di Cesare Sacchetti I quattro ragazzi di Liverpool cantavano in Yesterday che soltanto ieri i loro...
La disfatta di Ursula Von der Leyen e l’inevitabile crollo dell’Unione europea
di Cesare Sacchetti
Lo sguardo di Ursula Von der Leyen è apparso contrito, mortificato e fisso a terra.
Si è presentato così il presidente della Commissione europea in Scozia durante l’incontro all’indomani del disastroso viaggio compiuto in Cina con una delegazione di commissari europei al seguito.
Si era già capito che l’aria che tirava a Pechino non era per nulla amichevole per i vari rappresentanti europei, sin da quando all’aeroporto la Von der Leyen è stata costretta a raggiungere l’uscita dello scalo attraverso un autobus, come fa qualsiasi comune passeggero, senza gli onori che si tributano generalmente ad un capo di Stato, come, ad esempio, il presidente Putin ricevuto da un imponente corteo di auto blu.
L’arrivo della Von der Leyen in Cina
Non è andata meglio nemmeno durante l’inizio delle discussioni con i rappresentanti del governo cinese.
Secondo gli stessi media mainstream, tra i quali la Reuters, le discussioni tra le delegazioni europee e cinesi sono state accese, alquanto tese, tanto che pare uno dei commissari UE presenti, Kaja Kallas, abbia avuto una reazione a dir poco scomposta che ha fatto saltare la foto di rito finale assieme ai cinesi.
Ursula è tornata così all’aeroporto di Pechino in condizioni non meno umilianti del suo arrivo, perché i cinesi l’hanno fatto passare per i normali corridoi dello scalo, senza nemmeno riservarle la prerogativa di un passaggio differenziato che spetta generalmente ai diplomatici e ai capi di governo.
Il disastro è stato completo, sia nella forma sia nella sostanza, poiché se l’intento era quello di riaprire l’antico canale diplomatico con Pechino e ricostituire così l’asse tra l’UE e la Cina, la missione può considerarsi definitivamente fallita.
La Cina ha chiuso la porta all’UE
A Pechino, non sono interessati a ritornare alle precedenti relazioni con Bruxelles.
Dopo la fine della cosiddetta pandemia, la Cina si è sempre avvicinata di più al mondo multipolare e ai BRICS, e ha deciso di iniziare un graduale processo di divorzio dall’anglosfera, culminato con il rimpatrio delle varie corporation angloamericane negli Stati Uniti.
Pechino è stata probabilmente molto opportunista, perché il suo presidente XI Jinping non ha disdegnato di assegnare alla Cina il ruolo di motore della globalizzazione fino a quando è convenuto al drago cinese, ma quando si è trattato poi di compiere l’ultimo definitivo passo verso l’adesione alla governance globale voluta da Davos, Xi ha semplicemente detto no.
Si è così innescato un processo di rimozione della vecchia guardia comunista più vicina a personaggi come George Soros, tra i quali c’è sicuramente l’ex presidente Hu Jintao, allontanato pubblicamente nel 2022 da una riunione del partito comunista cinese, su espressa volontà di Xi che voleva dare allo stesso Jintao e a suoi amici d’Oltreoceano un messaggio molto chiaro che non lascia spazio a interpretazioni.
Hu Jintao espulso dalla riunione del partito comunista cinese
La Cina ha chiuso con la sua fase globalista.
Il futuro è nella difesa della sovranità del Paese e nella ferma opposizione a qualsiasi adesione alle varie struttura sovranazionali che Davos voleva creare attraverso il Grande Reset.
Ursula così, dopo il fallimento cinese, si è diretta nella terra degli Highlander, per raccogliere una umiliazione persino più grande di quella già collezionata a Pechino.
Alcuni l’hanno definita una Caporetta europea, e difficilmente si può dargli torto se si pensa che il presidente della Commissione europea, non ha praticamente negoziato un bel nulla con il presidente Trump.
L’UE in balia delle potenze mondiali
Semplicemente, ha accettato tutte le sue domande, tra le quali c’è quella di investire almeno 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti assieme ad altri 700 miliardi che dovrebbero essere spesi in importazioni di risorse energetiche americane, il tutto per portare a casa un 15% di dazi piuttosto che un 30%.
Ursula Von der Leyen assieme a Trump
Sarebbe allora stato meglio prendersi il 30% pieno, ma iniziare a concepire una diversa struttura dell’economia dell’eurozona, che non sia così dipendente dalle esportazioni come hanno voluto i vari e non rimpianti architetti di Maastricht, ma la verità è che la Von der Leyen non sembra nemmeno avere una idea precisa di quello che sta facendo.
Si limita ad assecondare le richieste di Trump nella speranza che il presidente americano si plachi, ma il capo di Stato americano non è certo uno sprovveduto e sa molto bene che la Von der Leyen non potrà tenere fede agli impegni presi.
Il presidente della Commissione europea si è infatti impegnato a investire soldi che non vengono dalle tasche del Berlaymont, ma da imprese private europee, prive di alcuna obbligazione nei riguardi di Bruxelles, e dei vari governi europei che dovranno passare prima dai Parlamenti nazionali per ottenere i fondi necessari, anche se non sembra esserci nessuna intenzione da parte dei Paesi europei di mettere sul tavolo delle elevatissime somme che invece potrebbero investite a favore delle varie economie europee.
Il cancelliere tedesco, Merz, l’uomo di BlackRock, che soltanto fino a poco tempo fa prometteva fuoco e fiamme per l’Ucraina, ha esplicitamente detto che quell’accordo è irricevibile e che raderebbe al suolo la già fiaccata economia tedesca.
All’Eliseo, dalle parti del presidente Macron, travolto dallo scandalo di sua “moglie” Brigitte accusata di essere un trans, le reazioni sono state altrettanto fredde e distaccate, e si capisce già che Parigi non onorerà l’accordo.
A distanza di 48 ore dall’accordo, su Politico, uno dei quotidiani più vicini alla Commissione europea, trapelano le parole di alcuni funzionari europei che affermano senza troppi giri di parole che l’UE non è in grado di tenere fede a quell’accordo, e se Ursula quindi pensa che la strategia dell’appeasement con Trump porti da qualche parte, illude soltanto sé stessa.
Il fallimento del modello dell’export e la svalutazione salariale
I dazi, prima o poi, andranno al 30%, e non sarà affatto una cattiva notizia per gli italiani e gli europei perché finalmente si sarà costretti a prendere in considerazione dei modelli economici che non siano fondati sul principio così caro a Berlino del “vessa il tuo vicino” fondato su un eccesso di esportazioni che per avere una idea più precisa sulla loro rilevanza, oggi costituiscono il 33% del PIL, mentre nel 1991 esse erano pari soltanto al 17%, e si può chiedere a qualsiasi italiano che viveva a quei tempi come si stava allora rispetto ad oggi.
Se si adotta il modello delle elevate esportazioni, si finisce inevitabilmente per comprimere i salari, praticamente anemici in Italia soprattutto dopo l’introduzione della moneta unica.
L’euro è servito precipuamente a questo. E’ una camicia di forza salariale. Suo scopo era quello di abbassare il costo del lavoro e farlo pagare al lavoratore che travolto dal peso di una moneta che non si può svalutare precipita verso la soglia della povertà.
I numeri sono lì, e non possono essere smentiti.
Dopo 33 anni di Unione europea e 24 di moneta unica, l’Italia non ha mai avuto così tanti poveri come ne ha avuti ora.
Sono 5,7 milioni gli italiani in condizioni di povertà assoluta.
Non si è giunti a tale punto per un incidente di percorso. E’ stata una pianificazione ben precisa.
La moneta unica non serviva ad assicurare la felicità dei popoli, ma a trascinarli in una spirale di deflazione salariale sempre più intensa fino ad arrivare alla disoccupazione di massa che oggi si maschera in larghissima parte con i giochi di prestigio delle definizioni statistiche, chiamando milioni di disoccupati che vorrebbero un lavoro “inattivi” e considerando “occupati” coloro che lavorano almeno un’ora a settimana che nel “migliore” dei casi sono soltanto dei sottoccupati e nel peggiore persone che lavorano occasionalmente una volta ogni sei mesi.
La promessa che l’euro avrebbe fatto fiorire un giardino era chiaramente soltanto una bugia, perché oggi si può vedere come la moneta unica abbia invece portato un deserto fatto di senza lavoro e lavoratori a basso salario che oltre a dover sopportare il peso della moneta unica si ritrovano a dover far fronte alla immigrazione di massa, favorita e voluta dal “grande” capitale di Confindustria.
Non si vede quindi alcuna ragione per la quale ci si debba dolere, ad esempio, per Stellantis che ha portato la sua sede in Olanda, e paga lì le tasse dopo decine di miliardi di euro versati dallo Stato alla FIAT per farla produrre qui, oppure per Ferrero che ha portato la sua sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo.
Non si ha a che fare con degli imprenditori di razza che hanno a cuore la crescita del territorio attorno a loro e che sono grati al Paese che gli ha consentito di fare successo, ma con dei capitani di ventura che si portano via il bottino all’estero e lasciano qui soltanto fame e disoccupazione, mentre ripetono la canzoncina che gli italiani non vogliono più fare certi lavori, quando in realtà li farebbero eccome, soltanto che c’è quell’enorme esercito di riserva di stranieri a buon mercato che li mette fuori mercato.
E’ impossibile quindi non giungere alla conclusione che tutti i presupposti sui quali si era annunciato il cosiddetto “sogno europeo” si sono rivelati falsi e vacui.
Sembra ieri che Romano Prodi, gran commis del gruppo Bilderberg e primo sicario dell’IRI, affermava che con l’euro “lavoreremo un giorno in meno per guadagnare un giorno in più” e oggi si vede che con la moneta unica si guadagna meno della metà di quando c’era la lira, quando va bene, perché nell’altro caso non si lavora proprio e non si guadagna nulla.
Stesso copione recitato da Pierluigi Bersani, il liberalizzatore che regalava le autostrade ai Benetton, che affermava che senza l’euro oggi saremmo “con della carta straccia in mezzo al Mediterraneo”.
Evidentemente l’ex segretario del PD non ha i problemi del pensionato comune o del semplice operaio che potrebbe ben spiegargli come oggi l’unica carta straccia sia quella dell’euro mentre con la cara vecchia liretta nel 1994, ad esempio, se si avevano in tasca 2 milioni di lire al mese, l’equivalente approssimativo di 1000 euro, si riusciva a mantenere sé stessi e la propria famiglia mentre oggi, con i medesimi soldi, a malapena si mantiene sé stessi.
Un altro eurista quale Enrico Letta, altro membro del gruppo Bilderberg come Prodi, scriveva nel 1997 il libro “Euro sì. Morire per Maastricht” che lasciava capire che l’Italia avrebbe dovuto pagare un prezzo alto per entrare dentro l’UE e la moneta unica, prezzo che Letta non ha pagato perché lui sedeva dalla parte dei globalizzatori, ovvero coloro che hanno agito per smantellare una delle economie più floride al mondo e vero giardino d’Europa.
I viaggi della Von der Leyen e i suoi annessi cocenti fallimenti hanno messo ancora più a nudo tali incredibili bugie e fatto capire a molti italiani che il Belpaese, se fosse rimasto fuori dall’euro e dall’UE, oggi conterebbe immensamente di più e avrebbe una posizione pressoché invidiabile rispetto agli altri partner europei.
La tragedia dell’Italia, e degli altri Paesi d’Europa, è stata quella di avere al suo interno una quinta colonna composta da bilderberghini, membri dell’ISPI, della Commissione Trilaterale, del club di Roma, assieme agli immancabili massoni, rotariani e iscritti ai Lions che tutti assieme costituiscono un grumo che soffoca questo Paese dalle straordinarie risorse e abilità che aspetta soltanto di essere guidato da una vera classe politica degna di questo nome.
L’Italia non doveva inseguire nessun “sogno” europeo.
ll giardino lo aveva dentro casa propria ed era rappresentato dal modello dello Stato imprenditore, la compianta IRI, che ha trasformato un Paese ridotto in macerie dalla guerra nella quarta potenza economica al mondo.
Ancora oggi tale formula economica viene studiata in tutto il mondo per la sua straordinaria capacità di risollevamento delle sorti economiche del Paese.
Non c’è bisogno di emulare modelli stranieri, ma piuttosto c’è bisogno di riscoprire la ricchezza che c’era dentro l’Italia e che un manipolo di “economisti” usciti dalle “scuole” dei think tank neoliberali hanno provato a seppellire sotto un tappeto di bugie e di propaganda anti-nazionale eurista.
Un tempo, c’erano dei politici che provavano a dire tali verità e a difendere l’interesse nazionale.
C’erano uomini del calibro di Bettino Craxi e di Giulio Andreotti, ma costoro sono stati spazzati via grazie all’opera della solita magistratura, controllata dai suddetti poteri, che ha tolto dalla scena coloro che la sovranità del Paese volevano difenderla e lasciato invece posto agli altri, a coloro che volevano distruggerla.
A distanza di 33 anni dall’ingresso dell’Unione europea e dal colpo di Stato di Mani Pulite, gli scarti della Seconda Repubblica mostrano tutta la loro sempre più insopportabile inadeguatezza e servilismo nei confronti di un sistema, quello comunitario, che di fatto è già morto e superato dalla storia.
Bruxelles oggi non ha possibilità di sopravvivere perché il blocco europeo si sosteneva grazie all’appoggio di Washington e dal momento che gli Stati Uniti decidono di far venire meno il loro sostegno, nulla può arrestare il declino dell’Unione europea.
Si ha a che fare in pratica con una sorta di ectoplasma comunitario che già sa che la sua estinzione è inevitabile e il magma che c’è sotto di esso, nel quale c’è anche la classe politica italiana, non si sa bene a cosa sia aggrappato se non ad una nave che sta affondando.
I tempi ormai sono semplicemente maturi.
Gli italiani che già 10 anni orsono volevano uscire dall’Unione europea oggi sono più convinti che mai, almeno 3 su 4 si esprime in termini negativi contro Bruxelles, e disconoscono una indegna classe politica che ormai pensa soltanto alla greppia senza curarsi degli interessi del Paese.
La consapevolezza che ormai è finita l’epoca del globalismo e dell’UE deve però essersi sparsa nei vari compatimenti dell’establishment italiano, impegnato in una furiosa guerra giudiziaria e massonica tra bande.
Il sistema, semplicemente, è arrivato al suo ultimo stadio e si auto fagocita.
In tali condizioni, sembra essere una certezza e non una possibilità lo scenario di una uscita dall’Unione europea, soltanto ci si chiede quali altre turbolenze si dovranno superare prima di giungere al traguardo, perché il sistema politico italiano è estremamente instabile e al momento ci sono dei predoni che stanno pensando soltanto a gonfiare il portafogli prima di darsi alla fuga.
L’uscita ci sarà, ma si spera che il come sia meno problematico del quando, e si auspica che in tale passaggio, ci sia la possibilità di consentire a nuove figure politiche di emergere e di prendere per mano il Paese.
Intanto non si può registrare una verità storica che dovrà essere contenuta un giorno sia nei libri di testo di storia sia in quelli di economia.
Non esiste alcun miglioramento per i Paesi che cedano pezzi della propria sovranità, politica e monetaria, a favore di istituzioni sovranazionali.
Esiste soltanto una condizione coloniale dove a farla da padrone sono soggetti lontani dai confini, sconosciuti all’opinione pubblica, che si servono della quinta colonna interna per dominare e rapinare il Paese al quale poi vengono affibbiati gli enormi costi di mantenimento della baracca comunitaria a suon di accordi come il MES e dei contributi di decine di miliardi di euro che l’Italia versa ogni anno per mantenere Bruxelles.
Nel territorio del globalismo si finisce con il trovare soltanto povertà, deindustrializzazione, disoccupazione e soprattutto perdita del proprio potere politico che non può essere fatto valere in nessun modo.
Non sembra più esserci dubbio che ormai il popolo dopo più di 30 anni di “cura” europea ha capito che la prosperità non passa dalla rinuncia al proprio Paese, ma dalla difesa della sovranità e soprattutto della propria identità culturale cristiana, che invece l’UE comunitaria avversa per via delle sue origini liberali e massoniche.
Può quindi esistere un futuro di rinascita, ma soltanto fuori dall’UE e non all’interno di essa.
Resta comunque indiscussa quella che appare ormai una evidenza pacifica.
Maastricht ormai comunque è morta e si spera soltanto che si possa celebrare il suo funerale il prima possibile.
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Machiavelli, che fesso non era, già nel suo “Principe” scrisse che uno Stato che cessa di battere moneta o ha in pianta stabile, all’interno dei suoi confini, un esercito straniero, cessa di esistere come Stato sovrano. Noi, ovviamente, per essere sicuri di non sbagliare, rispettiamo entrambi questi requisiti. Non abbiamo sovranità e non abbiamo dignità. I nodi, però, vengono al pettine ed è evidente che l’UE è al capolinea. Tornando all’articolo, per chi, come me, negli anni 90 era già un ventenne e lavorava, conosce bene la differenza di tenore di vita che si aveva all’ora con lo stipendio in lire rispetto ad oggi con lo stipendio in euro, e questo acuisce in me ulteriormente l’amarezza di aver speso una vita all’interno di una società che da esempio di di cultura, storia, imprenditoria, arte e ricchezza è diventata una società arida e povera, e non solo nel senso economico del termine.
Aspetto fiducioso il funerale di Maastricht, tenendo da parte una bottiglia di quello buono, pur nella consapevolezza che nessuno potrà restituirmi questi 30 anni, ma con la viva speranza che gli artefici di tutto questo possano, un giorno, pagare davanti agli uomini in questa vita e davanti a Dio nell’altra. Ringrazio Cesare Sacchetti per il suo lavoro, ci aiuta a non perdere la bussola e a ricordarci sempre chi siamo e da dove veniamo.
Ti ringrazio, Claudio, anche per la testimonianza sul tenore di vita degli anni’30.
Mi ricordo come se fosse ieri quando hanno sostituito l’euro per la lira. Un pane che aveva costato mille lire tutto ad un tratto costava un euro, ma i salari sono rimasti così come’erano e cioè miseri. Abitavo all’epoca in una zona popolare di Roma e la gente era pienamente consapevole che avevamo preso una “sola” come si diceva a Roma ma non c’era niente da fare. Toccava subire e sopravvivere, come sempre. Ho venduto la casa e me ne sono tornata in America. Sono grata di aver conosciuto l’Italia quando ancora era l’Italia.
Concordo su tutto Claudio. Ho 53 anni, negli anni 90 lavoravo e percepivo stipendi che all’inizio erano di poco sopra al milione di lire, per poi arrivare intorno al milione e mezzo, milione e settecentomila. E si viveva bene. I miei, insegnanti elementari, con i loro stipendi in lire hanno fatto crescere me e mio fratello in modo dignitoso e ci hanno lasciato qualcosa che io al momento non potrei lasciare alle nostre figlie. Eppure il mio stipendio attuale in Euro, dopo vari cambi di azienda come unico modo per cercare di difendermi da questi criminali che vogliono solo impoverirci e renderci schiavi, se fosse stato in lire avrebbe collocato me e la mia famiglia tra i “più che benestanti”. Invece grazie a Dio ci barcameniamo e gestiamo le difficoltà dei prezzi che crescono in modo meno complesso di tanti altri: faccio sempre l’esempio della fregatura Euro ricordando a chi ha la mia età e ancora non si rende conto, di quanto pagassimo in lire i Levi’s 501 o un paio di scarpe Adidas/Nike: 90 mila lire i jeans, in saldi anche meno, 80 100 mila lire, magari qualcosa di più a volte, per le scarpe da ginnastica. Oppure i Dr Martens: ai miei tempi 120 130 mila lire, 2 anni fa comperati a mia figlia, in saldo, 190 Euro. La verità è lì, nei numeri che sono inconfutabili, che non mentono mai (questa è una citazione di un altro che viene da una famiglia di Cani travestiti da Agnelli, pronunciata all’inaugurazione di uno stadio, quando ancora seguivo l’altra truffa del calcio, da cui mi sono disintossicato e bene da più di un lustro. Per continuare con gli esempi, nel mio caso specifico, grazie ai sindacati criminali, per combattere la svalutazione dell’Euro, mi sono trovato tra i “neoassunti”, con le tutele crescenti, i ROL che maturano completamente dopo 4 anni (al 50% dopo 2), grazie a uno degli accordi dei sicari confederati, che hanno ordito questa ennesima trappola per mettere i bastoni tra le ruote anche a quelli come me che, consapevoli di come si stava prima, provano e hanno provato a proteggere un minimo di potere d’acquisto con i cambi di azienda e la contrattazione di RAL sicuramente più alte in percentuale delle miserie che si percepiscono con i rinnovi di contratto. Perchè i maledetti hanno pensato proprio a tutto e a tutti, anche ai 50enni come me che hanno buona memoria…. infatti il bandito del Britannia si è accanito e non poco per costringerci al siero. Ma risorgeremo e, grazie a Cesare come hai scritto tu, in questo periodo di turbolenza non perdiamo la bussola, la Fede e la fiducia in qualcosa di meglio. Però anche io, come te, vorrei vederli pagare anche davanti agli uomini e non solo davanti a Dio. Chissà…. Grazie ancora a Cesare e allo staff per tutto quello che continuano a fare per mantenere sempre accesa la fiammella della verità, che aiuta ad andare avanti giorno dopo giorno.
Ti ringrazio, Vittorio. Non so se poi hai risolto con la questione che si diceva nell’email.
Buongiorno Cesare, grazie per il pensiero. Ci stiamo lavorando tutti insieme, il contatto che mi hai consigliato non mi ha risposto, però abbiamo trovato conforto spirituale oltre che medico. Va un pò meglio, abbiamo avuto qualche giornata molto difficile. Vediamo ora dopo il Giubileo dei Giovani a cui sta partecipando con il suo gruppo dell’Oratorio, senza la possibilità di verificare. Un abbraccio
Speravano nella sponda cinese per arrivare da Trump con le spalle piú coperte. Ci siamo comunque, Trump di umiliazione in umiliazione sta scavando la fossa. Il 30% lo imporrá molto prima di Natale e dopo sarà sempre peggio
Grazie Cesare, cristallino come sempre nel tuo lavoro. Il solito caro saluto.
Alice
Grazie Alice, se continua così, forse glielo mette pure ad agosto.
Ciao Cesare.La virtù dei cristiani è quella di pazientare.La pazienza è un frutto dello Spirito Santo.Aspetteremo la tua auspicata caduta dell’ UE e soprattutto quella della Von Der Layen che non riesce più a fare l’attrice come a Bucha.Il tutto sempre e rigorosamente con il sorriso perché quelli che ti prendevano in giro per questo tipi di articoli sono alla canna del gas.
Grazie Massimo. Ti riferisci ai media mainstream o ai falsi controinformatori?
Ai controinformatori perché sono peggio del mainstream,e ce ne vuole…
Assolutamente 😄
Buongiorno, Cesare. Ottima analisi, come al solito. Ti dirò che, sebbene io sono pronipote di italiani emigrati in Argentina, e sebbene parlo, le e comprendo la meravigliosa Lingua italiana dei miei antenati, non conosco ancora la terra in cui sono nati. Ma un amico che ho nel nord Italia mi assicura sempre che l’Italia dei miei sogni è congelata nelle enciclopedie del XX secolo e sopravvive solo nei ricordi delle persone più anziane, che vedono come hanno cercato di distruggerla. Un grande saluto da Mendoza.
Grazie Isabel. Il tuo amico ha assolutamente ragione.
Ancora grazie e grazie per le sue pregevoli analisi, dott. Sacchetti: mi trova perfettamente d’accordo su tutto al cento per cento! Quanto al destino della banda di malviventi e mafiosi chiamata UE, per adesso innalziamo preghiere di ringraziamento al Signore per il clamoroso fiasco diplomatico della innominabile capo-delegazione; prepariamo un solenne Te Deum nella impaziente attesa di assistere al crollo e alla rovina di questa infame combriccola di canaglie!
La ringrazio, Rodolfo. Se continua così, il Te Deum ci sarà presto.
Articolo che dice tutto.
Purtroppo come tantissimi sono nato nell’ era disgraziata, purtroppo l ‘era peggiore, so benissimo cosa significano le parole di questo articolo, una gioventù buttata via per colpa di questi maledetti stronzi!!!! Ci hanno preso tutto fino ad ora, ma spero tanto che questo crollo avvenga il prima possibile, saluti.
Affrontare sempre argomenti interessanti, credo però che dovreste essere più sintetici nell’esporre i fatti, e andare direttamente al dunque e alle conclusioni i più vengono scoraggiati a leggere articoli così lunghi.
Questo è solo un consiglio non una intromissione, buona giornata.
Salve, a dire il vero, non si è lamentato nessuno perché i lettori apprezzano analisi ben strutturate e approfondite. Forse dovresti iniziare tu ad avere più pazienza nel leggere. Non è un sito di dispacci di agenzia questo..
Sì, infatti, io apprezzo proprio la analisi strutturata e approfondita.
Infatti, aspetto sempre la sera tardi a leggere con calma perchè il valore dei tuoi pezzi sta proprio nell’approfondimento e nei collegamenti con altre vicende.
Grazie Cesare
Ti ringrazio, Vittorio.
Siamo arrivati alla resa dei conti tra lo spirito nordico (anglosassone) e quello mediterraneo (romano cristiano) che si può evocare nella differenza tra lo “ spirito del capitalismo “ (una mentalità che promuove il lavoro duro, l’efficienza, la razionalizzazione e la ricerca del profitto come valori fondamentali, radicati in una visione etica e religiosa specifica) e lo spirito dei talenti (la parabola dei talenti ci invita a riconoscere i doni che abbiamo ricevuto, a metterli in gioco con impegno e creatività, e a condividerli con gli altri, contribuendo così alla realizzazione del Regno di Dio e alla costruzione di un mondo più giusto e armonioso).
Strano che molti dei politici italiani venduti agli anglo fossero cattolici…
Complimenti Cesare per promuovere la riflessione verso tali temi.
Grazie Piero, soprattutto per questa osservazione che fai riguardo alla differenza tra lo spirito del Nord, protestante, e quello del Sud, cattolico.
Tra i traditori del Paese ci metterei anche Draghi e soprattutto Meloni: entrando in Aspen, da sovranista è diventata europeista, da cristiana a anticristiana (in Aspen ha dovuto firmare un patto con il demone massone), da amica della Russia e dei russi ha dichiarato guerra a Putin, da protettrice delle nostre terre e della nostra cultura con blocchi e respingimenti, ha chiamato 500.000 africani e stranieri per accelerare il piano Kalergi. Grazie Giorgia
Buonasera.
Caro signor Ruggero, lei ha troppe scorie della propaganda ufficiale in testa: la Meloni col cristianesimo non c’entra proprio un c…!
Io l’ho conosciuta un quarto di secolo fa’, in origine della sua carriera politica e, più avanti, le predissi la futura carriera (nel 2004) che di lì a un anno e mezzo si sarebbe poi concretizzata; ma non giunsi al punto di predirle la presidenza del consiglio di ministri: erano ancora tempi troppo differenti e certi sviluppi futuri non ero in grado di comprenderli ed erano impensabili, sinceramente.
Comunque, per smentire le sue errate convinzioni circa una presunta originaria purezza ideale della garbatellana, consideri che i miei conoscenti suoi fedelissimi (io sarei stato un potenziale aderente alla cricca a tutt’oggi, se solo avessi voluto, uno degli oggetti delle critiche giuste che trapelano anche dal presente articolo del dottor Sacchetti)), costoro, dicevo, si sono formati presso gente che compariva nelle liste della P2….. Ammesso pure che si trattasse di tante liste apocrife (ne giravano varie), comunque i mentori dei miei conoscenti uomini della Meloni, erano tutti fedelissimi massoni.
Lasci stare le leggende ed apra meglio gli occhi!
Cordiali saluti.
MarTino.
Non saprei che altro aggiungere al tuo esaustivo post, talmente completo in poche e semplici parole.
L’unica frustrazione sarebbe non poter gioire del crollo totale di questa Europa colma di delinquenti, per non aggiungere altri dispregiativi, per i 70 anni che ho e che però mi hanno dato la possibilità di vedere, vivere e poi testimoniare la differenza da una Italia che c’è stata e quella che ora non c’è.
Le prerogative ora ci sono tutte, grazie a Trump che sta “giocando” da ottimo scacchista e prendendo in giro tutta la combriccola.
Spero di poter esserci ancora, se Dio vorrà, nella sponda del fiume e godermi lo spettacolo.
Grazie per tutte le tue informazioni che seguo sempre qui e su Telegram.
Ti ringrazio, Aldo. Spero veramente che tu possa vederlo, uno perché non sei affatto molto in là con gli anni, e due, perché il declino di tale sistema è sempre più rapido.
Anche io ho avuto i miei migliori anni in gioventù con i sogni di creatività sul mio lavoro di artigiano completamente rovinati da questa cricca di pidocchi venduti. La vita è una sola e costoro sono riusciti nell’unica occasione che abbiamo di mortificare opprimere e calpestare tutte le nostre ambizioni di operare qualcosa che lasciasse un segno del nostro passaggio. Mio padre mi ha lasciato un buon trampolino di lancio per la vita ma io non ho potuto fare lo stesso con le mie due figlie, nonostante abbia lavorato.
Nell’articolo del dott Sacchetti mi pare manca il nome di quel verme di Mario Monti che proprio a suo dire “abbiamo distrutto la domanda interna”.
Per non parlare di quando Monti affermò che la Grecia è stato uno dei maggiori successi dell’Euro, con i pensionanti greci fuori in fila davanti alle banche chiuse che piangevano dalla disperazione non avendo neanche il contante per comprare un filone di pane. Un vigliacco del genere merita solo di attribuire alla di lui madre degli epiteti che potete immaginare.
Il giornalista Paolo Barnard (anche se un po svitato) ebbe a dire a suo tempo nel 2012 in televisione in trasmissione condotta da Gianluigi Paragone (altro grillino pentito) che Monti era un criminale sicario economico, lui e i suoi ministri, lasciando molti ascoltatori sbalorditi. Dopo un paio di anni ebbi a commentare che mai parole furono più azzeccate. Nel 2016 ho chiuso l’attività metalmeccanica dopo che Monti era riuscito a fare chiudere circa il 25% della metalmeccanica italiana e FIAT si trasferiva all’estero.
Un grazie come sempre al Dott Sacchetti da parte di un ex ceto medio ridotto alla miseria (sono oramai fra i 5,7 milioni di italiani)
Grazie Davide, spero che tu possa avere la possibilità di ricostruire quello che tali delinquenti ti hanno tolto. Su Barnard, è finito a sostenere la farsa pandemica..
Ed il regalo alla Cina, fatto dalla Von der Leyen, con le auto elettriche obbligatorie alle aziende che noleggiano le auto entro il 2030?
Ad oggi è solo una proposta, e dev’essere sempre ricevuta dagli Stati membri.
Mi scusi se pongo qui una domanda un po’ fuori tema: qualche giorno fa ha pubblicato su X.com un elenco di Alti Prelati massoni. Per caso è la lista pubblicata da Mino Pecorelli in OP?
Purtroppo non posso rispondere su X.com, altrimenti avrei potuto porgere la domanda in risposta al post.
Nell’elenco compare il Cardinale Laghi, penso che Isabel si ricordi di lui.
Si, è la lista di OP.
D’accordo ma chi scegliere? Non vedo nessuno all’altezza di Craxi e altri (pochi) del passato…secondo me dobbiamo tutti darci una mossa e valutare bene bene chi decidiamo di eleggere
Articolo semplicemente stupendo! Cesare Sacchetti un giornalista come pochi
Ti ringrazio, Ciro.