di Cesare Sacchetti

Si era già avuto modo di vedere in passato come diversi soggetti e organizzazioni, tra queste l’UE, avessero di fatto previsto una pandemia, narrata con precisione impressionante rispetto agli accadimenti attuali in un fumetto del 2012.

Ma c’è stato qualcuno che aveva previsto un evento del genere prima ancora dell’UE e lo aveva descritto con una precisione ancora più sconvolgente nel 2003 in una serie TV.

Il telefilm in questione si intitola Dead Zone, ovvero “La zona morta”, e narra la storia di Johnny, un insegnante che in seguito ad un incidente d’auto entra in un coma profondo dal quale non si risveglierà solamente dopo 5 lunghi anni.

La storia è stata tratta da un noto romanzo di Stephen King intitolato proprio “La zona morta” al quale si ispirò l’omonimo film diretto da David Cronenberg nel 1983 nel quale il protagonista era interpretato dall’attore Christopher Walken.

Nel film, quando Johnny esce dal coma scopre che la sua ragazza nel frattempo si è sposata ma lui allo stesso tempo si accorge di avere una dote nuova.

Johnny è in grado di prevedere il futuro e di leggere il passato di una persona semplicemente toccando la sua mano.

L’incidente d’auto e i traumi fisici e psicologici lo hanno reso quindi un sensitivo dotato di capacità extrasensoriali.

Dalla stesso libro fu tratta la serie TV in questione e c’è un episodio che si intitola “Epidemia” nel quale Johnny questa volta ha una visione terribile e vede dei bambini che si ammalano in seguito alla diffusione di un virus.

L’episodio dell’epidemia nella fiction

Allarmato da questo orribile presagio, il protagonista si precipita dalla polizia e informa che molto presto un’epidemia mortale potrebbe diffondersi nel Paese.

La polizia decide di prendere sul serio le sue parole e inizia subito ad eseguire delle strette misure di quarantena, a partire proprio dalle scuole.

Nella cittadina dove si svolge la storia viene successivamente mandato un esperto del CDC, il centro per il controllo e la diffusione delle malattie degli USA, per far fronte al focolaio epidemico che si sta già espandendo.

Se si guarda la clip dove viene mostrata una sintesi dell’episodio, si vede il medico fare ad una bambina quello che da mesi viene fatto ai presunti malati di Covid, ovvero il test del tampone.

Per comporre il puzzle che ha portato all’origine di questo agente patogeno, si cerca di capire dove possa essere iniziato il contagio.

In una scena della serie TV, il medico del CDC chiamato ad intervenire per fare fronte alla situazione passa in rassegna la sintomatologia della misteriosa malattia e pronuncia queste parole.

“Sappiamo che agisce come un virus che provoca febbre alta e difficoltà respiratorie.”

Sono gli stessi identici sintomi che sono stati inizialmente attribuiti al coronavirus, trattato in un primo momento come una polmonite, anche se le autopsie effettuate sui deceduti con il Covid-19 hanno rivelato che in realtà il virus non apparteneva a questa categoria di patologie, ma è in realtà un’infiammazione dei vasi sanguigni.

E’ importante notare un fatto a questo proposito. I media e i medici che vengono ospitati nelle varie televisioni continuano a parlare del coronavirus come di una polmonite, quando i risultati anatomo-patologici lo hanno escluso categoricamente.

La sensazione è che si voglia mantenere la percezione nell’opinione pubblica che il Covid provochi problemi respiratori.

Il virus della fiction è un coronavirus cinese

Ad ogni modo, la storia prosegue e le similitudini tra questo episodio della fiction e quanto accaduto si fanno ancora più impressionanti.

Un paziente che ha iniziato a mostrare i sintomi della misteriosa malattia viene interrogato da Johnny e dal medico del CDC e si scopre che la persona in questione aveva fatto da poco ritorno dalla Cina.

Il contagio quindi è iniziato proprio da questo Paese.

A questo punto, i protagonisti cercano di capire la tipologia del virus e  vengono scartati tutti i potenziali sospetti come l’influenza, la SARS e la polmonite batterica.

Alla fine si scopre che il virus venuto dalla Cina è un coronavirus.

In altre parole, nella serie TV la misteriosa epidemia viene da un coronavirus originato dalla Cina, esattamente nella stessa identica maniera nella quale sarebbe originato il coronavirus di Wuhan.

Ma le coincidenze già sconcertanti non sono finite qui.

A questo punto della storia, Johnny ha un’altra visione e scopre qual è la cura per il misterioso agente patogeno.

La cura in questione è la clorochina, un farmaco antimalarico. Ed è proprio lo stesso farmaco che parte della comunità scientifica raccomandava solamente fino ad un mese fa per fare fronte al Covid-19.

L’episodio della fiction tratta dal romanzo di Stephen King ha quindi delle rassomiglianze sconcertanti con quanto accaduto in questi mesi con l’insorgenza della crisi da Covid.

Come già accennato precedentemente, non è il primo caso di racconto di fantasia che ha previsto accuratamente questo evento.

Il fumetto commissionato dalla Commissione europea descrive anch’esso accuratamente la diffusione di una pandemia che si risolverà solamente con l’immunizzazione di massa.

Un altro libro intitolato “Gli occhi dell’oscurità” di Dean Koontz  ha previsto esattamente che a Wuhan nel 2020 si sarebbe diffusa una grave polmonite in tutto il mondo.

Tutte le storie citate hanno annunciato l’arrivo di un virus simile alla polmonite dalla Cina.

La programmazione predittiva

Sono tutte solo semplici coincidenze? Si ha più l’impressione di trovarsi di fronte ad un fenomeno chiamato “programmazione predittiva”.

Con questa espressione si intende la funzione che rivestono il cinema e la letteratura, utilizzati dalle élite per programmare le menti delle persone ad un determinato scenario

La fiction in questo caso non sarebbe solo frutto della fervida fantasia di uno scrittore o di uno sceneggiatore.

E’ una vera e propria arma per descrivere una situazione futura che in molti casi era stata già designata.

Nella storia a fumetti della Commissione UE e nel documento dei Rockefeller questo evento catalizzatore permette la nascita di una società di stampo totalitario nella quale i cittadini perdono i loro diritti inalienabili.

Le masse diventano più simili ad automi completamente manovrati dal sistema.

E’ strano notare come in questi film e in questi libri il finale del racconto finisce sempre per favorire la realizzazione degli obbiettivi auspicati della grandi élite globaliste.

Nella vita reale, così come nei romanzi e nelle sceneggiature, questi eventi casualmente finiscono sempre per fare gli interessi di questi poteri.

La prossima volta che si legge un libro o si guarda un film, bisognerà prestare molta più attenzione.

Quello che si legge sulla pagine o che si vede sullo schermo potrebbe essere lo scenario che le élite hanno già deciso per la popolazione mondiale.

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