una delle 12 banche che controlla la FED, in questo caso la sezione della Federal Reserve di New York.

Se si guarda al consiglio di amministrazione di questa banca si scopre che a farne parte c’è anche attualmente Rajiv J. Shah, economista e presidente della fondazione Rockefeller.

La conclusione può essere pertanto soltanto ovvia. Gli architetti del fallimento utilizzavano la banca centrale che ha il potere di creare moneta dal nulla per salvare sé stessi e non utilizzare la leva della FED invece per sostenere l’economia reale.

La filosofia del protestantesimo neoliberale si vede perfettamente in quanto accaduto allora e in diverse altre occasioni.

Lo Stato viene messo al bando e il suo potere di intervento monetario non dev’essere utilizzato per sostenere le piccole e medie imprese e i risparmiatori ma gli oligarchi che sono i signori assoluti del sistema liberale.

Essi sono il vero Stato. Stavolta però siamo in presenza di un fenomeno nuovo. Gli alti membri della finanza speculativa di New York prendono delle decisioni che, come abbiamo visto, non hanno precedenti al riguardo.

Wall Street sa che la globalizzazione e il suo dominio è finita?

Il sentore che qualcosa di nuovo si stava verificando negli Stati Uniti lo si era già avuto quando iniziarono a fallire alcune grosse banche americane in California, laddove molti personaggi del mondo dello spettacolo e della politica depositano i propri patrimoni.

A questo giro, la FED non ha mosso un dito. I protetti della finanza iniziano a perdere i loro soldi e non si mette in moto la macchina che li salvò 16 anni prima.

Anche per ciò che riguarda gli obiettivi più propriamente politici di questi gruppi finanziari, si inizia a vedere un netto cambio di rotta.

La scorsa settimana di nuovo JP Morgan, affiancata in quest’occasione da BlackRock, decidono di abbandonare i loro investimenti nel programma climatico delle Nazioni Unite fondato sulla nota bufala del riscaldamento globale.

Sono quelle politiche così care a Davos che nelle sue riunioni annuali vagheggiava di un mondo ad emissioni zero, laddove il reale fine ultimo non è certo quello di proteggere l’ambiente, che non soffre di una reale minaccia di tipo entropica, ma piuttosto quello di accompagnare il mondo verso una deindustrializzazione di massa, prodromica al depopolamento che questi circoli malthusiani globalisti tanto desiderano.

Quando Massimo D’Alema qualche tempo fa ebbe a dire, non troppo gioiosamente per lui, che la globalizzazione era giunta al suo termine, aveva certamente ragione.

La stagione degli anni 90 sta volgendo, fortunatamente al termine. Il tempo delle delocalizzazioni selvagge e dell’esplosione dei commerci internazionali a discapito delle produzioni nazionali è finito.

Così come a sua volta il motore della globalizzazione, la Cina, ha già da un po’ iniziato a rallentare dopo il suo divorzio con la finanza anglosassone senza la quale il dragone cinese non avrebbe mai potuto raggiungere la sua posizione di dominio assoluto sui mercati.

Se dunque la globalizzazione è giunta alla sua fase finale, questo implica inevitabilmente una perdita dell’enorme potere che gli oligarchi avevano accumulato.

La globalizzazione non è altro che il feroce volto finanziario del globalismo. Il globalismo voleva la costituzione di un impero attraverso la nascita di una governance globale laddove gli Stati avrebbero poi perduto del tutto i loro residui poteri e i “grandi” gruppi finanziari e industriali avrebbero avuto una posizione ancora più dominante di quella degli ultimi 30 anni.

Sarebbe stata una situazione laddove le diseguaglianze tra le classi sociali sarebbero state persino più ampie di quelle paradossalmente in vita ai tempi nei quali esisteva la schiavitù.

Il potere che avrebbero avuto i globocrati avrebbe dovuto essere immenso e la fine, o meglio il fallimento, di questa visione ha provocato invece il processo inverso.

E’ questa la ragione per la quale iniziamo a vedere una fuga dai mercati di coloro che sono stati i signori della globalizzazione.

Costoro sembrano sapere che questa volta non ci sarà il comodo paracadute della FED e non ci sarà l’appoggio politico di una compiacente amministrazione presidenziale da loro governata, visto soprattutto l’assoluto vuoto di potere che c’è a Washington con l’amministrazione Biden.

Queste fughe dai mercati potrebbero essere il segnale del definitivo requiem della finanza speculativa e dei suoi predatori. Se nel secolo scorso la finanza era quel potere che aveva in mano la vita degli Stati, la fase attuale e futura sarà fondata sul processo inverso.

La fine della globalizzazione non potrà non portare la fine della dittatura del capitale.

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32 Commenti

  1. Mario Marchitti

    Piuttosto un ridimensionamento di entrambi. Il Capitalismo ha i Secoli Contati era un godibile libro di Giorgio Ruffolo, lo stesso si potrebbe dire per la globalizzazione.

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  2. GABRIELE ZICARELLI

    Grazie Sacchetti per questo dettagliato articolo, eccellente come sempre!!! alcuni dicono che questo crollo coinciderà anche con l’abbattimento dei satelliti che governano tutta l’informazione( i satelliti della Cabala, Mossad ecc)……è a conoscenza di questa informazione? grazie mille

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      • GABRIELE ZICARELLI

        si, intendo dire i satelliti in senso tecnologico, quelli che sono in orbita e controllano tutto…….. dicono che saranno sostituiti da quelli starlink di Elon Musk quindi d’Alleanza, un cosiddetto colpo mortale alla cabala.

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  3. Pino

    Ciao Cesare, hai citato zuckemberg, che significato dai al bunker che si è costruito sotto terra?
    Ottimo articolo come sempre, bravo.

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  4. Leo

    Ciao Cesare, non te lo dico in tono polemico, dato che apprezzo immensamente il tuo lavoro… e da almeno 2 anni che tra globalismo, euro, massoneria, fiananza, ecc… siamo prossimi alla fine definitiva di tutto il vecchio mondo. Tutto deve crollare imminentemente ma a distanza di anni siamo qui ancora in attesa di tutto quello che dici. Sinceramente sono un po’ confuso e dubbioso a questo punto.

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    • La Cruna dell'Ago

      Scusa, ma dove sei stato negli ultimi due anni? Il dollaro sta perdendo il suo status di valuta di riserva globale, il colonialismo francese in Africa perde pezzi tutti i giorni, la NATO sta implodendo e non succede nulla?? Sono cambiamenti davvero epocali. Si resta basiti a leggere simili commenti…

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      • Leo

        Dici dal 2022… che la BCE nei mesi successivi sembra non avrebbe più comprato i titoli di stato “staccando definitivamente la spina all’Euro”. Ti linko l’articolo qui sotto:

        https://www.lacrunadellago.net/lallarme-di-soros-e-la-profezia-di-q-stati-uniti-russia-e-cina-hanno-impedito-il-nuovo-ordine-mondiale/

        Siamo nel 2024 ti sembra sia accaduto ciò che hai pronosticato? Sempre dal 2022 dicevi che il governo Meloni forse non si sarebbe riuscito a formare ed insidiare, e se fosse accaduto sarebbe durato pochi mesi… la lista di pronostici disattesi è lunga.

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        • La Cruna dell'Ago

          A questo punto mi pare evidente che sei in malafede. In primo luogo io non ho fatto nessun “pronostico” ma delle analisi politiche ed economiche. Nell’articolo che citi io ho detto che una eventuale interruzione definitiva del QE avrebbe segnato la fine dell’euro. La BCE ha iniziato a ridurre da un po’ gli acquisti dei titoli ma ancora non ha interrotto definitivamente il programma. Tra l’altro, i mercati stessi si stanno liberando dell’euro perché sanno che è una moneta con il tempo contato. Anche sulla Meloni ti dimostri un falsario perché io NON ho mai scritto che sarebbe caduta in un preciso arco temporale. Ho scritto che le sue prospettive di durata sono basse, che è molto differente. Di nuovo, la tua malafede è ormai chiara.

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  5. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. In Argentina c’è un detto molto eloquente che dice: “Quando i topi abbandonano la nave è perché si avvicina una tempesta”. Dopo aver letto attentamente la tua eccellente analisi di ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi e di ciò che GIÀ SAPPIAMO QUELLI HANNO PROGRAMMATO TUTTO, mi rimane la CONVINZIONE che le tue congetture non solo siano profetiche ma molto plausibili. Questi demoni non danno un filo senza filo e dobbiamo prepararci ai loro nuovi ATTACCHI. Intuire i loro piani può essere molto importante quando si tratta di coprirci le spalle. Da Mendoza, Argentina: è un piacere leggerti. Grazie e un grande saluto.

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  6. Alfredo Alcaldo

    Ciao Cesare, articolo interessante ma, permettimi, ripetitivo. La salvezza è sempre ad un palmo di mano, l’apocalisse vicina, ripeti sempre le stesse cose da anni ma nulla accade di veramente radicale come cambiamento. Continuiamo a sperare di vedere dalla riva del fiume i cadaveri passare. Mi sembri un po’ un no global fuori tempo massimo. Considera anche che a prescindere dai cambiamenti geopolitici, le popolazioni in tutto il mondo non sono sulle barricate. Le giuste idee che professi attecchisco sulle fasce più anziane della popolazione che dal divano leggono quello che scrivi per sentirsi meglio. I giovani che sono il futuro… sono uniformati, omolagati e completamente rincoglioniti e incapaci di ribellarsi.
    Il tuo ottimismo è encombiabile ma la realtà, soprattuto per quanto concerne la passività della popolazione, non ti sembra raccontare un’altra storia?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Una precisazione: non siamo scemi qui. Vediamo che ci sono messaggi fotocopia di persone che cercano di far credere falsamente che non stia accadendo nulla. Se scrivi che non c’è nessun cambiamento radicale con la fine della dollarizzazione, il declino della NATO e l’avanzata dei BRICS o sei idiota o in malafede..

      Rispondi
    • GABRIELE ZICARELLI

      ti sbagli, io ho 34 anni, e studio questi cose da quando ne avevo 24, non tutti i giovani sono addormentati, forse la maggioranza ma non tutti.

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  7. Carmen

    Bravo Cesare… ricordo ancora il tenore degli articoli del 2020 e del 2021. Mai e poi mai avrei immaginato che nel giro di così poco sarebbero cambiate così tanto le cose. Come giustamente scrivi, nel biennio che ti ho citato il valore delle megamultinazionali tecnologiche era il doppio. Non ci si riesce a capacitare ancora del pericolo che abbiamo scampato.

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  8. Gustavo

    Io credo che chi compra azioni di quel tipo possa presagire lui stesso questo possibile crollo e non lo farebbe. Vedremo. E’ comunque da parte loro saggia mossa vendere al massimo del valore per dirigere gli investimenti in altri direzioni invece che lasciarli stagnare al 2- 3 % annuo…Chiaro che si ritornera ad un mondo multipolare , con valute distinte e chissa a nuove guerre fredde…

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  9. alberto

    cos’è il protestantesimo neoliberale?

    Rispondi
      • Nico

        Cesare, vai tranquillo e tira dritto.

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      • Umberto

        È risaputo che il crollo di una enorme masa di ghiaccio come l’iceberg inizia sempre da una piccola molecola nelle condizioni favorevoli. Premetto che sono totalmente alieno alla finanza e ai suoi meccanismi contorti, detto questo l’articolo e ben scritto e comprensibile per chi non mastica l’argomento. Vorrei aggiungere che la finanza mondiale fatta dalle grandi banche d’affari e dai gruppi nonché dagli enormi agglomerati industriali e le holding come la black Rock e simili, non possono essere come sembra un gruppo coeso e compatto tra loro. La loro natura è capitalistica o turbo capitalista e’ per logica gli interessi che tra loro condividono sono spesso in contrasto con la logica e le non regole del cannibalismo finanziario.

        “Il cannibalismo tribale dell’alta finanza e degenerativo con qualsiasi cancro in metastasi.”

        La City di Londra o Wall Street si sono nutriti a straforò delle risorse delle nazioni colonizzate essendo sempre sicuri della loro totale impunità e questa tendenza sembrava la regola di un gioco di scatole cinesi infinito dove le Holding e le banche d’affari speculavano ipotecando il futuro delle nazioni. Questa epoca è finita e le conseguenze di questo cambio si possono riscontrare nella sottomissione europea ad essere cannibalizzata e nei cambi repentini nel sud globale che è determinato a sganciarsi dalle logiche zombi delle finanza occidentale. Il crollo è una certezza ma a mio modesto avviso è un crollo sistematico del modello finanziario obsoleto angloamericano che parte dal centro stesso della cupola finanziaria. Come si dice se l’acqua scarseggia la papera non galleggia.

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  10. Andrea Brunetta

    Ottimo articolo Cesare e sorge spontanea una domanda: I soldi che noi risparmiatori abbiamo depositato nei cc bancari o investito in prodotti finanziari sono a rischio? E se lo sono che cosa dovremmo fare?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Grazie Andrea. In questo caso sono a rischio le banche che detengono i grossi patrimoni di questi persone più che quelle dei piccoli e medi risparmiatori.

      Rispondi
  11. imperscrutabile nell'essenza dell'ESSERE

    Questa crisi economica che fa parte del Grande Reset del Nuovo Ordine Mondiale, progettata per creare disoccupazione e povertà ovunque, con una recessione dell’economia mondiale, un collasso monetario, licenziamenti di massa, fallimenti di aziende, la distruzione delle economie nazionali, l’ aumento spietato dei prezzi, la rovina economica che sta portando l’umanità all’indigenza e alla carestia.
    Tutto questo unito alla scarsità dei medicinali, all’aumento della criminalità, ai furti, alle rapine, alla corruzione giudiziaria, a questo si aggiungono la moneta digitale con il suo codice QR, per controllarci e condurci a un sistema di credito sociale, per toglierci le nostre libertà e lasciarci in totale schiavitù.
    Tutto questo fa parte del panorama che stiamo vivendo oggi e che peggiorerà se l’umanità non cambierà rotta rispetto al suo imminente destino!

    Rispondi
  12. Matteo

    Salve Cesare. Non mi è chiaro perchè questi non siano solo segnali di un (potenziale) periodo di “bear market”, evento che fa parte del sistema finanziario, piuttosto che della vicina fine della globalizzazione come dici tu? Grazie

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      La fine della globalizzazione passa non solo dal ridimensionamento dei mercati finanziari, Matteo, ma da una riduzione degli scambi commerciali internazionali. In Cina, le grandi corporation americane stanno tornando a casa. Si sta tornando alle produzioni nazionali e questo inevitabilmente mette fine alla globalizzazione, fondata invece sulle delocalizzazioni.

      Rispondi
  13. Nick

    Salve Cesare, cosa intende quando cita il valore di Amazon?
    Perché guardando alla patrimonializzazione, su qualsiasi sito di borsa, è possibile notare che da un valore di 84 euro a Dicembre 2022 oggi il titolo è a 175, praticamente il doppio.
    Quindi chi aveva acquistato poco meno di 2 anni fa quel titolo, oggi ha in tasca 2 volte quello che ha speso.
    Grazie

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Esattamente quello che ho detto, Nick. Alla fine del 2022, Amazon aveva perso un trilione di dollari. È vero che negli ultimi mesi ha recuperato ma è ancora lontana dal tornare ai livelli precedenti. C’è poi un’altra considerazione da fare. Se Bezos si sta vendendo miliardi delle sue azioni è perché si aspetta un altro probabile crollo.

      Rispondi
  14. Tony

    Molto interessante l’articolo. Il sistema economico neoliberale si poggia sul ruolo salvifico delle Banche Centrali che sono in mano alla consorteria di banchieri internazionali (Rockefeller, Rothschild, Warburg…). Se vi sono vendite di enormi pacchetti azionari per il timore che cambi in prospettiva il ruolo della FED, ritieni quindi che la FED assumerà un ruolo di Banca Centrale che risponde in primis allo Stato e diventi di proprietà pubblica? o altro? perché la FED non dovrebbe continuare ad emettere dollari a favore delle stesse Banche internazionali? ritieni vi sia un possibile riposizionamento della leva monetaria in altri superstati?

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Il passaggio che si è consumato negli ultimi anni, Tony, vedrebbe una riforma della FED che ancora non è stata annunciata pubblicamente. È per questo che i vari banchieri sono preoccupati. Il bancomat che c’era prima non è più garantito.

      Rispondi
  15. Marilisa

    Grazie per tutte queste informazioni preziosissime che leggo con molto piacere, per poter capire questi momenti di grande cambiamento.
    Mi sorge una domanda, ma tutto questo cambiamento, forse è dovuto all’arrivo prossimo dell’Anticristo?
    Grazie e complimenti per il lavoro certosino che ci offre giornalmente, salutissimi.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Grazie Marilisa, no in realtà questi cambiamenti dimostrano proprio che la venuta dell’Anticristo è lontana.

      Rispondi

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