I papi e la massoneria: da tremendi nemici a stimati “fratelli”

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01/06/2025

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di Cesare Sacchetti

C’è stato un tempo in cui cattolicesimo e massoneria non potevano non camminare su percorsi opposti e separati.

C’è stato un tempo in cui stare dentro la Chiesa Cattolica significava stare contro la massoneria,  ed era il tempo nel quale questa istituzione ancora non aveva disconosciuto sé stessa, non aveva fatto propri i principi dei diritti umani che non sono altro che una religione soltanto in apparenza, nella superficie laica, ma sotto, nelle profondità, essa rivela bene la sua natura anticristiana e luciferiana.

La libera muratoria è questo.

Non certo una associazione filantropica come ama presentarsi al mondo esterno, ma una vera e propria setta, fatta di giuramenti di sangue, fatta di segreti inconfessabili che vanno rivelati soltanto agli iniziati che arrivano in cima alla piramide, e fatta soprattutto a immagine e somiglianza di Lucifero, il dio dei muratori che arrivano a tale segreto soltanto una volta giunti ai gradi superiori di tale setta.

I massoni si definiscono muratori perché loro sarebbero all’opera per costruire un edificio, quello della repubblica universale, alla quale loro nel corso dei secoli hanno contribuito ponendo mattone su mattone fino alla progressiva esautorazione degli Stati nazionali.

Le patrie sono il nemico tremendo dei grembiulini.

Le odiano, le detestano, le ritengono figlie di un retaggio del passato che ostacolano il “progresso” dell’umanità quando esse sono in realtà un imprescindibile faro di civiltà e di custodi dei valori e delle identità dei popoli.

Non c’è dubbio che il secolo XX è stato quello che più di tutti ha visto il trionfo della massoneria.

E’ in tale secolo infatti che gli Stati nazionali iniziano ad assomigliare più a dei simulacri giuridici che a delle vere entità dotate del potere politico ed economico, perché i mattoni posti dai liberi muratori nel secolo passato hanno tolto agli Stati le leve del potere, consegnandole ad altri soggetti, spesso nemmeno conosciuti dalla opinione pubblica.

La massoneria si propone nella sua guerra contro l’umanità di annientare sì le nazioni, ma soprattutto si propone di infiltrare la Chiesa, senza la quale il suo piano di dominio del mondo non ha alcuna possibilità perché fino a quando esisterà una Chiesa Cattolica a difesa del cristianesimo e dell’esistenza delle patrie, allora per la libera muratoria sarà virtualmente impossibile vedere il trionfo del proprio piano.

Non c’era evidentemente quindi altra strategia praticabile per i grembiulini che quella dell’infiltrazione.

Giunsero a tale conclusione nel XIX secoli i massoni privilegiati dell’Alta Vendita, una specie di supermassoneria che a detta di alcuni esisterebbe ancora oggi e sarebbe la loggia secreta e potentissima che governa le altre obbedienze, spesso a insaputa persino dei massoni di più alto rango dei vari riti come quelli del Grande Oriente d’Italia oppure del Rito Scozzese Antico e Accettato, oggi in guerra tra di loro per una crisi strutturale della libera muratoria italiana, e forse anche internazionale.

Roncalli: il primo papa massone

Si arriva così a quello che potrebbe essere definito pacificamente come il primo papa massone della storia.

Si arriva ad Angelo Roncalli, la cui biografia, se letta con attenzione, rivela molto su di lui e sul tipo di infiltrazione che era in corso nella Chiesa Cattolica.

Secondo la pluralità di informazioni giunte da diverse fonti, cattoliche e non, non sussiste dubbio alcuno che Roncalli fosse un iniziato alla libera muratoria.

La sua iniziazione era già nota negli anni’30 durante il suo periodo da nunzio apostolico a Parigi.

Don Luigi Villa, sacerdote vicinissimo a padre Pio e al servizio del cardinal Ottaviani per individuare l’infiltrazione massonica in Vaticano, aveva scoperto già negli anni’60 che Roncalli era solito andare alle riunioni del Grande Oriente di Francia, presso le quali si recava in abiti civili, ed era visto regolarmente dalla polizia del posto che sapeva che l’inviato diplomatico della Chiesa era un libero muratore.

Don Luigi Villa

Nel suo incarico precedente presso il vicariato apostolico di Istanbul, era considerato un altrettanto assiduo frequentatore della locale loggia massonica turca, a dimostrazione che la carriera ecclesiastica di Roncalli è stata mossa sin dal principio da quegli ambienti, quelli appunto dei grembiulini, che si erano già preposti di infiltrare Santa Romana Chiesa.

La loro secolare pazienza, alfine, deve aver pagato perché era stato messo nel cuore della Chiesa un potenziale e pericoloso cavallo di Troia pronto da un momento all’altro a fare quanto egli aveva promesso ad un altro potente massone, come il presidente della repubblica francese, Auriol.

Auriol aveva già avuto un colloquio con Roncalli ben prima del discusso conclave del 1958.

Auriol aveva esplicitamente chiesto all’ormai porporato bergamasco di indire un concilio una volta che sarebbe diventato papa perché la massoneria aveva già in mente di porre quest’uomo sul soglio pontificio.

Roncalli era stato preparato, come si vede, con molta cura e dovizia di particolari.

Il futuro Giovanni XXIII serviva a trascinare la Chiesa verso l’età moderna e a iniziare così un periodo di trasformazione, di metamorfosi di questa istituzione in una secolare, perfetta per il ventesimo secolo, ormai sempre più scristianizzato.

Il conclave del 1958 non è stato altro quindi che una conseguenza della metastasi.

La libera muratoria aveva già messo nel seno della Chiesa i suoi corpi estranei.

Una pentita del partito comunista americano, Bella Dodd, rivelò negli anni’50 che già 20 anni prima, negli anni’30, durante i pontificati di Pio XI e Pio XII, erano stati inseriti nei seminari degli agenti comunisti sotto mentite spoglie.

Bella Dodd

Si spiega così la folgorante carriera proprio del “comunista” Roncalli che non nascondeva di certo la sua simpatia verso il marxismo già negli anni’30 e negli anni’40, e tale sua ammirazione verso questa ideologia di natura massonica e anticristiana si manifesterà appieno quando Giovanni XXIII nella sua enciclica “Pacem in terris” nel 1963 affermerà che può esserci “collaborazione tra comunisti e cattolici”.

Il cavallo di Troia colpì esattamente dove voleva che la massoneria che lo aveva messo lì dentro colpisse.

Roncalli tramite la sua enciclica può essere considerato a tutti gli aspetti il padre della cosiddetta teologia della liberazione, quella eresia di natura progressista che si propone di coniugare il cattolicesimo con il marxismo, ovvero con una ideologia fondata sul principio del materialismo storico e sul contrasto alle religioni, ma soprattutto a quella cristiana, il nemico principale del comunismo.

A Mosca, ai tempi dell’URSS, dev’essere stata musica per le loro orecchie.

Il “Santo Padre” che non pronunciava una ferma condanna nei riguardi del comunismo ma che apriva a tale sanguinario regime, condannato con fermezza e senza riguardi da tutti i predecessori di Roncalli.

Nelle logge ovviamente si gioisce.

Si marcia verso la scristianizzazione della Chiesa, ma il lavoro di infiltrazione era ancora di là dal fare i suoi veri danni, che si vedranno dopo il Concilio Vaticano II, aperto da Roncalli nel 1962 e chiuso da Montini nel 1965.

Lo storico collaboratore di don Villa, il dottor Franco Adessa, afferma che il papato di Giovanni XXIII serviva come transizione, o meglio come ponte per portare a termine quella trasformazione della Chiesa che i suoi nemici volevano.

Paolo VI: l’apostasia avanza e la massoneria gioisce

A portare molto più in là il “lavoro” fu lui, Giovanni Montini, che ha una biografia, se possibile, persino più sordida di quella del suo predecessore.

Il giovane Montini quando era ancora sacerdote fu già scoperto nel 1926 per la sua omosessualità praticata anche senza troppi pudori in pubblico, quando fu sorpreso assieme ad un uomo in un vespasiano in atteggiamenti alquanto “inequivocabili”.

Di questo episodio c’era traccia negli archivi del ministero dell’Interno in un verbale redatto dopo che monsignor Montini era stato denunciato per la sua omosessualità.

Nel verbale si leggono queste parole.

“Mons. Giambattista Montini era stato sorpreso, in pubblico vespasiano a Milano con persona di pari sesso, a compiere atti osceni di omosessualità, attentando al pudore ed alla pubblica morale.”

Mandato a Londra in esilio per un periodo, le sue tendenze omosessuali non accennarono a quietarsi, anzi si acuirono ancora di più, ma il giovane Montini, all’epoca membro della FUCI, aveva già i suoi amici altolocati che lo proteggevano, non molto differentemente da Angelo Roncalli.

Monsignor Montini

Anche lui aveva un debole per il comunismo.

A casa di Montini furono ospitati diversi partigiani rossi, che si macchiarono di non pochi crimini alla caduta del fascismo e anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma ciò non disturbava affatto il sostituto alla segreteria di Stato che aveva iniziato a stabilire rapporti sempre più stretti con il partito comunista italiano e l’Unione Sovietica alla quale il “buon” monsignore non mancava di passare informazioni sui vescovi in opposizione al regime, condannandoli quindi a morte certa, fino a quando, scoperto da Pio XII, fu spedito a Milano, dove divenne arcivescovo della locale arcidiocesi, in quella che fu la classica applicazione della massima promoveatur ut amoveatur.

Montini si narra che era alquanto sconvolto, svuotato e demoralizzato dopo il suo invio nella città meneghina, ma il suo momento era soltanto rimandato.

L’arcivescovo di Milano risultava anch’egli iscritto alla massoneria ecclesiastica esattamente come il suo predecessore, e ciò spiega perché anche il conclave del 1963 fu dirottato grazie all’aiuto della massoneria ebraica B’nai B’rith, che lo fece eleggere papa.

Una volta pontefice Montini si adoperò per seguire la strada del suo precedessore per portare a termini il Concilio Vaticano II, i cui “frutti” si videro presto quando personaggi un tempo scomunicati dalla Chiesa iniziarono ad essere ricevuti con tutti gli onori dal pontefice.

E’ il caso, ad esempio, dei rotariani che vennero ricevuti da Paolo VI in Vaticano il 20 marzo del 1965, ai quali Montini rivolse tali parole.

“Non possiamo ignorare lo sviluppo che i Rotary Clubs hanno preso nel mondo. Da quando l’avvocato Mr. Paul Harris fondava a Chicago, nel 1905, il Rotary, sono trascorsi sessant’anni; e questo tempo è bastato a che questa istituzione si diffondesse dappertutto, e riuscisse ad interessare ceti di persone non facili a lasciarsi avvicinare in forma continuata e metodica, quali sono gli uomini d’affari, i liberi professionisti, gli esponenti della scienza e del pensiero. È segno che la formula associativa era buona: amicizia e cultura; e buono il metodo: il periodico incontro conviviale, coronato da un discorso rigorosamente informativo su qualche questione d’attualità. Buoni pertanto anche gli scopi: infondere nelle diverse professioni dei soci una esigenza di serietà e di onestà, e favorire il progresso della cultura e delle relazioni amichevoli fra gli uomini e fra le nazioni.”

Sembra passata una eternità dalle parole di condanna emesse negli anni’20 dai vescovi spagnoli nei riguardi del Rotary, definito senza troppi giri di parole come satanico, così come sembra passato altrettanto tempo dal momento nel quale la Chiesa, ai tempi di Pio XII, era alquanto severa nei rapporti con questo circolo.

I sacerdoti non che si affiliavano, ma che soltanto partecipavano agli incontri rotariani incorrevano nella scomunica, ma nella Chiesa post-conciliare, il “Santo Padre” è il primo che saluta calorosamente tale associazione che, lo si ricordi, altro non è che una paramassoneria, un’anticamera della libera muratoria, dalla quale i massoni amano pescare per riempire le loro logge.

Dopo il Concilio però tutto è cambiato, e non è certo un caso se il primo ad esultare alla notizia della elezione di Montini è stato l’ex Gran maestro del GOI, Giordano Gamberini, che disse che Paolo VI era l’uomo che faceva al caso della massoneria, che, caso unico nella storia, alla sua morte nel 1978 disse esplicitamente che Montini era il pontefice che aveva messo fine allo stato di contrapposizione esistente tra Chiesa e massoneria.

Talmente era viva questa affezione di papa Montini nei confronti della libera muratoria che non esitò a chiamare proprio il Gran maestro Giordano Gamberini nella stesura della cosiddetta “Bibbia concordata”, una versione della “bibbia” ecumenica che venne scritta con la collaborazione e le “interpretazioni” di protestanti ed ebrei, a dimostrazione che la Pachamama di Bergoglio nel 2018 e il Buddha sull’altare della basilica di Assisi autorizzato da Giovanni Paolo II non sono episodi figli del caso, ma il risultato di un ben più lungo processo apostatico iniziato molti anni prima.

Il Gran maesto del Grande Oriente d’Italia, Gamberini, amico e sodale di Paolo VI

Tale era lo stato della Chiesa dopo il Concilio.

Non erano i cattolici i riferimenti dei pontefici, ma i massoni, i comunisti e i liberali che sono divenuti il nuovo popolo di questa falsa chiesa, pre-annunciata tempo addietro da San Pio, già sconvolto quando apprese alla radio che fu eletto Roncalli, perché già sapeva cosa sarebbe accaduto dopo il Vaticano II.

Giovanni Paolo I: il papa contro la massoneria ecclesiastica

Si giunge così al patriarca di Venezia, Albino Luciani.

Luciani prima del conclave del 1978 era un cosiddetto outsider.

Non era tra i favoriti per diventare papa a differenza, ad esempio, del candidato della comunità di Sant’Egidio, il cardinale vicario Poletti, iscritto alla massoneria ecclesiastica.

Luciani aveva ricevuto già sulla sua scrivania quella lista. Sapeva chi era massone e chi non lo era, e nonostante non avesse certo il profilo di un tradizionalista come lo aveva, ad esempio, il cardinal Siri, sembrava alquanto risoluto nel voler risolvere tale questione.

Giovanni Paolo I voleva procedere all’allontanamento dei massoni dalla casa di Dio.

Giovanni Paolo I

SI apprestava a fare qualcosa di molto simile a quella che fece San Pio X, quando decise con assoluto rigore e fermezza di allontanare i vari modernisti dai seminari, già consapevole che un domani i vari sacerdoti apostati sarebbero stati la quinta colonna al servizio del comunismo e della massoneria.

Lo sguardo di papa X era talmente lungimirante dall’aver visto dove avrebbe portato la deriva modernista, ma lo era anche al tempo stesso perché sapeva che purtroppo nonostante il suo impegno profuso c’erano ancora molti modernisti da allontanare che invece restarono lì al loro posto e riuscirono a fare carriera fino a diventare non solo vescovi o cardinali, ma pontefici della Chiesa come visto da Roncalli in poi.

Luciani non fa in tempo a fare nulla.

Muore dopo soltanto 33 giorni in un probabile piano omicida architettato ed eseguito dall’ex segretario di Stato, Villot, e l’arcivescovo Marcinkus, i cui nomi erano presenti nella lista dei massoni ecclesiastici pubblicata da Mino Pecorelli soltanto 16 giorni prima della morte di Giovanni Paolo I.

Giovanni Paolo II: la massoneria si rafforza

Al posto di Luciani, arriva l’uomo dell’Est, Wojtyla, che non tocca affatto la questione.

Marcinkus resta al suo posto come presidente dello IOR persino dopo lo scandalo del banco Ambrosiano, finito in bancarotta anche per il ruolo giocato dall’arcivescovo originario di Chicago.

Marcinkus aveva contribuito a svuotare le casse della banca presieduta dal massone Roberto Calvi attraverso delle società fantasma che avevano sede nei paradisi fiscali e che di fatti risucchiarono tutta la liquidità dell’Ambrosiano.

La banca del Vaticano che era nata per consentire alla Chiesa di portare aventi le opere di Dio diventa più semplicemente la banca di Satana.

Monsignor Marcinkus assieme a Giovanni Paolo II

Per le mani dello IOR passa un fiume di denaro sporco delle mafie che Marcinkus si incarica di riciclare in America Latina.

Il Vaticano diventa improvvisamente la lavatrice della massonerie e delle mafie e il puzzo dell’apostasia diventa sempre più asfissiante, ma Wojtyla pare non sentirlo.

Nemmeno quando parte una richiesta di arresto nei suoi confronti, Giovanni Paolo II considera l’ipotesi di consegnare alla giustizia italiana l’ingombrante e corrotto prelato che sarà protetto per tutta la vita, fino alla sua morte, da questa chiesa così asservita alla massoneria ecclesiastica.

Nonostante il rifiuto a ricevere un premio della massoneria, Wojtyla ha seguito fedelmente il piano della libera muratoria tanto che il Gran maestro del GOI dell’epoca, Virgilio Gaito, disse questo di lui.

“«La nostra intenzione è quella di rendere omaggio ad un uomo che, a differenza dei suoi predecessori, si è dimostrato di una grande apertura mentale, riabilitando Galileo, promuovendo unanalisi critica dell’Inquisizione, oppure stringendo la mano a Fidel Castro. Insomma un uomo che si è battuto in favore della tolleranza e del dialogo fra tutte le religioni, come rimane a ricordarlo lo storico vertice interreligioso di Assisi. E nella Chiesa cattolica sono in molti a credere che anche la Massoneria sia una religione. Questa stessa onorificenza l’abbiamo già attribuita al presidente Clinton, allo scomparso Rabin, a Yasser Arafat e al Dalai Lama. Tutti ci hanno risposto con gratitudine.»

Giovanni Paolo II aveva in pratica abiurato la Chiesa.

Aveva chiesto scusa per l’Inquisizione che respinse l’eresia e salvò la Chiesa dai suoi nemici, aveva lavorato per la falsa chiesa ecumenica di Assisi, nella quale tutte le religioni si fondono sulle orme della società teosofica di madame Blavatksy, e aveva, forse l’atto più clamoroso, fatto ingresso nella sinagoga di Roma e chiamato gli ebrei “fratelli maggiori”.

Nessuno si è discostato da tale “eredità”.

Né Benedetto XVI, uomo che ebbe un ruolo chiave nel Concilio Vaticano II e strenuo oppositore della tradizione come si vide con la persecuzione inferta a monsignor Lefebvre, né tantomeno Francesco grazie al quale tale marcia è arrivata probabilmente al suo culmine.

Bergoglio appartiene pubblicamente, nemmeno segretamente come alcuni dei suoi predecessori, ad associazioni paramassoniche come il Rotary, e la associazione tra Chiesa e massoneria, già in atto in precedenza, sotto il suo pontificato diventa ancora più manifesta perché il papato di Francesco serviva a far arrivare il Vaticano II al suo definitivo scopo, quale lo scioglimento della Chiesa nelle altre religioni e la sua sottomissione ultima alla libera muratoria.

Sono queste le macerie che oggi giacciono ai piedi di papa Leone XIV che ieri ha affermato che la Chiesa ha bisogno di recuperare la sua credibilità, segno che il Santo Padre conosce bene i mali di questa istituzione, e segno che già c’è l’intenzione di attuare una chiara discontinuità con Francesco e forse anche con gli altri pontefici che hanno contribuito a tale disastro.

Se allora l’intento di papa Leone è quello di restituire alla Chiesa il lustro e la grandezza perduta, allora come si può non pensare di ripartire dalla questione rimasta in sospeso sul tavolo di Giovanni Paolo I, ovvero quella della presenza della massoneria ecclesiastica nella Chiesa?

Come può questa istituzione guarire una buona volta se non espelle prima questo corpo estraneo?

La via maestra sembra essere proprio nella enciclica del predecessore di Leone XIV, Leone XIII, che in Humanum Genus denunciava con grande sapienza il pericolo della libera muratoria.

Certamente papa Prevost saprà come fare, e soprattutto sarà ben consapevole che prima ancora di guardarsi dai nemici, dovrà guardarsi proprio dagli “amici”.

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21 Commenti

  1. P.

    Grazie a lei, riesco a trovare sempre ottimi spunti, per le mie piccole ricerche a caccia della verità. Complimenti

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  2. silvio

    si prevede un Luciani 2 ?

    Rispondi
      • silvio

        dubito che le bestie ,che hanno in bocca l’osso , se lo facciano portare via facilmente ,speriamo non si ripetano gli errori del passato ,e che il Papa venga protetto come si deve …

        Rispondi
  3. Paolo

    Quindi, non c’è nulla e nessuno di cui fidarsi.

    Rispondi
  4. Frank

    Sarà una grande guerra; sempre che nel frattempo non ne scoppi una più grande: i prodromi, purtroppo, ci sono tutti.
    Credo che, per riflettere, la settimana prossima me ne andrò a Muscat, poi vedremo.
    Le massonerie occidentali, specialmente gli inglesi (quei grandi pezzi di merda), si stanno giocando le ultime carte e sono pronte a tutto, per evitare la loro sconfitta, che oramai è certa. Purtroppo la gente non ha compreso, non comprende cosa sta succedendo e continua ad andare a fare gli aperitivi e passeggiare col cagnolino.

    Salute.

    Rispondi
    • Massimo

      Ma cosa c’entrino i cani lo sa solo Frank.

      Bah.

      Rispondi
      • Frank

        Riprendo e integro la definizione dei giovani di un anziano siciliano che si godeva la penichella, prima che lo disturbassero con la domanda: “Come descrive i giovani di oggi?”
        Risposta fulminante: “Tatuaggino, telefonino, cagnolino!”

        I cani c’entrano sempre, in un modo o nell’altro.

        Salute

        Rispondi
  5. jimmie moglia

    Molto interessante. Direi che e’ un caso di “Spes contra spem” o di “Spes ultima dea,” almeno da quanto ho visto dalle mie parti (Portland, Oregon) e dai media corporativi. Ogni tanto mi vaga per la mentre la convinzione che (nel suo insieme, a parte le eccezioni) c’è più ‘religione’ persino in un film ti Totò che nella religione cosiddetta ‘ufficiale’, pur con tutte le riserve, limitazioni, esclusioni, restrizioni ed obiezioni di regola

    Rispondi
  6. Zerodosato

    Il legame Chiesa-Massoneria può essere retrodatato. In occasione di un’uscita a Legnano, Comune tra Milano e Varese una volta molto ricco, sono stato colpito dalla Cappella che svetta al centro del cimitero la quale mostra chiari riferimenti massonici, come la pianta ottagonale, il tetto a cupola, la ripetizione dei numeri dodici, cinque e sette.
    La Cappella risulta costruita immediatamente dopo la Prima Guerra Mondiale.
    Tornando strettamente all’articolo ho sempre avuto l’impressione che Wojtyla non si sia posto scrupoli riguardo ai fondi per finnziare le reti clandestine in Europa Orientale.
    A mio parere buona parte di questi soldi è finita altrove.
    Nello stesso periodo scoppia la seconda guerra di mafia vinta, incredibilmente, dai Corleonesi contro i Palermitani. Secondo alcune teorie la sconfitta dei Palermitani è servita a liquidare la generazione mafiosa che, dopo aver finanziato lo IOR, aveva capito che i soldi erano ormai persi.
    Guarda caso i Trapanesi, incidentalmente i più vicini alla Massoneria, si erano schierati a fianco dei Corleonesi.
    Mi scuso per essere stato un po’ lungo.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Su quel punto, sei fuori strada. La massoneria ha copiato e alterato parte della simbologia cristiana, a partire dall’occhio che tutto vede, che è stato un simbolo cristiano per molto tempo. Le sette sataniche prendono i simboli cristiani e li deturpano, li rovesciano fino ad arrivare ai risultati che citi.

      Rispondi
  7. Frank

    Il mio 10% si sta lentamente consolidando. Sintomi:
    1) ha ricontattato ufficialmente Di Segni, Rabbino di Roma, per continuare il “dialogo”. Di cosa debbano dialogare non l’ho mai capito…
    2) dopo gli attentati contro i treni e le basi nucleari russe, manda un messaggio pubblico nel quale chiede a Putin un gesto di pace. Ovviamente lo manda al “cattivo” della recita, definito “cattivo” dall’Occidente. Sorrido.
    Lo faccio da Muscat, dove credo che rimarrò per un bel po’ di tempo, fino a quando il marcio che c’è in Occidente non si risolverà o con una rivolta armata, molto improbabile per non dire impossibile, o con un allargamento drastico e improvviso del conflitto ucraino all’Europa; molto probabile.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      1) Non c’è nessuna notizia di un nuovo contatto tra lui e Di Segni;
      2) I media Occidentali hanno riportato il falso. Non è questo quello che si sono detti. Lo ha spiegato Putin.

      Rispondi
      • Frank

        Per il contatto con Di Segni non mi serve che qualcuno lo confermi ora o fra due settimane o sue mesi o mai, semplicemente lo so.
        Per il resto può essere che il corriere della merda abbia scritto cazzate, ma quello che è confermato è che non sta dicendo una sola parola per ciò che accade a Gaza. Dopo la chiacchierata col talmudista Di Segni, credo che per un po’, per motivi “politici” o per i motivi “che vuoi”, il Vaticano non dirà nulla. Amen o Segreto, se preferisci.

        Salute

        PS: continuo a sperare che incominci a comportarsi da papa e non da “papino”: serve!!!

        Rispondi
        • La Cruna dell'Ago

          Non sta dicendo una parola su Gaza? Ma se ne ha già parlato almeno 4 volte..Se non segui il papa, è meglio essere più prudente nei commenti..

          Rispondi
          • Frank

            Dicendo cosa e chi l’ha riportato?

          • La Cruna dell'Ago

            Di mettere fine ai bombardamenti che stanno uccidendo molti bambini…Lo hanno riportato tutti..Ho messo i video e link su X e Telegram..

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