di Cesare Sacchetti

Non se n’è parlato quasi per nulla sulle pagine dei giornali italiani, ma questa non è una novità purtroppo.

La Francia ha condotto un test missilistico le cui dinamiche hanno lasciato perplessi diversi addetti ai lavori.

Lo scorso 12 giugno infatti ha preso il largo dal porto di Brest nel Nord del Paese, il sottomarino nucleare Le Téméraire.

Dalle acque dell’Atlantico, il sottomarino ha lanciato il missile balistico M53 che ha fatto un percorso di ben 6000 km per finire il suo viaggio nel Mare dei Caraibi, non lontano dalla acque territoriali di Porto Rico.

La mappa del test realizzata dal dr. Langbroek

Porto Rico è una isola il cui status giuridico appartiene alla categoria dei territori non incorporati americani ed è difatti completamente dipendente dagli Stati Uniti d’America.

La dipendenza di Porto Rico con gli USA è sempre stata stretta, ma ora addirittura la piccola isola caraibica potrebbe entrare a far parte definitivamente degli stati federali americani, diventando così la cinquantunesima stella sulla bandiera a stelle e strisce.

Ciò che ha lasciato perplessi alcuni osservatori nel mondo militare è perchè mai Macron abbia autorizzato un test del genere che in linea di massima non avviene in queste acque.

Una volta che il sottomarino francese ha lanciato il missile, e non appena questo si è avvicinato a Porto Rico, si è levato in volo un Boeing RC-135 dell’aviazione americana per controllare la sua traiettoria.

L’impressione è che la controparte americana non sia stata minimamente informata di questo test e che abbia fatto levare in volo i suoi aerei militari proprio per vedere dove il missile sarebbe esploso.

Qualcuno ha fatto notare che la Francia generalmente non conduce questo tipo di operazione in quelle acque, ma usa piuttosto delle zone completamente differenti vicine alle coste del Canada.

Stavolta Parigi ha scelto delle acque vicine ad una zona notoriamente di competenze americana, e questo darebbe un valore completamente diverso al lancio.

I vertici militari francesi hanno esultato per la riuscita del test e la sensazione è che la Francia di Macron abbia voluto mandare un messaggio proprio agli Stati Uniti di Trump.

La Francia c’è. La sua potenza militare è lì e può essere utilizzata in qualsiasi momento. Ma Parigi non ha mostrato i muscoli ai tradizionali nemici dell’UE, su tutti la Russia di Putin.

Parigi ha voluto mostrare che è in grado di sostenere un eventuale conflitto globale agli Stati Uniti di Trump.

Non si comprende altrimenti perchè Macron abbia autorizzato a sparare un missile, apparentemente senza avvisare Washington, in acque frequentate da navi e aerei americani.

Macron si sta proponendo di fatto come l’anti – Trump globale?

Le élite hanno costruito Emmanuel Macron

Per rispondere a questa domanda, è necessario ripercorrere come è nato il personaggio Macron e qual è veramente la sua missione.

Praticamente sconosciuto all’opinione pubblica francese e mondiale fino alle elezioni presidenziali del 2017, Macron è senza dubbio una espressione delle alte sfere della società francese.

Legato alla potentissima famiglia di banchieri Rothschild per i quali ha lavorato come consulente, è stato cullato e coltivato sin da giovanissimo negli ambienti della Francia che contano.

Jacques Attali, una delle figure più importanti del gruppo Bilderberg, lo portò con sè in una riunione del potente club globalista – governato dall’ancora più influente club di Roma – già nel 2014 quando Macron aveva soli 36 anni.

Le porte dei grandi circoli mondialisti si sono pertanto dischiuse molto presto per il giovane Macron, sposato sin da giovane con una donna 24 anni più grande  di lui.

Il presidente francese a soli 15 anni ebbe infatti una relazione clandestina con Brigitte Trogneux, all’epoca 39enne, che era la sua insegnante ed era sposata con un banchiere conosciuto e rispettato nella società francese.

Il matrimonio che seguì negli anni successivi, secondo alcuni, fu solo una facciata per coprire lo scandalo ed eventuali conseguenze giudiziarie alle quali sarebbe potuta andare incontro la Trogneux, probabilmente evitate per la sua vicinanza con i salotti più abbienti.

Ad ogni modo, Brigitte aiutò a dischiudere le porte di ambienti importanti al giovane Macron che da allora iniziò a bruciare rapidamente le tappe per scalare rapidamente i gradini dell’alta società

Fu così che Macron iniziò a lavorare per una famiglia tra le più potenti d’Europa e del mondo, i Rothschild, e finì poi per ritrovarsi al Bilderberg, il luogo dove difatti si decidono i futuri governanti del mondo.

Nel 2014, l’anno in cui è al Bilderberg con Attali, diventa ministro dell’Economia del governo Valls, nominato dall’allora presidente Hollande.

Tre anni dopo, sono proprio i Rothschild a finanziare la sua campagna elettorale e costruire un personaggio politico che prima di fatto non esisteva.

Il partito centrista di Macron, En Marche, nonostante avesse un solo anno di vita stravince le presidenziali e porta il suo leader all’Eliseo a soli 39 anni.

Macron è stato scelto per guidare il nuovo ordine mondiale?

Ma c’è qualcosa di diverso nella vertiginosa ascesa di questa figura. I media internazionali gli attribuiscono delle doti che non sembrano essere quelle dei comuni politici.

Il settimanale The Economist, di proprietà degli Elkann e dei Rothschild, gli dedica una copertina in prima pagina con il titolo “Il salvatore d’Europa?” nella quale viene raffigurato mentre cammina sulle acque veicolando l’idea che abbia il dono di doti miracolose, tali da esulare il campo della semplice politica.

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I media mainstream quando si riferiscono a lui ricorrono ad un linguaggio riservato più a una figura messianica piuttosto che ad un ordinario politico.

Si inizia a descriverlo come una sorta di salvatore delle sorti dell’umanità, qualcosa che non si è mai visto nemmeno nella propaganda mediatica globalista fatta per gli altri presidenti e politici partoriti dal gruppo Bilderberg e dal Club di Roma.

I media hanno scritto e scrivono tuttora che quest’uomo è un leader globale, una figura che dovrebbe guidare in pratica il globalismo internazionale.

In un recente articolo della CNN, scritto durante la crisi da Covid e sfuggito ai più, firmato da David Andelman, si descrive il presidente transalpino come l’unico in grado di guidare il mondo in questa contingenza.

La CNN, da sempre la più feroce nemica di Trump, non solo gli riconosce il ruolo di anti-Trump ma lo eleva al rango di leader mondiale.

E’ molto interessante, a questo proposito, leggere questo passaggio dell’articolo.

“Il 42enne presidente della Francia, Emmanuel Macron, che ha affrontato molte sfide governando il suo Paese, si sta ora posizionando per prendere il mantello della leadership globale riservata a lungo ai tradizionali leader della Cina, della Russia e specialmente degli Stati Uniti. E adesso, non ha veri sfidanti. Il veicolo di questa campagna di leadership è la proposta di Macron per un cessate il fuoco mondiale, una tregua che ci sarebbe ovunque dall’Afghanistan alla Siria, all’Iraq e allo Yemen.”

L’articolo della CNN arriva a poco tempo di distanza da una dichiarazione pubblica rilasciata dal ministro della Sanità israeliano, Yaakov Litzman, sull’avvento imminente del Moshiach.

E’ importante citare il messia atteso nella religione ebraica perchè questa figura avrà proprio il compito di instaurare una pace e una tregua globale, sulla falsariga di quanto proposto da Macron.

Chabad-Lubavitch, uno dei gruppi più influenti nell’ebraismo mondiale, spiega chiaramente che le nazioni andranno verso “un nuovo ordine mondiale, nel quale non ci saranno più guerre o conflitti. La gelosia, l’odio, l’avarizia e i conflitti politici spariranno, e tutti gli uomini mireranno alla bontà, alla gentilezza, alla pace.”

Il Moshiach non è altro che il leader di questo nuovo ordine mondiale che nascerà da una temporanea tregua globale.

Il globalismo sta cercando un capo, un uomo carismatico che si metta a capo di questo supergoverno mondiale che non potrà nascere senza l’avvento di questa figura che incarna caratteristiche politiche e religiose allo stesso tempo.

Le élite stanno pensando ad Emmanuel Macron per rivestire questo ruolo “salvifico”?

La risposta forse può arrivare da un libro, sfuggito anch’esso ai più, dal titolo L’ultimo presidente d’Europa: la corsa di Emmanuel Macron per rivitalizzare la Francia e salvare il mondo” pubblicato dal Brookings Institution.

Il Brookings Institution è un think-tank americano molto influente tra le gerarchie del globalismo, considerati anche i suoi stretti legami con il suo più generoso finanziatore, Bill Gates, in prima linea nel favorire l’avvento di un tecno-totalitarismo globale.

Anche in questa occasione, l’opera citata presenta Macron come un salvatore, addirittura non solo d’Europa, ma del mondo intero.

Al presidente francese viene dato il compito di traghettare l’Europa verso l’ultima fase tanto aspirata dai circoli globalisti, ovvero gli Stati Uniti d’Europa (SUE).

Le élite vogliono convertire l’Unione europea in un superstato europeo e hanno bisogno di un leader che sgorghi dal caos e porti il vecchio continente verso la fase finale del piano Kalergi.

Gli Stati Uniti d’Europa nella mente dei mondialisti dovranno portare su di sè le spalle del nuovo ordine mondiale in via di costruzione e verso il quale la crisi da Covid ha dato una prepotente accelerazione.

Non sono più pertanto gli Stati Uniti il riferimento del globalismo, ma l’Europa che dovrà mutarsi in SUE.

La presidenza Trump ha allontanato Washington dalla leadership di questo piano, e ora le grandi famiglie mondialiste sembrano puntare tutte le loro fiche sull’alter ego del presidente americano, ovvero Emmanuel Macron.

Se Trump quindi è in questo momento il baluardo indiscusso del patriottismo nel mondo e della società tradizione, Macron di converso incarna lo spirito opposto, quello dell’ordine nuovo che vuole cancellare le nazioni e dare vita ad un Leviatano globale.

E qui si ritorna al punto di partenza di questa analisi. Il test missilistico di Macron eseguito nelle acque di Porto Rico era un messaggio che conteneva una velata minaccia al presidente americano?

Un fatto è certo. Se questo superstato europeo un giorno vedrà la luce, potrà farlo solo con una forza militare dietro e la Francia di Macron, potenza nucleare, è l’unica nazione europea che può dotarlo del potenziale bellico necessario.

Probabilmente è ancora presto per dire se il presidente francese è l’uomo prescelto per guidare il nuovo ordine mondiale, ma le élite iniziano ad usare sempre più frequentemente nei suoi confronti le parole “leader globale” e “salvatore”.

Chi è impegnato nella ricerca dell’identità del tiranno del nuovo ordine mondiale che si sta delineando, forse dovrà prestare particolare attenzione all’inquilino dell’Eliseo.

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