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Cesare Sacchetti

Lo studio scientifico che ribalta tutto:”gli asintomatici non contagiano nessuno”

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Categorie: Dittatura sanitaria

25/05/2020

di Cesare Sacchetti

Uno studio scientifico fondamentale che cambia l’intera narrazione sugli asintomatici Covid è stato recentemente pubblicato da Elsevier, la casa editrice più importante al mondo nel campo medico e scientifico.

La ricerca è stata realizzata da otto scienziati cinesi che hanno esaminato il caso di una 22enne donna risultata asintomatica positiva all’ospedale di Guangdong.

I medici per ricostruire tutte le persone che sono entrate in contatto con la donna hanno condotto la classica indagine epidemiologica.

Ad avere contatti con la asintomatica in questione sono state ben 455 persone tra personale ospedaliero, membri famigliari e pazienti ospedalieri.

I risultati della ricerca sono clamorosi. Nessuno di loro ha contratto l’infezione da Covid-19 e pertanto le conclusioni di questa indagine di fatto confermerebbero la completa inutilità delle misure precauzionali adoperate dal governo Conte e dalle regioni in merito al distanziamento sociale e all’uso delle mascherine.

La storia del contagio

La donna oggetto dello studio si è presentata al pronto soccorso di Guangdong lo scorso 13 gennaio in seguito ad una sintomatologia che si è manifestata con un affaticamento respiratorio e febbre.

I medici dell’ospedale in seguito ad esami e analisi della paziente hanno ascritto questi sintomi ad una patologia cardiaca congenita che la donna aveva già da molti anni.

Nonostante questo, in seguito alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, la 22enne è stata sottoposta ai protocolli di rito prescritti dal Centro per il controllo e la diffusione delle malattie cinese, ed è stata conseguentemente sottoposta al test del tampone.

l test hanno confermato la sua positività al virus, ma i medici hanno rilevato che la donna non manifestava nessun sintomo da Covid e pertanto rientrava nella numerosa categoria degli asintomatici.

A quel punto, è stato deciso di ricostruire il percorso a ritroso di tutti i luoghi frequentati dalla donna fino a quel momento per stabilire chi potenzialmente potesse avere contratto il virus.

L’indagine ha interessato 455 persone, suddivise tra 35 pazienti dell’ospedale dove si trovava il paziente zero, 224 operatori sanitari della stessa struttura e 135 membri della famiglie delle due categorie in questione.

Tutte le persone sono state sottoposte al test per individuare la loro positività al Covid anche più di una volta, ma nessuna di queste ha manifestato il contagio al virus.

In altre parole, la trasmissibilità della 22enne asintomatica è stata pari a zero.

Nel corso della loro ricerca i medici hanno scoperto anche che una 37enne aveva manifestato sintomi come febbre e tosse.

Ma la sua sintomatologia non era in alcun modo legata ad una sua positività al Covid, in quanto la donna da tempo lamentava una tonsillite e i suoi problemi di salute erano riconducibili a questa patologia.

Sono gli stessi scienziati a spiegare che la ragione per la quale alcune persone oggetto dell’indagine hanno manifestato problemi respiratori durante il periodo preso in considerazione è senza dubbio ascrivibile al precedente quadro clinico dei pazienti.

“Abbiamo analizzato dati clinici ed epidemiologici dei 455 pazienti che sono stati esposti al paziente asintomatico. Tutti i 455 contatti sono stati esclusi dal contagio del SARS-CoV-2. Delle 231 persone sottoposte alla quarantena (196 membri delle famiglie e 35 pazienti) 229 sono state rimosse con esito positivo dall’osservazione medica e due sono morte per attacco cardiaco. Sintomi respiratori nuovi o già presenti sono emersi nei pazienti che vanno considerati come una conseguenza della loro originale malattia e delle complicazioni di questa.”

Nessuno quindi ha contratto il coronavirus e le persone che hanno avuto problemi respiratori, li hanno avuti per le loro patologie pregresse.

L’indagine ha un’affidabilità statistica notevole se si considera che nessuno dei 455 contatti ha preso il virus e che il tempo medio di esposizione delle persone alla 22enne asintomatica positiva non è stato di poche ore, ma di ben quattro giorni.

I medici fanno notare anche un altro aspetto non trascurabile. Tra i 455 interessati non erano pochi quelli che indossavano protezioni particolari come il personale ospedaliero o altre che portavano le mascherine.

Ma le mascherine sono state comunque tolte per mangiare e bere e nonostante questo il virus non si è diffuso in alcun modo.

In pratica, portare o no le mascherine se si è a contatto con un asintomatico non farebbe alcuna differenza. Il virus non si trasmette in ogni caso.

Le conclusioni degli scienziati a questo punto ribaltano tutto quanto è stato affermato fino ad ora. Gli asintomatici praticamente non sono in grado di diffondere il contagio.

Concludiamo che l’infettività di alcuni portatori asintomatici SARS-CoV-2 sia debole. Questa scoperta implica che non c’è bisogno di preoccuparsi indebitamente per i pazienti asintomatici durante la pandemia in corso di COVID-19. Inoltre, gli eccessivi test agli asintomatici non sono necessari e questo può essere utile ad allentare la pressione al sistema sanitario pubblico. Nello sviluppo delle circostanze dell’epidemia, si nascondono crescenti preoccupazioni su pazienti asintomatici nella comunità. Ad ogni modo, la combinazione della nostra ricerca e le misure di difesa attualmente prese, ci portano a sperare che queste preoccupazioni siano malriposte e crediamo che il mondo vincerà questa battaglia certamente.”

L’antiscientificità del distanziamento sociale e delle mascherine

L’asintomatico quindi non è un mostro o un nemico da temere. Se i risultati di questo studio scientifico sono corretti, si smonterebbe completamente tutta la strategia intrapresa dal governo Conte riguardo la fase 2 e la stessa fase 1.

I test al tampone fatti su molti asintomatici sarebbero quindi un enorme spreco di denaro pubblico.

La campagna martellante e terroristica che invita al distanziamento sociale a sua volta è inutile ed enormemente dannosa perchè volta a criminalizzare la socialità delle persone e il loro contatto fisico.

Non ci sarebbe pertanto alcun bisogno di distanziare i tavoli al ristorante o di fare file per entrare in un qualunque esercizio commerciale.

Allo stesso modo, le mascherine, come già spiegato da altri scienziati, si confermerebbero totalmente inutili e persino dannose per la corretta respirazione delle persone.

Lo stesso vale sulle intenzioni espresse dal governatore dell’Emilia Romagna, Bonaccini, di “scovare casa per casa i positivi e isolarli.”

L’asintomatico positivo a questo punto sarebbe completamente innocuo e allontanarlo dalla sua famiglia, persino senza il suo consenso come auspicato dal presidente della provincia di Trento, Fugatti, sarebbe una enorme violazione dei diritti umani oltre che completamente ingiustificato dal punto di vista scientifico.

Studi scientifici autorevoli stanno dimostrando come tutta la strategia intrapresa dal governo Conte e dal suo comitato tecnico-scientifico non abbiano nulla a che vedere con la tutela della salute pubblica.

Sta emergendo una chiara volontà di disgregare la socialità e reprimere le occasioni di incontro delle persone.

Sta emergendo una volontà che sotto il falso pretesto della sicurezza sanitaria mira a privare i cittadini dei loro diritti costituzionali.

Il distanziamento sociale è l’arma attraverso la quale si sta creando una società dove la piccola e media impresa è destinata a sparire per queste assurde regole, sostituite da grandi gruppi privati stranieri che prendono possesso delle eccellenze del Paese.

Il virus che sta mettendo a rischio la vita delle persone non è il coronavirus.

Il virus che sta mettendo a rischio la vita e i diritti delle persone è questo regime totalitario che ha preso in ostaggio un intero popolo e sta provocando un’ondata di odio e disperazione senza precedenti nella storia d’Italia.

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42 Commenti

  1. beppe pal

    Quello che segue correla il tuo post sull’indagine a ritroso di tutti i luoghi frequentati dagli asintomatici per stabilire chi potenzialmente potesse avere contratto il virus… e tra 455 contati nessuno ne è risultato contagiato… che chiamo “Tesi A” a quanto risulta qui http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/05/il-nuovo-coronavirus-muta-in.html
    detto che tale indagine del dott. Bacco copre la fascia di età da 18 a 55 anni lascio al testo la descrizione.
    Al punto V L’incidenza degli asintomatici: quasi il 90% degli infetti non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al COVID19, primo tra tutti l’aumento della temperatura corporea;
    al punto VII ll ruolo, nella diffusione, delle varie fasce d’età: i veri untori sono stati i soggetti fino ai 30 anni, quasi sempre completamente asintomatici, hanno infettato ed amplificato il resto della diffusione.
    Il punto V e VII lo chiamo “Tesi B”.
    tra “tesi A” e “tesi B” non c’è contraddizione .
    In particolare il Punto VII di B presuppone che gli asintomatici siano gli untori. Tale assunto però non trova alcun riscontro oggettivo nella indagine stessa perché a differenza di quanto in Tesi A non risulta che sia stata fatta una ricostruzione dei contatti degli asintomatici… per tale evidente motivo questa “indagine a metà” non può essere in contraddizione con la “Tesi A” dove l’indagine è intera.
    Conseguenza: un dato è comune a due indagini (l’esistenza di asintomatici, di cui la “tesi B” dice pure che sono numericamente moltitudine) ma una sola ha condotto indagini sulla trasmissibilità.
    La logica conclusone è che la “tesi A” potrà essere eventualmente smentita soltanto se da una indagine relazionale degli asintomatici pel punto VII della “Tesi B” risultasse la loro capacità untoria.
    In ogni caso, e in assenza di prova contraria, la “Tesi A” è estensibile anche al punto VII della “tesi B”.
    Conclusione. La “Tesi A” dell’articolo è al momento vera ed autentica ed è un’altra evidenza che il Covid 19 non è una pandemia ma una ideologia, e dovrebbe essere uno stimolo in più per ragionare costantemente di Disobbedienza Civile ad un regime totalitario.

    Rispondi
    • Luana Viciani

      Felicissima di quanto leggo! Sono sostenitrice di questa tesi dall’inizio della pandemia per le mie conoscenze (sono dott.ssa in Chimica e tecnologie Farmaceutiche). Non ho trovato NESSUN sostenitore delle mie idee; leggendo questo articolo ho gioito. Grazie.

      Rispondi
      • Massimiliano

        Mi domando: se gli asintomatici non trasmettono il virus, come diavolo siamo arrivati a 33.000 morti? Tutti questi disgraziati sono venuti a contatto solo con gente malata? Ok. Ma allora quanti cavolo sono (o sono stati) i malati in giro per l’Italia per riuscire ad accoppare 33.000 persone?

        Rispondi
        • beppe pal

          forse non sono io a dover soddisfare la tua domanda. Tuttavia, oltre quanto trovi scritto qui e nel sito” Cruna dell’ago” prova a dare un’occhiata pure a quest’altro sito https://www.dietrolospecchio.it/ NB. si può leggere ma non commentare. Ma leggere basta.
          invito che vale per tutti.

          Rispondi
        • ANDREA sisto

          teniamo sempre una porta aperta a meccanismi di trasmissione che non conosciamo..durante la famosa peste manzoniana, si sospettava già che la peste avesse una trasmissione interumana..infatti, si separavano i malati dai sani e si bruciava il corpo dei cadaveri e i vestiti..pur non comprendendo il meccanismo di diffusione…solo trecento anni più tardi si scoprì il ruolo dei ratti…quindi qualsiasi politica di distanziamento sociale non avrebbe potuto portare grossi benefici, o, comunque, non avrebbe potuto portare i benefici che una politica di igiene urbana e personale avrebbe portato (all’epoca non esistevano nemmeno le fogne nelle città)…chissà, magari prima o poi si scoprirà che esiste un meccanismo di trasmissione che noi neanche ipotizziamo

          Rispondi
        • Francesco Palmisano

          Lo hanno trasmesso i sintomatici,mi sembra ovvio.

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      • Vittorino

        Però lo studio del professor crisanti eseguito nel comune di Vo’ Euganeo arriva a conclusioni esattamente contrarie. E questo studio non considera un solo paziente cosidetto asintomatico ma una pluralità, quindi mi verrebbe da dire che ha una valenza statistica superiore

        https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/04/20/news/coronavirus_a_vo_la_fotografia_del_contagio_il_43_2_sono_asintomatici-254527783/?fbclid=IwAR3Jv77oJGD7J2JQsucmmC-Xbax6wk7zu55IMaS-gGV_4MltRIyXVCmmYIc

        Rispondi
    • Andrea Sisto

      Buongiorno, secondo me nel ragionamento c’è una distorsione di fondo… in ogni istante della mia vita io posso essere asintomatico o “asintomatico e in incubazione di una forma sintomatica, quindi potenzialmente contagioso”..questo lo posso sapere solo dopo che mi sono comparsi i primi sintomi..nel mentre, il mio non uso della mascherina potrebbe comportare un rischio, inutile, nei confronti delle persone che incontro. Per questo sono sostenitore delle mascherine e dei guanti e obbligherei tutti ad indossarle, non per proteggermi dagli altri ma per proteggere gli altri da me..è un pò il motivo per il quale la rc auto è obbligatoria..il mio grado di rischio lo scopro solo dopo che ho osservato di non aver causato incidenti..non lo conosco prima..siccome tutti farebbero lo stesso ragionamento, ognuno di noi sovrastimerebbe la probabilità di non causare incidenti e nessuno sottoscriverebbe l’rc auto.

      il problema del ruolo degli asintomatici è semplicemente mal posto, per mancanza di dati scientifici. Premetto che non sono nè medico, nè biologo, nè virologo, ma statistico..per ragionare sul ruolo degli asintomatici occorrerebbe innanzitutto una politica di tamponi “ad ampio respiro” in modo tale da verificare la carica virale degli asintomatici e osservare se la carica virale degli asintomatici sia statisticamente differente dalla carica virale dei sintomatici. In Italia, per la politica dei tamponi, esiste un chiaro problema di selezione: si fanno tamponi solo ai sintomatici, i tamponi degli asintomatici sono frutto di un processo di selezione (i fortunati ai quali hanno fatto il tampone a seguito di un contatto con un positivo). Inoltre, occorrerebbe determinare chi siano gli asintomatici. Mi spiego meglio. Il Covid avrà sicuramente un periodo di incubazione, durante il quale non sono ancora comparsi i sintomi. Se testassi una persona a caso, la trovassi positiva e asintomatica..cosa mi farebbe comprendere che sia effettivamente asintomatica o semplicemente in un periodo di incubazione? Se la risposta fosse “il tampone agli asintomatici lo si esegue dopo 14 giorni di isolamento, durante il quale ho osservato l’assenza di sintomi, e per questa osservazione ho concluso che la persona testata sia asintomatica” avrei ancora una remora in quanto la carica virale andrebbe testata all’inizio di una infezione e non dopo 14 giorni..”Risolti” questi problemi di metodo, solo una indagine sul carico virale getterebbe una luce chiara sul ruolo degli asintomatici. Anche io temo che i sintomatici abbiano una carica virale molto maggiore degli asintomatici, motivo che spiegherebbe come mai il covid si sia radicato in luoghi con scarsa ventilazione (rsa, comunità, ecc)..il continuare a respirare aria infetta potrebbe essere stato un volano non da poco al contagio nelle comunità chiuse..tuttavia, non mi spiegherei come il covid si sia diffuso sul territorio se gli asintomatici non avessero avuto un ruolo

      Rispondi
    • Giovanna d' Andrea

      Qui si parla del dott. Crisanti che ha operato a Vo Euganeo, e che per la sua esperienza sostiene che gli asintomatici hanno facolta’ di trasmettere il virus, di converso voi portate pareri siti facebook

      Rispondi
      • Cesare Sacchetti

        Crisanti non è nemmeno un virologo ed è stato finanziato da Bill Gates. Quello che dice lui non sposta nulla.

        Rispondi
        • andrea sisto

          Però lui ha pubblicato su Nature..che non è roba da poco..indipendentemente dai risultati di questo o di un altro studio, sono convinto che ci manchi qualche tassello per comprendere l’eventuale ruolo degli asintomatici..quello che mi lascia perplesso nel lavoro di Crisanti è che ne abbiano trovati fin pochi di asintomatici..la struttura asintomatici-sintomatici-pazienti gravi dovrebbe essere piramidale, con una base ampia di asintomatici e un vertice di sintomatici, invece a Vo’ solo il 40% dei positivi era asintomatico…che Crisanti sia finanziato da Gates non vuol dire nulla, è stato finanziato su un progetto specifico (anche un ottimo progetto visto che era rivolto a eradicare la malaria) che nulla centra con il covid..

          Rispondi
          • Cesare Sacchetti

            Vuol dire eccome, perché ha un conflitto di interessi grosso come una casa. Tra l’altro, ci sono riviste prestigiose come The Lancet dove hanno fatto pubblicare una pornostar. Quindi..

          • Andrea Sisto

            secondo me sta dicendo una castroneria immensa..sa quanti progetti di ricerca avrà finanziato Gates? Crisanti ha partecipato a un progetto di ricerca contro la malaria, per la creazione di zanzare anofeli non fertili, lavoro del 2018 iniziato 10 anni prima..nulla a che spartire con il Covid..quando Crisanti veniva finanziato il covid neppure esisteva..se poi pensa che sia facile pubblicare su Nature, prenda un dottorato, vinca una cattedra e poi vediamo se riesce a pubblicare lì..

          • Cesare Sacchetti

            Per me la castroneria la sta dicendo lei. Il fatto che abbia pubblicato su Nature non vuol dire che abbia detto delle cose giuste. Bisogna vedere quello che si scrive, non solo il contenuto. Tra l’altro, Crisanti non è nemmeno esperto di virologia. Viene da un settore diverso.

        • ANDREA SISTO

          però è Lei che sta giudicando il lavoro di Crisanti solo dal fatto che sarebbe stato finanziato da Gates in passato su un progetto di ricerca che nulla ha a che fare con il Covid..quali sarebbero gli elementi di criticità del lavoro di Crisanti? Dati raccolti male? Metodo di analisi superato? Problemi sull’analisi econometrica-statistica? Perchè è così che evolve la ricerca scientifica, cercando potenziali errori nelle analisi pubblicate..nell’articolo che Lei cita nel Suo articolo, grosse criticità non ce ne sono..uno potrebbe controbattere solo se è in possesso di dati che migliorano l’analisi e “ribaltano” il risultato oppure se individuasse delle falle nel metodo di ricerca..la mia critica è solo rivolta al fatto che il lavoro di Crisanti sia “denigrato” non per il suo contenuto ma per una questione che non ha niente a che fare con il lavoro.

          Rispondi
          • Cesare Sacchetti

            Lei continua a dire che il lavoro di Crisanti non ha criticità senza spiegare perché questo lavoro sarebbe da tenere in considerazione.

  2. skarfe

    E’ stato analizzato un solo caso,pur con 465 contatti. Avrei valutato meglio esaminare 100 casi dispersi a caso e i loro contatti.

    Rispondi
  3. Andrea

    Certo… si dice tutto e il contrario di tutto, però se non si fa terrorismo mediatico, la cosa non interessa, o non è attendibile, o va verificata… Intanto il paese va in rovina, senza interrogarsi e comprendere realmente cosa è accaduto e cosa sta accadendo adesso…

    Rispondi
  4. Luana Viciani

    Felicissima di quanto leggo! Sono sostenitrice di questa tesi dall’inizio della pandemia per le mie conoscenze (sono dott.ssa in Chimica e tecnologie Farmaceutiche). Non ho trovato NESSUN sostenitore delle mie idee; leggendo questo articolo ho gioito. Grazie.

    Rispondi
    • Roberto

      Idem!! Anche io ho sempre sostenuto questa cosa.

      Rispondi
  5. Gabriella Gatto

    Informazioni utilissime, di cui ora c’è assoluto bisogno per smontare le persecuzioni nei confronti delle persone sane! Vero, c’è la volontà di disgregare il tessuto sociale , creare sospetto reciproco e separare le persone. Tutto ciò per raggiungere e giustificare gli step successivi ancora più criminali. Bisogna rifiutare il lavaggio del cervello e diffondere queste informazioni. Resistere. E rifiutare qualunque app!

    Rispondi
  6. Lorenzo

    Gli italiani sembrano impazziti, sono completamente terrorizzati, probabilmente si sognano i virus pure la notte, ti guardano male se ti avvicini, se non porti la mascherina, fanno le passeggiate con la mascherina anche se sono da soli, guidano da soli con la mascherina, la fanno indossare ai bambini sotto i sei anni… Non ho parole. Poi, se verrà fuori la verità, come si sentiranno?

    Rispondi
    • Simona torrini

      Idioti

      Rispondi
  7. Riccardo Carati

    io (da modesto medico di base, che però si interessa da sempre alla faccenda) affermo dall’inizio che la realtà non è quella dei televenditori di medicina o dei commissari da strapazzo; il virus non si ferma con mascherine (dannose più che utili) nè con guanti (viva le dermatiti), tanto meno col distanziamento sociale: tutto questo sta solo portando a trascurate le altre patologie e la depressione che ci stanno causando. Basta, riprendiamo le nostre libertà

    Rispondi
  8. Gianna Perrone

    Ho sempre sostenuto questa tesi sin dall’inizio, alcuni mi hanno dato della pazza. Spero che Conte si decida a togliere le assurde restrizioni che danneggiano l’ umanità e l’economia

    Rispondi
  9. Riccardo

    Se mettete anche il documento originale o un link della ricerca forse potrei crederci. Date anche la possibilità di appurare la verità di quello che dite, così con la prova non c’è nessun dubbio.

    Rispondi
    • Cesare Sacchetti

      Guardi che il link della ricerca c’è. È linkato proprio all’inizio dell’articolo.

      Rispondi
  10. Alfonso Zinelli

    Ascoltando le parole del dott. Stefano Montanari il quale ha sempre sostenuto che potendo analizzare l’intera popolazione si scoprirebbe che risulterebbero asintomatici positivi il 30-35% delle persone: viene di conseguenza che se fossero contagiosi nel giro di qualche giorno lo saremmo tutti.
    Quindi, un GRAZIE infinito a questa rinomata ricerca la quale ha dimostrato che tutta la mastodontica organizzazione di sistemi di distanziamento compresi i provvedimenti già da alcuni adottati non servono a nulla. Riprendiamo la nostra vita cercando di stare tranquilli e magari facendo in modo che NESSUNO POSSA OCCUPARE IL SUO TEMPO PER STUDIARE SISTEMI PER SFOLTIRE IL GENERE UMANO.

    Rispondi
  11. Iris

    La follia è che ancora si discuta di asintomatici e contagi riguardo ad un’influenza un po’ più forte del solito che come al solito colpisce anziani con diverse patologie pregresse, fatta passare per peste bubbonica.

    E la follia ancora più grande è che ci sia gente disposta a farsi fare tamponi e test, quando uno scienziato serio -come Montanari- sa perfettamente che siamo un covo di batteri che camminano da sempre.

    Nemmeno centomila virus valgono un solo secondo di libertà persa per colpa di un governo di incompetenti che si affida a virologi da social e salotto TV.

    Come sempre l’Italia è una situazione tragica ma nulla di serio.

    Voglio vedere se questo commento passa o il politicamente corretto vale anche in tempi di dittature sanitarie basate su puro terrorismo mediatico e nulla più.

    Rispondi
    • Mocion

      Montanari serio le batte tutte. Ma si allude a QUEL farmacista che prima pubblica una lista di alimenti con dentro di tutto e poi, sul suo stesso sito, dice che non è poi così scientifica. Quel Montanari che pubblica un articolo sulle skifezze trovate nei vaccini e, comicamente, ammette che sono tra le cose più pure sul pianeta, anche con l’inquinamento indotto dal campionamento (acciao inossidabile nei vaccini ??? Ma a che servirebbe ? Toh l’ago delle siringhe è in acciaio….) Tanto per dirne un paio di obiezioni.

      Rispondi
  12. silvio

    Domanda: ma qualcuno lo ha letto questo benedetto studio? Sembrerebbe proprio di no, visto che si giunge ad una conclusione evidentemente in contrasto con lo studio stesso. Io l’ho fatto, invito tutti a leggerlo, per constatare di persona.
    Lo studio esamina il caso di una donna, positiva al covid e asintomatici, che è entrata in contatto con 455 persone, tra familiari, amici/conoscenti e personale medico. La donna stessa, i familiari e gli amici/conoscenti indossavano costantemente la mascherina, non c’è scritto di che tipo, ma presumibilmente quelle chirurgiche imposte alla popolazione in Cina. Tutti costoro toglievano la mascherina solo per bere e mangiare. Il personale medico entrato in contatto con la donna, indossava i dispositivi dpi previsti per il personale sanitario, in particolare le mascherine di tipo N95, anche in questo caso tolte solo per mangiare e bere.
    A me pare che questo caso NON dimostri che gli asintomatici non contagiano, ma al più, che se si adottano tutte le precauzioni opportune, come le mascherine, un positivo può anche non contagiare nessuno, cioè il contrario di quello che gli interpretatori a senso unico vogliono far credere.
    Il caso di studio vero per la scienza sarebbe comprendere come facciano certe persone a dedurre da tale studio che gli asintomatici non contagiano oppure che le mascherine non servono.

    Rispondi
    • Cesare Sacchetti

      È incredibile perché lei sostiene di aver letto lo studio ma evidentemente non lo ha compreso, dal momento che sono gli stessi scienziati che lo hanno fatto a dire che non c’è ragione di preoccuparsi per gli asintomatici. Le mascherine non servono perché il virus ha una dimensione infinitesimale minore rispetto alla trama del loro tessuto e passa senza problemi. Le suggerisco di approfondire meglio queste questioni, magari da virologi e scienziati seri, non da quelli che frequentano i salotti TV.

      Rispondi
      • Mocion

        Non hanno detto così, leggiamo bene. Ed affermare che il virus passa per le mascherine in senso stretto è vero, ma come anche le mattonelle sanno, un virus isolato nell’ambiente muore in pochissimo tempo. Un virus ha bisogno di una cellula, da solo muore. Se è invece veicolato in una specie di ‘substrato’ che lo protegge (droplets, muco, umidità della pelle ecc.) allora sopravvive per un pò, il tempo per infettare. Se siete così convinti, perchè non andate a farvi starnutire o tossire in faccia da qualche positivo per dimostrare che non è vero ? La Natura farebbe il suo corso, nel bene e nel male Quelli che hanno scoperto l’helicobacter se lo sono ingerito per dimostrare la loro teoria. Hanno vinto il nobel. Gente coraggiosa, non leoni da tastiera.

        Rispondi
        • Cesare Sacchetti

          Paragonare l’helicobacter al Covid fa veramente ridere. Il Covid ha una letalità ridicola non diversamente dalle comuni influenzae. Quando ha finito di fare terrorismo, ci avvisi.

          Rispondi
  13. Massimo

    E’ un Free PMC article. ovvero un articolo senza verifica sperimentale. Come quelli di Montanari, sono di dubbia qualità, a voler essere buoni (impact factor 3.237 del journal dov’è stato pubblicato). D’altronde, come altri hanno sottolineato, indica solo che una buona prevenzione fornisce buoni frutti.

    Tanto per dire:
    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32178768/

    Su 372 contatti 347 si sono presi il covid-19. E sta su Lancet (impact factor 59+). 32 asintomatici non hanno preso il virus (da vedere se avevano DPI, ecc.)

    Anche ammettendo che tutti gli articoli siano buoni, esiste una variabilità acclarate nell’infezione. Per il primo articolo potrebbe essere anche un colpo di fortuna.

    Rispondi
  14. Mocion

    legge anche :

    Based on the foregoing discussion, we conclude that the infectivity of some asymptomatic SARS-CoV-2 carriers might be weak. ‘MIGHT’. non ‘IS’.

    Rispondi
  15. silvio

    Lo studio l’ho letto. Lei lo ha letto? Se sì, evidentemente deve averlo letto superficialmente.
    La frase contenuta nelle conclusioni è questa, riportata pari pari, senza alterazioni:
    “Infectivity of some asymptomatic SARS-CoV-2 carriers might be weak. Effective prevention and control measures are helpful to prevent COVID-19 spread of asymptomatic carriers. The result of this study may alleviate parts of the public concern about asymptomatic infected people”
    Come vede, si fa riferimento alle condizioni della prova, ovvero che l’asintomatico e tutti i suoi 455 contatti avevano sempre le mascherine (le “prevention and control measures” citate). Se si devia da tali condizioni, lo studio non predice cosa succede (ed è corretto, perché si tratta di scienziati, non di chiromanti).
    Per me, non si può dedurre che gli asintomatici non contagiano, ma solo che “se tutti usano le mascherine e le precauzioni suggerimenti, gli asintomatici potrebbero non contagiare”. La differenza non è poca.
    Diverso sarebbe stato se l’asintomatico fosse stato lasciato libero di girare senza mascherina e di interagire con altre persone senza mascherina, in quel caso la sua conclusione sarebbe corretta, ma mi spiace, lo studio non dice questo.
    Oppure, se l’intenzione fosse quella di dimostrare l’efficacia delle mascherine, allora avrebbero dovuto prendere un paziente SINTOMATICO, mettergli la mascherina, farla indossare a tutti i 455 contatti, e verificare i contagi. Ma lo studio non dice nemmeno questo, quindi nemmeno si può concludere con sicurezza le mascherine sono efficaci al 100%.
    Riguardo ciò che dice lei, l’ho già sentito, ma faccio notare che le mascherine non devono fermare il virus, ma il droplet, cioè le goccioline che lo contengono. Se fosse come dice, allora i chirurghi che operano con tutti le mascherine devono essere una massa di idioti, visto che non servono a nulla. Non le torna?

    Rispondi
    • Cesare Sacchetti

      Ma perché lei lo legge come più fa comodo a lei, dal momento che le persone le mascherine se le sono tolte per mangiare e bere e nessuno si è contagiato. Per quanto riguarda i chirurghi con le mascherine, può chiedere agli addetti ai lavori che le portano. Non servono a fermare agenti patogeni. È cosa nota.

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      • silvio

        Ma io lo leggo così come è scritto! È lei che deduce qualcosa che nello studio non c’è (che gli asintomatici non contagiano, mai, anche senza precauzioni come mascherine indossate non solo da loro ma anche dai contatti). Sì, le toglievano per mangiare e bere, ed allora uno che segue il metodo scientifico può dedurre che se si utilizzano tutte le precauzioni, togliendo le protezioni solo per mangiare e bere, gli asintomatici non contagiano, che è proprio la conclusione dell’articolo.
        Se ho sbagliato in qualcosa nel merito, me lo evidenzi e le assicuro che riconsidererò la mia posizione, qualcuno diceva che solo gli sciocchi non cambiano mai idea.

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        • Cesare Sacchetti

          Ma abbia pazienza. Se si sono tolti le mascherine per mangiare e bere, e nessuno si è contagiato, è evidente che di fronte ad un asintomatico queste mascherine sono completamente inutili. Inoltre portarle a lungo vuol dire esporsi a gravi effetti collaterali come ipercapnia e infezioni epidermiche. Non lo dico io, ma lo stesso ministero della Salute. Le mascherine pertanto non servono e fanno persino male.

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  16. silvio

    Va bene, mi arrendo.
    Se lei, da un caso in cui un asintomatico che portava la mascherina non ha contagiato altri 455 individui che portavano tutti la mascherina vuole a tutti i costi dedurre che
    1) le mascherine non servono a nulla;
    2) gli asintomatici non contagiano, mai;
    allora credo proprio che non ci sia nulla da aggiungere.
    La saluto e spero proprio che lei abbia ragione, saremmo tutti molto più tranquilli. Purtroppo credo che non sia così. Buona continuazione.

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    • Cesare Sacchetti

      Guardi che non è che lo dice solo quello studio che gli asintomatici non contagiano. Lo diceva anche il dottor Puro dello Spallanzani. Esiste la carica virale in virologia. Non è qualcosa nato ieri. Che le mascherine non servono, come le dicevo già prima, lo dicono gli stessi addetti ai lavori e i produttori. Sulle istruzioni c’è scritto chiaramente che non servono per agenti patogeni. Un saluto anche a lei.

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