di Cesare Sacchetti

Questa è una di quelle storie che non si preferirebbe mai leggere per quanto essa possa apparire terribile e sconvolgente allo stesso tempo.

E’ la storia di un circolo pedofilo che per più di 30 anni ha agito indisturbato nel cuore delle istituzioni di Berlino e della Germania.

Tutti sapevano, ma nessuno ha fatto nulla.

La rete di pedofili ha goduto e gode tuttora di protezioni ai massimi livelli che hanno fatto calare una coltre di silenzio su queste orribili violenze.

I ricercatori dell’università di Hildesheim hanno raccolto tutte le testimonianze delle vittime in un rapporto dove viene descritta questa vera e propria galleria degli orrori.

Il caso della pedofilia in Germania ha appena sfiorato i media italiani.

Se questa rete infatti esiste ed è così potente è perchè ne fanno parte uomini di potere ai massimi livelli in ogni sfera della società.

Dalla magistratura ai media, passando per la politica. Il circolo degli orchi è ovunque.

E’ quanto accaduto nella capitale tedesca, dove dal 1973 in poi, gli abusi si sono ripetuti sistematicamente senza che nessuno muovesse un dito.

Il sistema funzionava in questa maniera.

Il Senato della città di Berlino – una istituzione simile ad una assemblea comunale nostrana – nel quale la SPD, il partito socialista, era in larga maggioranza ha affidato per almeno 30 anni bimbi abbandonati nelle mani dei pedofili.

E non si sta parlando di uomini di cui non si sapeva nulla sulle loro perversioni sessuali. Si sta parlando di soggetti noti alle autorità che avevano già ricevuto condanne per le loro violenze.

La città di Berlino sapeva quindi perfettamente cosa stava facendo.

Le istituzioni comunali hanno consapevolmente distrutto la vita di innocenti bambini.

Questi abusi pluriennali sono stati possibili solo grazie ad un sistema che vedeva coinvolti vari attori istituzionali.

Tutti facevano, e probabilmente appartengono tuttora, a questo circolo di violentatori di minori.

Il Comune di Berlino si rivolgeva per le sue consulenze psicologiche ad un personaggio particolare.

Il suo nome è Helmut Kentler. Kentler, scomparso nel 2008, era uno psicologo assurto alla fama nazionale per le sue teoria sulla pedosessualità.

Il professore sostanzialmente non vedeva nella pratica della pedofilia una perversione sessuale, ma al contrario le riconosceva un valore educativo e pedagogico.

Le teorie dello psicologo partivano dal presupposto che i bambini avessero una loro sessualità e che compito dei genitori era svilupparla e incoraggiarla.

Queste le sue parole al riguardo.

“I genitori devono essere consapevoli che una buona relazione di fiducia tra bambini e genitori non può essere mantenuta se ai bambini è negato il diritto di soddisfare urgenti bisogni come quelli sessuali.”

Kentler si spinse anche oltre nel corso della sua carriera.

Non solo credeva infatti nella necessità di favorire i rapporti sessuali tra i bambini, ma considerava una esperienza positiva l’abuso dei pedofili su questi.

Nel 1999, si espresse in questo senso.

“Nella larga maggioranza dei casi, l’esperienza insegna che le condizioni pederastiche possono avere un effetto molto positivo sullo sviluppo della personalità di un ragazzo, specialmente se il pederasta è un vero mentore del ragazzo.”

La definizione di “mentore” probabilmente per lo psicologo coincideva con quella di pedofilo, considerata l’alta opinione che Kentler aveva di questi.

Ad ogni modo, è stato quest’uomo a decidere a chi andavano affidati i bambini per molti anni a Berlino e i risultati sono stati la diretta conseguenza delle sue teorie deviate.

Verso la fine degli anni’60, l’allora sindaco della capitale tedesca, il socialista Willy Brandt, si rivolse al centro di pedagogia del professore per le consulenze sugli affidamenti.

I bambini quindi finivano sistematicamente nelle mani di pedofili conclamati, perchè era questo centro a raccomandare la loro adozione a questi.

Il caso di Fritz H. è emblematico. Quest’uomo aveva già condanne per abusi, ma la consulenza di Kentler si rivelò decisiva per consentirgli di adottare diversi bambini nel corso dei decenni passati.

Almeno 9 bambini sono stati abusati e violentati da Fritz H. e nessuno nelle istituzioni comunali ha cercato di interrompere le violenze.

Tutti questi programmi godevano della supervisione di prestigiose istituzioni pubbliche come il Max Planck Institute e la Libera Università di Berlino.

Come gli intellettuali progressisti hanno sdoganato la pedofilia

L’idea che la pedofilia sia qualcosa di accettabile e non moralmente riprovevole si è incuneata nella società europea soprattutto dopo il 1968.

La cosiddetta rivoluzione sessuale si proponeva di cambiare i costumi degli occidentali reputati troppo “reazionari” dall’ideologia progressista.

In questo contesto, le idee di Kentler e di altri hanno trovato terreno fertile .

In Italia, uno dei primi a sdoganare queste teorie fu probabilmente Mario Mieli – un intellettuale omosessuale morto suicida a 31 anni e noto, tra l’altro, per i suoi atti coprofaghi che si svolgevano nei suoi spettacoli – a veicolare l’idea che i bambini dovessero avere una loro sessualità e che era compito dell’omosessuale svilupparla.

In una delle sue opere del 1977, Elementi di critica omosessuale, Mieli si esprimeva così al riguardo.

“«Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica».

Queste idee non rimasero confinate in una parte del mondo omosessuale. Trovarono rappresentanza politica.

In Germania, dove ha avuto luogo questo enorme scandalo pedofilo, negli anni’80 se ne faceva portatore un partito chiamato “Lista alternativa”, considerato come l’antenato dell’attuale partito verde tedesco.

Ciò che prima era un tabù assoluto, iniziava già ad essere considerato come qualcosa degno di avere una legittimità politica.

Negli anni a seguire in Europa sono sorti altri partiti che hanno fatto della legalizzazione della pedofilia e delle pornografia infantile la loro principale cifra politica.

E’ il caso del partito olandese “Carità, Libertà e Diversità” che nel suo programma aveva questi obbiettivi.

La rete pedofila non solo quindi è penetrata nel cuore delle istituzioni europee, ma ha iniziato a trovare un suo spazio politico, un tempo semplicemente impensabile.

L’idea che i bambini debbano avere una loro sessualità e che gli adulti che praticano sesso con loro non sono “orchi” ma al contrario “maestri” o “mentori” dei piccoli è sempre più vicina a trovare una rappresentanza politica.

Nelle scuole, italiane ed europee, è sempre più frequente vedere le cosiddette drag queen, artisti omosessuali travestiti da donna in una maniera eccessivamente grottesca, leggere favole ai bambini.

Il sistema quindi sta apertamente sostenendo le idee della pedosessualità e non è un caso che gli abusi si moltiplichino sempre di più.

Lo scandalo della rete pedofila in Portogallo

La rete pedofila non si è instaurata infatti solo in Germania.

In Portogallo, tre anni fa, venne alla luce un altro giro di pedofili che aveva la sua base nella Casa Pia, un orfanotrofio nella città di Lisbona.

A questo giro appartenevano le alte sfere della società portoghese, dal mondo della politica a quello della finanza.

Ma non erano solo le élite locali ad usare l’orfanotrofio Casa Pia come una sorta di supermercato dal quale attingere per trafficare bambini.

Erano anche membri delle élite internazionali a commissionare la consegna di bambini che poi finivano puntualmente vittime di abusi.

Il custode di questo istituto degli orrori, Carlos Silvino, anche lui coinvolto e condannato per alcuni degli abusi commessi, si è definito praticamente intoccabile perchè “ci sono troppe persone coinvolte.”

Teresa Costa Macedo, ex ministro per le politiche della famiglia negli anni’80, sapeva quanto stava accadendo e informò l’allora presidente Eanes.

La Macedo ha rivelato che il custode Silvino “era solo un elemento di una enorme rete pedofila” operativa nel Paese.

Vennero fuori nomi di ambasciatori, come Jorge Ritto, volti noti della televisione, come Carlos Cruz, ma il grosso dei potenti coinvolti a livello locale e internazionale non emerse mai alla luce.

La ragione probabilmente è che esiste un legame profondissimo, una sorta di patto indissolubile, tra i membri che appartengono a questa rete di abusi.

E’ questo legame ad impedire che tutto questo emerga.

Ne parlò Nicole Kidman in una intervista di qualche anno fa, in base alle rivelazioni che gli fece Stanley Kubrick durante le riprese di Eyes Wide Shut, pellicola di culto dove lo scomparso regista americano ha mostrato il lato oscuro delle élite.

Kubrick rivelò alla Kidman che è questa rete di pedofili a governare il mondo e che questi sono vincolati da un legame indissolubile.

“Sanno a vicenda i propri segreti. Non c’è via di uscita per loro. E’ un legame che dura a vita. Anche se qualcuno di loro volesse tornare indietro, pentirsi, per così dire, non può. I suoi sodali lo affonderanno.”

Ora probabilmente si sta arrivando ad una fase diversa. Le élite vogliono che i loro vizi e perversioni vengano riconosciuti come legittimi.

Due anni fa, nel contesto delle conferenze di TEDx, una studentessa di medicina, Mirjam Heine, avanzò l’idea che la pedofilia dovesse essere accettata come un immutabile orientamento sessuale.

Le élite quindi sembrano far voler emergere dall’ombra i loro vizi e abusi per poter dar loro una rispettabilità pubblica.

L’esternalizzazione e lo spettro della legalizzazione della pedofilia aleggiano sulla già corrotta e marcia società occidentale che sta andando sempre più rapidamente verso la sua rovina morale, economica e spirituale.

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