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L’Ungheria approva la legge anti-Soros
di Cesare Sacchetti
Alla fine il braccio di ferro tra il primo ministro ungherese Viktor Orban e il finanziere americano, George Soros, sembra essere stato vinto dal politico magiaro.
Ieri sera infatti nel parlamento ungherese è stato approvato il pacchetto legislativo ribattezzato “stop Soros” proprio perchè impone a quelle Ong spesso finanziate da Soros e attive nella promozione dell’immigrazione illegale in Europa, severe restrizioni.
In particolare la legge in questione prevede che le Ong o le organizzazioni che in qualche modo aiutano gli immigrati irregolari ad essere informati sulle procedure di asilo in Ungheria, fornendo loro assistenza finanziaria o logistica, siano punite con 12 mesi di carcere.
Non solo. Ai dipendenti delle Ong impegnati ad alimentare il fenomeno dell’immigrazione clandestina potrebbe essere impedito di operare nelle aree di frontiera dell’Ungheria sulla base della decisione discrezionale delle autorità ungheresi.
La nuova legge prevede anche che queste organizzazioni chiedano una sorta di licenza all’Ungheria per poter operare nello stato magiaro.
Si tratta sicuramente di un duro colpo alla rete di organizzazioni internazionali finanziate dal magnate statunitense, George Soros, che in passato aveva dichiarato pubblicamente come il destino dell’UE fosse quello di “dover accettare almeno un milione di richiedenti asilo all’anno per il prossimo futuro e per farlo, deve distribuirne il peso correttamente.
Di parere opposto il titolare del ministero dell’Interno magiaro, Sandor Pinter, che ha dichiarato di voler utilizzare il provvedimento in questione per impedire che “l’Ungheria diventi un paese di immigrati.”
Lo scontro sull’immigrazione tra i rappresentanti dell’esecutivo ungherese e la rete di organizzazioni internazionali legate a George Soros va avanti da diverso tempo.
Recentemente era stato György Bakondi, consigliere per la sicurezza nazionale ungherese, a denunciare il ruolo del fondatore della Open Society nel finanziamento di una Ong tedesca che distribuiva ai migranti africani un dettagliato manuale che conteneva tutte le istruzioni per immigrare clandestinamente in Europa ed in Ungheria.
Bakondi aveva denunciato la pericolosità del progetto di Soros nell’alimentare un fenomeno che non ha in sè nulla di spontaneo, ma è coordinato da queste Ong dall’Europa con gravi conseguenze sulla stabilità e l’ordine pubblico degli stati europei.
Erano state queste ingerenze negli affari nazionali dell’Ungheria a indurre il parlamento magiaro a discutere una serie di norme per impedire le attività di organizzazioni che dietro un’apparente facciata umanitaria spesso minano la stabilità degli stati che le ospitano promuovendo la politica dei confini aperti.
Il pugno di ferro dell’esecutivo ungherese contro la rete che alimenta l’immigrazione clandestina aveva spinto la Open Society di Soros a lasciare l’Ungheria già lo scorso mese, quando aveva pubblicato un comunicato stampa sul proprio sito nel quale dichiarava che tale decisione era stata presa in seguito “all’aumento delle politiche repressive e di carattere legale avute in Ungheria” con il conseguente trasferimento dei dipendenti della sede di Budapest.
Ci si chiede a questo punto se lo stesso esempio di Orban che ha deciso di porre fine alle controverse attività di Soros in Ungheria, non possa essere seguito in Italia dal governo M5S-Lega, dal momento che il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva dichiarato di voler approvare una legge simile per limitare le attività del magnate americano.
La contiguità di vedute sul contenimento del fenomeno migratorio da parte di Salvini e Orban e sul ruolo di Soros nell’alimentare i flussi di migranti verso l’Europa, fa pensare che questa possibilità non sia affatto remota.
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