di Cesare Sacchetti A quanto pare, la storia ama ripetersi come si vedrà meglio in seguito....
Quella riunione segreta d’emergenza delle élite mondialiste in Italia
di Cesare Sacchetti
I vari club del mondialismo, si sa, amano chiudersi in lussuosi alberghi a 5 stelle per decidere le sorti del mondo.
Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, ha iniziato a diffondersi l’abitudine sempre più frequente nelle democrazie liberali Occidentali di tenere riunioni annuali in vari luoghi del Nord-America e d’Europa per prendere le decisioni che avrebbero dovuto poi essere eseguite dai vari governanti.
Nel 1954, ad esempio, il politico polacco Jozef Retinger il gruppo Bilderberg, uno dei circoli delle élite più importanti della storia dell’900, ma ciò nonostante si fa fatica a trovarne menzione nei libri di storia scritti dai vari storici liberali, sempre attenti a non svelare le vere dinamiche che governano le democrazie liberali.
Jozef Retinger
Al Bilderberg partecipano personaggi della politica, del giornalismo, dell’alta finanza e dell’industria globale, e questo club è uno di quelli più di rilievo nella impalcatura del mondialismo per decidere in quale direzione deve andare il mondo.
E’ nelle riunione di questa società segreta che si è deciso, ad esempio, che Bill Clinton sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti nel 1993, nonostante il governatore dell’Arkansas avesse già alle sue spalle una carriera piena di ombre e di scandali che non hanno mai visto alla luce del sole a causa delle strani morti di tutti i testimoni che avrebbero potuto mandare in rovina sia l’ex presidente americano sia la sua “illustre” consorte, Hillary Clinton, l’ex segretario di Stato dell’amministrazione Obama.
I think tank e i circoli del mondialismo sono vari e ogni Paese ha la sua succursale di riferimento.
Ad esempio, nel caso della Gran Bretagna lo è certamente la Chatam House voluta dalla famiglia Rothschild, mentre nel caso dell’Italia oltre all’istituto Aspen fondato dalla famiglia Rockefeller, c’è certamente il club di Cernobbio, ovvero il forum Ambrosetti che prende il nome dal suo fondatore, l’economista Alfredo Ambrosetti.
Ambrosetti è uno di quegli uomini che sussurra ai potenti ed è uno degli storici organizzatori del citato Bilberberg.
Cernobbio nasce probabilmente proprio per soddisfare l’esigenza di impiantare anche in Italia una succursale del gruppo Bilderberg per assicurarsi che anche la politica italiana fosse ligia alle direttive ricevute da tali poteri.
Alle riunioni di questo rilevante think tank si trovano, non a caso, personaggi di assoluto rilievo com Carlo Azeglio Ciampi, membro del gruppo Bilderberg, Bill Gates, l’ex magnate di Microsoft e signore dei vaccini legatissimo al cartello farmaceutico, Gianni Agnelli, altro sodale del Bilderberg e del club di Roma vicino alla grande eminenza grigia del mondialismo, Henry Kissinger, Giulio Tremonti, presidente del citato istituto Aspen, Romano Prodi, membro anch’egli del Bilderberg e del club di Roma, l’attuale capo dello Stato, Sergio Mattarella, molto vicino alla Commissione Trilaterale dei Rothschild, e persino un pontefice come Benedetto XVI.
A Cernobbio, se si volesse utilizzare una metafora pronunciata in confidenza da uno degli appartenenti di questi circoli, si mettono in poche parole le posate sulla tavola e si decidono i posti che ognuno deve prendere nella tavola della politica italiana, così come nei circoli mondialisti d’Oltralpe si decidono le varie direttive e incarichi che andranno assegnati ai vari politici dei Paesi Occidentali
In pratica, l’essenza della democrazia liberale si racchiude tutta in questi centri del potere privati, nei think tank, nelle fondazioni, e nelle logge massoniche che privatizzano la politica e impongono ad un determinato Paese la linea da seguire, oltre ovviamente a stabilire quali saranno gli uomini chiamati ad eseguire quell’agenda.
Non stupisce quindi che il forum Ambrosetti abbia ricevuto l’elogio di università angloamericane, come quella della Pennsylvania che lo ha definito il più prestigioso think tank italiano non certo per la qualità o la rettitudine dei suoi membri, ma soltanto perché il forum in questione segue le linee tracciate dal vero potere che conta.
Riunione d’emergenza a Cernobbio
La prossima riunione in programma di tale esclusivo circolo è prevista per il prossimo settembre, eppure secondo importanti fonti dei servizi italiani che hanno raggiunto tale blog, la passata settimana ci sarebbe stata una sorta di anticipazione del forum, ma senza alcuna pubblicità da parte degli organi di stampa, nella massima segretezza possibile.
Sulle incantevoli sponde del lago di Como e sotto i magnifici affreschi di villa d’Este, è andata in scena quella che può definirsi una riunione di emergenza, alla quale hanno partecipato rappresentanti governativi di Francia, Germania, Gran Bretagna assieme ai vari esponenti del governo israeliano, in particolar modo membri del famoso, o famigerato, servizio segreto del Mossad.
Villa d’Este
Secondo tali fonti, in questo parterre istituzionale governativo d’eccezione, ci sarebbe stato anche un peso massimo dello stato profondo italiano come Mario Draghi, l’ex presidente del Consiglio ed ex governatore della BCE, già noto per la famigerata svendita della industria pubblica italiana avvenuta a bordo del panfilo del Britannia.
Gli argomenti sul tavolo sarebbero stati diversi, ma i più prioritari avrebbero riguardato la guerra israelo-iraniana che sta mandando in crisi lo stato ebraico, uno degli elementi più importanti, se non il più importante, di tutta l’architettura di potere sorta dopo il 1945 che i vari analisti degli organi di stampa amano chiamare “ordine liberale internazionale”.
Il conflitto non ha preso affatto la piega sperata da Tel Aviv.
Secondo quanto dichiarato dal colonnello americano MacGregor, almeno un terzo della capitale israeliana sarebbe danneggiata o distrutta, e a giudicare dalle immagini che si sono viste sui vari canali che stanno seguendo da vicino la guerra, non sembra essere una valutazione avventata.
La devastazione di Israele dopo i bombardamenti iraniani
I missili iraniani si stanno rivelando estremamente precisi e avanzati, tanto da dimostrare un progresso tecnologico sotto certi aspetti superiore non solo certamente a quello dello stato di Israele ma anche a quello di diversi Paesi NATO che non dispongono certo di tali armamenti.
Israele ha messo in atto una mossa della disperazione.
Nel folle tentativo non di mettere fine al programma nucleare iraniano, ma di provare a rovesciare il governo iraniano, Tel Aviv si è giocata il tutto per tutto e ha lanciato un attacco all’Iran nella vana speranza che gli Stati Uniti venissero in suo soccorso.
Secondo fonti di intelligence libanesi, il presidente degli Stati Uniti, Trump, era informato in anticipo dei piani di Israele, e aveva espressamente avvertito il governo di Tel Aviv di astenersi da una simile azione, fino a sottolineare che se lo stato ebraico avesse deciso di attaccare, avrebbe dovuto sbrigarsela da sola.
48 ore fa, Trump ha dato prova ancora una volta di conoscere molto bene l’arte dell’inganno e della dissimulazione attraverso un “attacco” concordato con Teheran a tre siti nucleari che sono rimasti perfettamente intatti e funzionanti, e attraverso tale mossa, il presidente non solo ha tolto agli israeliani il pretesto in base al quale chiedevano l’ingresso degli Stati Uniti in guerra, ma ha dimostrato al mondo intero che a Tel Aviv non importa nulla dei presunti programmi nucleari iraniani.
A concludere questa messinscena concordata, è stata la “risposta” dell’Iran che ieri ha bombardato una base americana vuota, quella di Al-Ubeid nel Qatar, avvertendo prima sia Doha che Washington a dimostrazione, come scritto nel precedente articolo, che nessuno vuole farsi male in questa storia e che tutti vogliono tenersi fuori dai piani guerrafondai di Israele.
Israele in tale storia voleva soltanto una cosa. Voleva rovesciare il governo di Teheran.
Voleva più semplicemente installare al posto dell’ayatollah Khamenei la famiglia reale dei Pahlavi che sono nelle mani dell’anglosfera e delle varie lobby sioniste ed ebraiche, tanto che piuttosto che condannare i crimini di guerra che stanno uccidendo iraniani innocenti si sono schierati dalla parte dei carnefici e degli assassini del popolo iraniano.
Israele, in altre parole, vorrebbe ancora una volta aprire il manuale della CIA e del Mossad alla voce “regime change” per ripetere l’operazione compiuta 22 anni prima, ai tempi della guerra in Iraq, concepita per rovesciare Saddam Hussein, considerato d’intralcio alle mire espansioniste di Sion, e rimosso anch’egli sotto il falso pretesto del possesso delle armi di distruzione di massa che non sono mai state nelle mani dell’Iraq, ma che invece sono in quelle dello stato di Israele sin dai tempi dello scontro di Ben Gurion con il presidente Kennedy.
A Cernobbio, c’è viva preoccupazione da parte dei rappresentanti delle varie cancellerie europee, e l’ordine che sarebbe stato trasmesso dai vari membri dei think tank del globalismo, è quello di non far trapelare nulla di quanto sta realmente accadendo in Israele.
Sulla stampa italiana ed europea deve passare il messaggio che è l’Iran che sta crollando, che il suo governo è in fuga, come ha scritto qualche propagandista di Sion su X, e soprattutto non si devono vedere immagini dei missili iraniani che vanno a bersaglio.
Ad anticipare il blackout mediatico è stato lo stesso esercito israeliano che ha ordinato ai giornalisti internazionali di chiedere il permesso di trasmettere da un determinato luogo colpito, e qualora i danni e i morti fossero troppo alti, allora l’autorizzazione sarebbe probabilmente negata.
E’ un divieto abbastanza impossibile da rendere effettivo perché nell’epoca moderna ognuno è dotato di telecamera attraverso un cellulare, e gli smartphone che le multinazionali hanno messo in mano alle persone per inebetirle, si sono rivelati, almeno in questo caso, un micidiale boomerang.
Si vuole evidentemente provare a nascondere la profonda crisi di Israele che non sta solo vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia con i suoi cieli che vengono violati sistematicamente e con facilità dai missili iraniani, ma anche una crisi politica e istituzionale che non viene ovviamente raccontata dagli organi di stampa.
Non è stato raccontato, ad esempio, di quanto accaduto al capo del Mossad, David Barnea, che, secondo i media indiani, sarebbe stato all’interno del quartier generale del servizio segreto israeliano dopo l’attacco iraniano che avrebbe ucciso Barnea.
David Barnea
Non una parola è stata detta sulle sorti del capo di uno dei servizi segreti più noti al mondo, così come non è stata detta una parola sul comandante della Marina israeliana, David Saar Salama, anch’egli probabilmente ucciso dai missili dell’Iran.
Stamane, è giunto l’annuncio da parte del presidente Trump che un cessate il fuoco è stato raggiunto tra Israele e Iran, ma i problemi politici e militari dello stato ebraico sono ancora tutti lì, probabilmente ancora più gravi di prima, perché Teheran da questa prova di forza sta uscendo rafforzata e praticamente non scalfita dai tentativi di Israele di rovesciare il suo governo, mentre Tel Aviv si guarda intorno e vede la devastazione creata dai missili iraniani con diversi ufficiali governativi e militari che esprimono sempre più apertamente il loro malumore di fronte a tale sfacelo.
Papa Leone XIV: un papa sgradito all’establishment
A Cernobbio, i vari rappresentanti del mondialismo non hanno comunque parlato soltanto di Israele e della preoccupazione che questo stato possa crollare, ma nell’agenda della riunione riservata ci sarebbe stato anche il pontificato di papa Leone XIV.
Dopo un iniziale tentativo da parte degli organi di stampa di associare la figura di questo pontefice a quella di Francesco, nel mondo dei vari “cattolici” liberal-progressisti si sarebbe diffuso un certo malumore nei confronti di questo papa che si sta rivelando molto diverso dal suo predecessore.
Ad esprimere per primo la sua opposizione nei confronti del Santo Padre, è stato il cardinale militante di Sant’Egidio, Matteo Zuppi, molto vicino a Francesco, che ha definito “freddo” il papa per aggiungere poi che c’è nostalgia verso Bergoglio.
Zuppi assieme a Francesco
Zuppi si è espresso così alla festa di Repubblica, il quotidiano house organ della sinistra progressista italiana anti-clericale, perché, a quanto pare, il porporato si trova molto a più suo agio negli ambienti ostili al cattolicesimo che in quelli invece vicini alla tradizione.
Se Zuppi ha deciso di parlare apertamente contro Leone, lo storico fondatore di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, già vincitore del premio Kalergi, ha preferito invece ancora giocare la carta del buon viso a cattivo gioco attraverso la sua dichiarazione nella quale afferma che Leone sarebbe stato scelto da Francesco in persona, ma dietro le quinte la storia sarebbe molto diversa.
Secondo fonti vaticane ben informate, il patron di Sant’Egidio non gradirebbe affatto il Santo Padre e lo considererebbe ostile all’agenda immigrazionista della comunità nota come l’ONU di Trastevere.
Tra le prime azioni del pontefice, c’è stata quella di avviare una generale revisione dei conti delle casse del Vaticano disastrate dalle scellerate scelte del suo predecessore “francescano” che tra le sue varie “imprese” ha compiuto quella di prosciugare le casse dell’obolo di San Pietro nella disgraziatissima operazione della casa di Londra, costata alla Santa Sede l’enorme cifra di 300 milioni.
Leone risulta che abbia avviato una sorta di “spending review”, per utilizzare la terminologia cara ai vari tecnocrati, e nei tagli che ha deciso di attuare ci sarebbero anche proprio quelli a favore di Sant’Egidio.
Ai tempi di Bergoglio, c’era un idillio tra il papa e Riccardi che forse non si era visto nemmeno nell’epoca di Wojtyla, che pure è stato il pontefice che ha aperto le porte del Vaticano a Sant’Egidio, sino a darle l’incarico di organizzare il famoso, o famigerato, incontro interreligioso di Assisi nel 1986 al quale hanno partecipato esponenti di vari religioni, in quelle che sembrarono essere le prove generali della religione ecumenica mondiale che il Concilio Vaticano II si proponeva di instaurare.
Francesco aveva una vera e propria ossessione per il migrante o immigrato clandestino, tanto che nel suo pontificato l’africano che lasciava la propria terra attraverso il contributo dei trafficanti di esseri umani, su tutti le ONG di Soros, diventava una novella figura cristica degna di venerazione.
Sant’Egidio che si occupa appunto del transito di migranti non poteva che essere il naturale interlocutore di Bergoglio che decise di istituire un apposito dicastero, quello del servizio dello sviluppo umano integrale, un nome che ricorda molto quello di una ONG attiva per i diritti umani, attraverso il quale sono affluiti diversi fondi alla comunità di Riccardi.
Papa Leone avrebbe deciso di mettere un freno a tali progetti immigrazionisti, e tra le prime vittime di questi tagli, ci sarebbe proprio Sant’Egidio che in pubblico continua a elogiare il papa, ma dietro le quinte non nasconde la sua ostilità nei suoi confronti.
La dichiarazione di Zuppi è stata l’inizio, un primo segnale che i modernisti bergogliani sono sul piede di guerra e sono pronti a scatenare una feroce opposizione contro questo pontificato che minaccia di invertire la rotta e riportare la Chiesa su un cammino non più secolare o forse si dovrebbe dire marxista-protestantico, ma su quello del Vangelo.
Il Santo Padre non sembra essersi affatto intimidire dalle parole di Zuppi, e in uno dei suoi ultimi discorsi è sembrato rispondere per le rime non solo a lui, ma a tutti quei prelati che al posto della missione evangelica e della salvezza delle anime hanno messo gli interessi dei vari circoli del progressismo e degli istituti globalisti che hanno alla base un’agenda secolare e profondamente anticristiana.
Il papa è stato chiaro, inequivocabile.
La Chiesa non è un partito, nè tantomeno una ONG di natura liberal-progressista come purtroppo il Concilio Vaticano II l’ha resa più simile.
Ad essere preoccupati da questo pontificato non sono soltanto i membri della massoneria ecclesiastica, già in allerta, ma anche i vari esponenti della libera muratoria laica che, come si vede, iniziano a riunirsi per discutere il da farsi verso un pontefice che sta suscitando un risveglio della fede e un riavvicinamento dei giovani, da tempo disillusi e scristianizzati da questa società del vuoto secolare, figlia del disgraziato ’68, il parto malato della scuola di Francoforte.
Leone è forse il papa che da tanto tempo i cattolici stavano aspettando e ciò non è gradito ai signori del mondialismo che hanno visto crollare negli ultimi anni vertiginosamente la loro influenza dopo la caduta dell’impero americano e la crisi della NATO abbandonata dagli Stati Uniti, e ora con il declino dello stato ebraico.
Una intera impalcatura scricchiola e il cambio di rotta della Chiesa sarebbe uno dei definitivi colpi di grazia ad un progetto che era stato concepito e costruito in più di 100 anni di storia.
Sembra essere iniziato l’ultimo ciclo dell’epoca globalista del secolo scorso, ed è certamente quello più delicato e decisivo.
I vari appartenenti di questi poteri sono all’angolo e sono pronti a mosse della disperazione pur di provare a rovesciare il tavolo, e sarà proprio in tale fase che occorrerà vigilare e sperare che non ci siano altre vittime, come quelle che ci sono state dopo la pantomima dell”attacco” di Trump.
Non sono passate poche ore da quel falso attacco, che si è infatti improvvisamente riattivato il fenomeno del terrorismo “islamico” negli Stati Uniti e in Siria, la cui natura non è affatto spontanea, ma artificiale e gestita sin dai primi istanti dalle varie agenzie di intelligence americane e israeliane che si sono servite di esso per scatenare guerra e devastazioni a tutti coloro che venivano considerati “nemici” dallo stato ebraico.
E’ una fase particolarmente delicata perché la bestia è gravemente ferita, e prima di soccombere, come ha detto lo stesso governo israeliano, proverà a tirare i suoi ultimi e violenti colpi di coda.
In tale scenario di generale disfacimento, l’Italia sembra essere stata scelta come uno degli ultimi fortini dell’establishment per una ragione alquanto semplice.
La corrotta classe politica del Paese dopo aver perduto la protezione dell’impero americano si è messa a completa disposizione delle élite europee pur di provare a mettersi in salvo.
Se ne è avuto un saggio quando ad aprile i rappresentanti delle istituzioni della repubblica di Cassibile diedero vita a quella ignobile sceneggiata per ricevere re Carlo, e se ne ha ora una ulteriore prova attraverso la scelta delle élite globaliste di tenere una riunione segreta in Italia.
Il mondialismo evidentemente è ben consapevole che la sua fine si fa sempre più vicina.
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Ottimo articolo.
Scusate, qualcuno conosce le coordinate di dove si trova il luogo dove faranno questa riunione globalista? No giusto per sapere, così nel caso le comunichiamo all’ Iran subito subito….🤣
Comunque vedi, quanto ci vuole a colpirli un attimo? In un colpo solo li prendi tutti….
Interessantissimo: una parte dell’Uccidente si è stancata di fare il palo agli assassini. In più quelli che facevano il palo sanno tutto di tutti.
Nella City hanno capito che Trump, Putin, la Cina e l’India gli hanno girato le spalle, tirandosi dietro Africa e Sudamerica.
Preoccupa per Leone XIV, ma il nome del Papa è tutto un programma per le altre bestie della foresta, in primis i lupi.
Grazie, Ruggero.
Molto chiaro. Grazie
Grazie Nicolai.
Interessante articolo Dr. Sacchetti. Come sempre anticipa le situazioni e i piani di questa élite ormai ferita (speriamo a morte, come congrega) e già malata (di mente) da tempo.
Grazie Fabio.
Grazie Fabio.
Possono anticipare tutti i forum del mondo, ma non hanno alcuna speranza di riuscire a raddrizzare la situazione a loro piacere, possono solo fare danni.
E questo è il solo problema vero: si deve sperare che decidano di fare danni sopportabili. Purtroppo questi perversi hanno pochi limiti e sono propensi a superarli in tutti i modi, per poter continuare a fare i perversi che comandano.
Grazie Cesare,
io però nutro ancora dei dubbi sulla Meloni.
Non riesco a collocarla con decisione da una parte o dall’altra.
La vedo ancora nel centro tra Trump e le vecchie forze ma non posso non considerare che stà eseguendo gli ordini del Presidente Trump!!
Non sta eseguendo in nessun modo gli ordini di Trump.. Sta lasciando il Paese alla mercé di chi lo vuole distruggere..
Concordo al 100% con Cesare! Sta solo facendo gli interessi PERSONALI (accumulare più soldi che può), fregandosene del paese. La madre di famiglia…
E’ la politica peggiore che poteva capitare all’Italia, al suo confronto M5S e Draghi, dei puri dilettanti (per i 5S è ancora vero).
Meloni non e’ nemmeno fascista sebbene cresciuta nel Fronte della Gioventu’ di memoria missina. Mussolini, tanto per dire, avversava visceralmente il Regno Unito tanto da chiamarlo la Perfida Albione. Meloni ci sguazza con goduria con UK ed il suo premier Starmer (piu’ che con il mal sopportato Macron ed il tollerato Merz). Mussolini si stara’ girando nella tomba davanti a tale scempio. La Meloni e’ piu’ giusto definirla una post fascista in salsa globale. A mio parere il partito italiano con connotati di destra, piu’ di FdI, e’ Forza Italia (che io chiamo Forca Italia). FI e’ intriso di atlantismo ed europeismo in salsa globalista tanto quanto quelli di +Europa di Magi, Calenda e Renzi, con la differenza che questi ultimi hanno un peso politico pari allo zero visto che alle ultime elezioni europee non hanno nemmeno raggiunto il quorum.
Ciao Cesare! Momenti storici che nessuno avrebbe potuto immaginare avvenire con un’accelerazione simile.
Mi rammarico del fatto che l’Europa va a rilento da morire, non si riesce ad espugnare ancora il fortino degli oscuri una volta per tutte.
Un grande abbraccio, commento meno ma ti leggo sempre e comunque.
Un grandissimo abbraccio
Alice
Ciao Alice, ti ringrazio. A giudicare dalla velocità degli eventi, l’UE non ne ha ancora per molto.
Quando il perdente tenta di rifarsi non fa altro che stra-perdere. E’ prossima la fine del mondialismo.
Carmine, non è prossima, è una via tracciata, ma faranno di TUTTO per mantenere il potere. E’ di questo “TUTTO”, che ci dobbiamo preoccupare e dobbiamo iniziare a farlo rimettendo in movimento la testa. Processo molto difficile e complesso.