di Cesare Sacchetti Mentre in questi giorni ancora si respira un’aria di incertezza e paura dalle...
Superata la soglia del 50% di non votanti: la crisi della democrazia liberale appare irreversibile
Di Cesare Sacchetti
A nulla sono valsi gli appelli dei vari inquilini delle istituzioni della disgraziatissima repubblica dell’anglosfera.
A nulla sono valsi gli spot televisivi accompagnati da una carrellata di immagini nei quali si vedono una serie di persone dai volti inquietanti che invitano a partecipare al voto per difendere la “democrazia”, sempre nel reiterato e futile tentativo di voler far ancora apparire tale disfunzionale sistema come un bene prezioso da salvare.
E a nulla sono valse le aperture straordinarie in anticipo dei seggi già il sabato alle 15 fino ad arrivare ad avere 25 ore di urne aperte.
Il governo Meloni probabilmente se avesse potuto li avrebbe tenuti aperti una settimana, ma quello che c’era dentro l’urna non avrebbe cambiato assolutamente nulla.
Così come a nulla è valso l’accorpamento con le amministrative sempre alla disperata ricerca di gonfiare un po’ i numeri dell’affluenza che, ricordiamolo, va vista anche con i numeri delle schede bianche e nulle che al momento non sono ancora disponibili.
Il risultato non è cambiato.
Le urne sono state disertate, come ci si attendeva che fossero con delle percentuali di votanti che hanno raggiunto la misera soglia del 49,6%, diventando di fatto la minoranza che ancora si illude in cuor suo che il votare la presente, e declinante, offerta politica faccia in qualche modo la differenza.
Per la prima volta nella tormentata storia della repubblica del 1946-48 gli italiani che non partecipano al voto sono più numerosi di quelli che partecipano.
Sono saltati del tutto i fragili equilibri che reggevano il sistema costituzionale concepito, non è un segreto, da diversi membri della libera muratoria.
L’Italia ad un punto cruciale della sua storia
La fase del consenso liberal-democratico è definitivamente conclusa e in seguito se ne approfondiranno meglio le ragioni.
In questo momento siamo al giro di boa della storia della repubblica dell’anglosfera iniziata nel lontano 1943 sotto la tenda di Cassibile quando il generale Castellano cedette la sovranità di questa nazione alle potenze angloamericane non avendo nemmeno l’autorità per farlo, in quanto il legittimo presidente del Consiglio era a tutti gli effetti Benito Mussolini che era stato spodestato con un colpo di Stato nel luglio del’43 e che commise in precedenza il fatale errore di allearsi con la Germania Nazista di Hitler, verso il quale ha sempre nutrito una certa diffidenza accompagnata da un non malcelato disprezzo.
L’Italia, com’è noto, ha scontato il fardello di quella sciagurata decisione nei decenni successivi, ritrovandosi a diventare uno Stato satellite la cui politica estera è stata in larga parte scritta da Washington ma soprattutto dalle potenti lobby che governano le amministrazioni presidenziali americane, su tutte quella sionista che ha di fatto scritto la politica estera americana fino al 2016, anno nel quale salì al potere Trump che ha messo fine alla stagione delle guerre permanenti degli Stati Uniti scatenate in nome e per conto dello stato ebraico.
La classe dirigente della Prima Repubblica nonostante il perimetro ristretto della sovranità tracciato da Washington aveva saputo ugualmente perseguire gli interessi nazionali italiani tanto da rendere l’Italia una straordinaria eccezione all’interno della NATO, quando questo Paese è stato quello che più di tutti era vicino alla causa palestinese.
Non è un segreto che il solco della politica estera tracciato da Andreotti e Craxi non era certo gradito da Israele e dal movimento sionista mondiale poiché l’Italia è un Paese a vocazione mediterranea, e se questo è vicino al mondo arabo ciò rappresenta certamente un problema per i propositi imperialistici di Israele.
Nonostante tutti i limiti di tale sistema e nonostante la condizione di sovranità limitata, tale classe dirigente era riuscita a portare sviluppo e benessere ad un Paese che dalle macerie della seconda guerra mondiale costruì una delle potenze industriali più forti del mondo.
All’epoca, la politica era ancora tale. I partiti avevano un vero rapporto con la loro base elettorale e il cittadino comune si sentiva effettivamente rappresentato dal politico che mandava nelle istituzioni, poiché questi rispondeva e aveva a cuore gli interessi di chi lo votava e non quelli dei poteri della finanza anglosionista e delle varie istituzioni sovranazionali.
La politica era legata al territorio, e il territorio credeva nella politica tanto è vero che le percentuali di partecipazione al voto raggiungevano soglie del 90%, impensabili ai tempi moderni in quanto oggi la politica è qualcosa di molto diverso da quello che era 40 o 50 anni.
Il 1992 è ciò che rompe questo rapporto.
Quella rivoluzione colorata partorita dagli ambienti dello stato profondo americano aveva la necessità di liquidare quella classe politica, giudicata troppo indipendente per i parametri di Washington, e il potere decisionale è passato dalle mani della politica a quelle di oscuri e ignoti commissari europei che non passano nemmeno dalla legittimazione popolare delle urne.
La politica da affare per molti diviene un affare per pochi. Non è più Roma a decidere, ma Bruxelles, Londra e Washington tanto che sono le istituzioni europee a scrivere le manovre finanziarie, circostanza semplicemente impensabile un tempo, e oggi divenuta “normalità”.
Il trasferimento del potere da Roma a centri di potere esteri ha inevitabilmente allargato la distanza tra il popolo e le istituzioni.
Nell’uomo comune si diffonde la consapevolezza che votare non cambia poi molto perché in ultima istanza non sono certo gli interessi dell’uomo della strada ad essere rappresentati nei palazzi, ma quelli di influenti lobby che aspirano ad una concentrazione del potere a livello globale, chiamata dai vari tecnocrati “governance mondiale”.
La farsa pandemica e la irreversibile crisi della liberal-democrazia
La farsa pandemica non ha fatto altro che accelerare enormemente la presa di consapevolezza che nella democrazia liberale non esistono vere ed essenziali distinzioni di sorta tra uno schieramento e l’altro.
Semplicemente, l’operazione che i vari signori del globalismo avevano accuratamente preparato molti anni prima ha mostrato che la politica ormai era ridotta ad essere una protesi del cartello farmaceutico, di Bill Gates, di George Soros, delle famiglie Rothschild, Rockefeller, e Warburg soltanto per citare alcuni degli uomini più influenti del pianeta.
A cosa serve in fin dei conti il voto se poi il “mio” rappresentante una volta eletto agisce per attuare la visione del Nuovo Ordine Mondiale e consegnare la sovranità del Paese a questo manipolo di oligarchi che sogna di costruire un governo mondiale?
Senza tanti orpelli, è questa la semplice e fondamentale intuizione al quale è giunto l’uomo comune.
Questa offerta politica è fatta per rappresentare gli interessi di altri, e non quelli della nazione e del popolo, ed è per questo che dopo il 2020 la democrazia liberale è entrata in una fase ancora più acuta della sua crisi iniziata nel 1992.
Il risultato delle europee è lì a dimostrare il requiem della repubblica dell’anglosfera.
Adesso ci si chiede quale futuro attende l’Italia dopo le ultime elezioni europee.
Quale sarà il futuro di questo Paese dopo il fallimento delle ultime consultazioni per il Parlamento europeo?
Il popolo ha parlato e ha espresso chiaramente tutto il suo distacco dalla presente offerta politica poiché essa nella sua interezza non è certo fatta per chiudere l’esperienza del liberalismo ma piuttosto per preservarla.
Questo ha dato vita ad un processo, a nostro avviso, irreversibile. La crisi di fiducia delle istituzioni repubblicane si è aggravata ancora di più, anche perché queste ormai restano avviluppate su sé stesse dentro la loro bolla dedicandosi allo scialbo esercizio della autocelebrazione, immuni a quanto accade nel mondo reale.
Il popolo non vorrà più saperne della politica fino a quando essa non tornerà ad essere un arte al servizio del bene comune e non una invece al servizio del male di molti e del bene di pochissimi.
Questa politica poi ha finito con il perdere anche la protezione del vecchio garante angloamericano in quanto esso dopo l’avvento di Trump si è disimpegnato dalla partecipazione alla governance e ha lasciato orfani non pochi peones qui in Italia.
La fase attuale è quella che prevede un aggravarsi di questa crisi strutturale.
Siamo entrati ormai nel territorio del quale parlò Giulio Andreotti nel 1984. Siamo nel territorio dove la linfa vitale delle istituzioni parlamentari, rappresentata dal voto, si svuota e toglie alla repubblica dell’anglosfera l’ossigeno di cui ha bisogno per restare in vita.
Ciò spiega l’irritazione non solo dei partiti dell’establishment ma anche di tutti quelli della piccola galassia del falso sovranismo che hanno rovesciato non pochi improperi e minacce nei riguardi di coloro che giustamente non vogliono più saperne di una partita truccata dove vince sempre il banco.
La fase successiva a nostra avviso sarà quella del probabile stallo governativo poiché non è un segreto che la Meloni stia guardando a Bruxelles, dove è stata già eletta, per avere qualche altro incarico e lasciare così l’ingombrante ruolo di parafulmine a palazzo Chigi che nessuno vuole e può occupare dopo di lei.
Abbiamo probabilmente davanti un biennio o triennio di complessiva instabilità politica che porterà via via all’uscita di scena dei vari attori rimasti sul palcoscenico, che ora sono passati a farsi la guerra tra di loro nel tentativo di sopravvivere a questa fase.
Siamo giunti all’epilogo della esperienza repubblicana di Cassibile? Difficile dirlo con certezza, ma i segnali di una generale dismissione sembrano esserci tutti.
L’Italia ha alle sue spalle un lungo viaggio. Un viaggio fatto di dolore, sofferenza, tradimenti e saccheggi.
E tale viaggio non è stato fatto sotto qualche “totalitarismo fascista”, ricordiamolo. E’ stato fatto nella tanto, non da noi, celebrata democrazia liberale.
E’ nel liberalismo che l’Italia ha perso la sua sovranità. E’ nel liberalismo che l’Italia ha rinunciato alla sua identità cristiana e latina, per adottarne un’altra di natura protestante e nord-europea.
Sotto certi aspetti, la crisi delle istituzioni liberali odierne ricorda assai quella che precedette la loro fine prima dell’avvento del fascismo.
E questa appare essere una prospettiva che terrorizza non poco i vari peones dello stato profondo italiano che continuano a celebrare compulsivamente i loro riti nei quali si celebra l”antifascismo” e la costituzione nata con l’occupazione americana e con il tradimento di Cassibile.
Il problema, per lor signori, è che a partecipare a questi riti ci sono soltanto loro e quando questo accade ci sono persino zuffe furiose come visto l’ultimo 25 aprile con la brigata ebraica che se le dava di santa ragione con gli altri nostalgici dei partigiani rossi, le cui mani intrise di sangue scrissero poi la carta alcuni anni dopo.
Questo è il punto nel quale è giunta la repubblica di Cassibile. E’ giunta al punto nel quale dentro di essa le sue bande si combattono mentre al di fuori di essa c’è soltanto disprezzo accompagnato a diffidenza.
La maggioranza degli italiani ieri ha fatto capire che è stufa di tale farsa e non vuole altro che il sipario cali presto su di essa.
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Ottimo articolo, grazie.
Ho delle perplessita’….. La Meloni e’ riuscita ad andare in Europa ciò vuol dire che forse e’ sicura che questo apparato resterà in piedi e significa che qualcuno ha creduto in lei…..inoltre il 49 per cento non e’ che fa tantissima differenza, voglio dire siamo più o meno metà e metà, un italiano su due, un conto se ci fosse stato un astensionismo dell’ 80 per cento allora potrei capire…..
Comunque sono del parere che i veri cambiamenti avvengono sempre con le operazioni militari e non con le urne….. Tra l’ altro anche il 49 per cento potrebbe essere stato gonfiato e quindi siamo sempre al solito discorso….fin quando si permette di farli stare li, faranno piu’ o meno cio’ che gli pare. Due o tre anni sono davvero troppi.
Letto articolo, ottima analisi.
Quindi la Meloni c’ e’ l ha fatta?
E il PD,lega e Company?
Chiedo a lei perché sul web uno dice bianco e l altro dice nero.
Comunque non e’ un buon segnale che la gente crede ancora in Fratelli d’ Italia, vuol dire che ancora non hanno compreso il giochino dei falsi oppositori, il 49 per cento e’ comunque quasi sulla meta’.
I numeri vanno analizzati con le progressioni. 5 anni erano 54. Oggi 49. Quando si scende sotto la soglia del 50 più 1, si può soltanto andare peggio e andare nella situazione descritta nel pezzo.
Non dobbiamo guardare le percentuali dei votanti, perché sono falsate, infatti il 50% dei votanti non viene conteggiato.Guarsando il numero assoluto dei votanti, il PD ha lo stesso numero di votanti delle ultime elezioni politiche, Fratelli d’Italia invece ha perso circa un milione di elettori.
Taccio di Salvini che ha perso circa il 70% di votanti.
La cosa grave e’ che la maggioranza Ursula(o Draghi) esiste ancora, in questo caso cosa dovrebbe succedere perche’ cada? Esistono partiti nel PPE Europeo che non sono comprati dagli interessi finanziari?(Fidesz di Orban mi pare non fa piu’ parte del PPE) a me pare di no, quindi deve accadere un evento esterno per far cadere la Ue definitivamente.
L’UE è destinata a cadere perché debole e isolata e soprattutto priva dell’ombrello politico degli Stati Uniti.
Sì, Draghi, quello che dopo il fatto della VDL in Turchia che come da protocollo, aveva dovuto sedersi sul divanetto, disse di Erdogan “questi dittatori fanno un po’ come vogliono”. Ignoranza abissale. E poi lui, usurpatore, non eletto dava dei dittatori a Orban, Putin e Erdogan che erano eletti democraticamente, mentre lui il drago non è stato capace neppure di farsi eleggere PdR dai suoi. Capite il livello. Ah, quello che in Algeria, disse “… Abbiamo sempre avuto buoni rapporti con l’Argentina”. Certo, soprattutto con Videla e Pio Laghi. Cioè, capite in che mani siamo. Io ho quasi 70 anni e so da lungo tempo di che pasta è fatto il drago, ma qualcuno più giovane pensava fosse un genio. Poi visto alla prova mi dicevano che era stata una grande delusione. Lo è stato anche per chi lo ha messo lì. Infatti, non né vogliono più saperne.
Ieri bastava guardare un qualsiasi show di rai, mediaset o sky per avere l’idea palpabile di una festa finita per tutti. Di solito ogni elezione era una bella occasione per strali e giubilo di ogni sorta di politico o giornalaio prezzolato per dimostrare quanto fosse apprezzato e che alla fine col voto tutti i partiti risultavano vincenti se accedevano a seggi che fossero nazionali o europei. Ieri sera si respirava mestizia, anche da parte dei c.d. ‘vincitori’ che al netto dell’astensione astronomica (storicamente in Italia la partecipazione al voto è sempre risultata molto alta, dunque la maggioranza che si astiene è un fatto indubitabilmente epocale), delle schede bianche e nulle, quale reale presa hanno nel paese? Oggi si governa col 28% sul 49% di votanti. Un potere debolissimo…
Esatto Shax, loro stessi sono i primi a sapere che ormai il precedente status quo è finito.
Salve Cesare .I dati dimostrano che c’ è uno scollamento netto tra popolo e istituzioni politiche.Mi chiedo però come mai il nord continua a sorreggere queste sataniche persone che adorano il Talmud.In alcune province lombarde ,tipo Bergamo ,siamo al 60% di affluenza.Eppure proprio da lì è nata la farsa pandemica.Credo che il sud abbia capito da tempo come stanno le cose , e lo dico da abitante del nord Italia.
Da un’inchiesta fatta in Germania, risulta che la maggioranza dei pedofili è nella “Giustizia”. E perché? Perché è li che i gestori del mondo hanno puntato le loro armi, sapendo che sarebbe arrivato i momento di doverli ricattare per non far loro fare il loro dovere. Come appunto abbiamo visto un po’ da sempre, ma soprattutto negli ultimi anni
Fatti di David Rossi MPS docet,con i magistrati senesi.
E Bergamo, e io sono di quelle parti, é andata al centro-sinistra. Che vien da pensare che gli italiani sono impazziti o è tutto farlocco. Che poi quali italiani? Quelli che votano.
Appunto è esattamente come dice Lei, questi che hanno preso il 28% dei voti del 49% cioè in concreto meno del 14% senza contare il peso in % delle schede bianche e nulle che abbassano ancora di più la loro misera percentuale, a poco più del 10%…
Ringrazio il dottor Sacchetti per l’ennesimo articolo di esemplare sintesi e chiara esposizione dei fatti.
Grazie Enzo.
Intervengo adesso, a bocce ferme, per esprimere il mio dissenso riguardo i tuoi costanti inviti all’ astensionismo, Cesare: comprendo perfettamente le tue motivazioni, molto più che sensate, e non ho alcuna intenzione di criticarle, ma vorrei fare presente che i tuoi appelli si saranno sicuramente rivolti ai tuoi lettori, e dubito che la maggioranza di noi appartenga alla “petalosa Galassia arcobaleno”: se è vero che una maggioranza espressa dal voto di meno della metà degli elettori è sicuramente priva di qualunque autorità morale, è altresì vero che a lorsignori sarebbe bastata un’affluenza alle urne del 10% degli aventi diritto per proclamarsi vincitori. Dubito che l’attuale stato di cose possa durare a lungo, ma se vogliamo velocizzare i tempi credo sia opportuno fare quanto in nostro potere per tentare di creare un clima quanto più favorevole possibile in vista del 30 settembre prossimo, in modo da avere delle buone antenne che possano comunicare con l’altra parte dell’ Atlantico. Non so se lo status quo crollerà a partire dalla caduta della “seconda repubblica” o se essa sarà conseguenza dell’implosione dell’ UE, ma so che tutto il processo deve accadere nel minor tempo possibile, pena il riorganizzarsi delle forze contrarie con un pericolo crescente per i nostri popoli di colpi di testa da parte degli sconfitti, che potrebbero davvero tentare il tutto per tutto!!!
Non ci siamo proprio. Ancora ripeti la filastrocca del “sarebbe bastato il 10% per governare”. Ancora non hai capito le regole del gioco. I vari massoni e membri dello stato profondo le regole le sanno e infatti sono nel panico. Leggi l’articolo sulla lezione di Andreotti al riguardo.
Buongiorno Cesare,
condivido il malcontento con chi trova l’affluenza troppo alta. 5% in meno rispetto al 2019, con tutto quello che è successo, pare veramente assurdo… non è possibile che vi sia ancora così tanta ingenuità in giro. La Meloni da che non sembrava dover neanche riuscire a formare l’esecutivo 2 anni, o a dover essere lì lì per cadere successivamente, ce la troviamo ancora come presidente del consiglio e a questo punto potrebbe tirare addirittura fine legislatura (e anche la fuga in Europa non sembra neanche più così scontata). L’articolo, a giochi fatti dopo ieri, oltre a ripetere cose che hai già espresso in precedenza, mi spiace dirlo, ma suona ridondante a questo punto. È da più di due anni che aspettiamo “l’invetabile collasso inevitabile” ecc, ecc… Ma la bagnarola, o la zattera della seconda Repubblica, nonostante tutto, purtroppo, ancora ci soffoca.
Con stima, da tuo assiduo lettore, su analisi e previsioni d futuro prossimo venturo non ci farò mai più affidamento.
Andrea
Se questo è il tuo livello di comprensione e analisi degli eventi attuali e passati, non mi sorprende che tu abbia capito poco o nulla. Nel giro di 3 anni è fallita la farsa pandemica, iniziata la de-dollarizzazione e la crisi irreversibile della NATO. È un sistema che durava da 80 anni e che si sta snantellando nel giro di veramente poco tempo se si guarda alla sequela degli eventi. Se però siamo sul livello di chi vuole che un processo già rapido diventi più rapido ancora perché a lui non va più di aspettare, non posso farci nulla. Siamo sui capricci dei bambini dell’asilo qui e francamente non credo che si possa fare alcuna seria discussione su questi.
Finalmente siamo i migliori in termini di affluenza! 21,35%!
In Croazia, immagino, non vota praticamente più nessuno. Stiamo parlando di circa 500.000 persone in un paese di quasi meno di 4 milioni e non di 700/800 mila persone come ho letto da qualche parte. Siete sempre stati euroscettici, a ragion veduta, ma dopo che il Vs governo ha pensato bene di adottare un l’euro, che ha affossato parte dell economia, lo siete ancora di più.
Buongiorno dott Sacchetti. Vorrei proporle un parallelo basato su quanto mi raccontò mio padre (classe 1916) dato che visse in prima persona il dopo 25 aprile 1945 come uno dei tanti che si arrangiava come poteva per campare. Totale vuoto politico, non si sa più chi comanda, crisi economica come mai vista e alimentare. Tutto ciò non è il peggio. Il peggio è nel clima di odio, divisione, vendetta che copre la nazione. Vogliono il sangue. Scoppia la guerra civile che fù possibile grazie al gran numero di armi circolanti a causa del conflitto mondiale appena terminato e dagli arsenali abbandonati da eserciti in fuga o che occupano l’Italia.
Nel nostro immediato futuro direi che si stanno ripetendo già quelle condizioni post 1945. Abbiamo anche il clima di odio e divisione le cui prove generali le abbiamo già viste con la farsa pandemica. Mancano solo le armi per armare gruppi e milizie.
Quale nostro nemico, o per meglio dire falso amico, potrebbe avere interesse a fare entrare in Italia grandi quantità di armi per precipitarci nel caos?
Ricorderà certamente la profezia di Irlmayer: “in Italia le cose vanno selvaggiamente” oppure le visioni di Bruno Cornacchiola il veggente delle tre fontane che vide Roma devastata.
Un caro saluto a lei e ai lettori del blog.
Le risponderei la Gran Bretagna ma mi sembrano invischiati in una situazione persino più grave della nostra.
Cesare buongiorno e grazie per l’articolo!
Io onestamente sono contento dell’esito delle votazioni, si vede il cambiamento e la bilancia non pesa più dalla parte sbagliata!
E’ un segno importante.
Una cosa solo le vorrei chiedere. Come mai lei pensa che ci voglia un biennio o triennio all’Italia per uscire dall’Europa? Viste sia le elezioni, e in vista di Trump a novembre? La ringrazio sempre
Grazie Edoardo, è solo una mia ipotesi fatta anche in base agli accadimenti politici da te citati.
Grazie Sacchetti, apprezzo sempre sia il modo di affrontare, confutare ed elaborare le informazioni e sempre con la dovuta cautela, sia il modo di scriverle. Indubbiamente infonde molto ottimismo e ribadisce e non ripete, come alcuni volgliono far figurare il suo lavoro. Vorrei dedicasse più approfondimenti circa la situazione di Isdraele e la ricostruzione del terzo tempio come anche profetizzato nella Bibbia. Ovviamente solo vivendo sapremo, ma come non pensare che prima guerra mondiale, la seconda e poi la pandemia con annesso il grande risveglio siano solo passi per ricostruire il terzo tempio (e più o meno tutti i cristiani dovrebbero sapere cosa significa). Forse egoisticamente vorrei tanto che scrivesse un articolo che spieghi che questo tempio non lo ricostruiranno mai. Un po’ ovunque stanno sdoganando l’intelligenza artificiale, parlano di reddito universale (lo stesso Musk), sostituzione dei lavoratori e dirigenti con le macchine ecc..Come non pensare che una digitalizzazione che porta a controllo dettagliato delle masse sempre maggiore possa arrestarsi? Le massonerie nazionali potranno anche essere smantellate ma quelle internazionali? Come affrontare queste preoccupazioni. I ragazzi sono sempre più indeboliti, sia mentalmente che moralmente dalle tecnologie e con le loro false comodità. A volte mi viene solo da pensare che sia un processo inarrestabile; un processo che cambia forma ma che sostanzialmente vada avanti. Comunque grazie infinite per il suo lavoro, cordiali saluti a tutti.
La ringrazio, Marco. Sulla ricostruzione del Tempio ho scritto almeno un paio di articoli dove parlo del progetto della Grande Israele che, ad oggi, è lontanissimo. Per il resto, si deve partire un po’ alla volta. Prima bisogna mettere fine a tale sistema politico. Poi si iniziano a ricostruire i fondamenti della società.
Ma se vediamo i dati globali di tutti gli italiani, estero compreso, vediamo che su poco più di 51/52 milioni di diritto al voto hanno votato poco più di 23 milioni. Quindi la percentuale scende a circa il 46%. Ma poi bisogna togliere quel 3/4% di schede bianche, nulle e non valide e si scende ancora. La nostra eletta Giorgia ha detto che “gli italiani sono con noi” che non è comunque vero. È solo circa un 11% degli italiani. Inoltre, con la porcata, mai successo prima, di candidarsi da capo di un governo, Fdl ha portata a casa 2 milioni di voti a nome Giorgia, che non avrebbero mai preso con un candidato Pinco Pallino. Questo è quanto. O no? Poi chi ha vinto o perso a noi interessa sempre poco. Buon per loro che si imbarcheranno una paccata di soldi. Ma questo è un altro discorso.
Salve, mi scusi per quanto riguarda l’ astensionismo non ho compreso se riguarda il 49 per cento di tutti i paesi europei votanti o solo l’ Italia, cioe’ l’ europee sono andate male perche’ tutti i paesi insieme sono arrivati al 49 per cento o solo l’ Italia?
Ormai sono anni che non voto per questo volevo capire e avere chiarezza, grazie.
Italia, Veronica. Il dato è riferito all’Italia.
Che ne pensi invece del dato globale europeo, che vede una crescita, anche minima, dei votanti rispetto alle elezioni precedenti?
Fermo restando che la mia “invidia personale” è, per esempio, per le percentuali dei votanti in Croazia: avrei desiderato dati simili per l’Italia naturalmente. Grazie come sempre e a presto
Se da loro c’è stata crescita e da noi diminuzione conferma ancora una volta che siamo il popolo più intelligente d’Europa.
Allora se vedi i dati delle ultime elezioni in Tunisia che non hanno, se ricordo bene, superato il 14% e al ballottaggio il 12% muori di invidia. È poi le chiamano rappresentanze democratiche.
Ora che siamo scesi sotto il 50% in queste elezioni europee
è possibile formare dei comitati cittadini per chiedere un
referendum per l’uscita da ue/euro o non è previsto ?
Sapevo che tempo addietro Di Maio aveva promesso in campagna
elettorale un referendum sull’uscita dall’euro. Ovviamente
poi si sono rimangiati le promesse…
Non è previsto un referendum per uscire dall’euro sotto la soglia del 50%. È una montatura che qualcuno ha messo in circolazione. Il punto dell’astensionismo è quello spiegato in questo e in precedenti contributi.