Le repubbliche liberali in crisi: nel futuro dell’Europa c’è il ritorno delle monarchie?

28/10/2025

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di Cesare Sacchetti

Il suo volto in alcune trasmissioni televisive francesi inizia a vedersi sempre più frequentemente, in maniera particolare sulle reti sociali, dove risulta particolarmente attivo.

Si tratta di Louis de Bourbon, membro del casato dei Borboni, e secondo diversi monarchici, legittimo aspirante al trono in Francia, qualora nel Paese in futuro dovesse instaurarsi nuovamente la monarchia.

Ad alcuni la prospettiva di un ritorno della monarchia in Francia, potrà sembrare una idea peregrina, eppure in diversi sondaggi si inizia a registrare una fetta di consenso crescente dei francesi che gradirebbe un ritorno della corona nel Paese.

Secondo l’istituto BVA,  quasi un francese su cinque, il 17% circa, vorrebbe di nuovo vedere la monarchia in Francia, e se si considera che il sondaggio fu fatto nel 2016, anno nel quale la crisi repubblicana ancora non era acuta come ora, la percentuale di francesi che vuole la corona è oggi probabilmente ben più alta.

La Francia si può considerare a tutti gli effetti il Paese nel quale è nata l’idea dominante del mondo moderno figlio del secolo del lumi e di una idea del potere che non aveva più una legittimazione divina, ma piuttosto popolare.

Sulla democrazia liberale partorita dalle menti philosophes francesi quali Voltaire, Rousseau e Montesquieu dei quali sui banchi di scuola si apprende poco, se non l’idea, falsa, che questi pensatori avrebbero accompagnato la Francia e l’Europa verso la modernità, verso la “luce” dell’illuminismo e lontano dalla presunta “oscurità” del Medioevo.

Ai giovani viene negata la possibilità di capire veramente la storia, e di capire di conseguenza la vera natura dell’illuminismo perché non viene loro detto che i filosofi illuminati avevano partorito la loro idea di democrazia liberale, nel chiuso delle logge massoniche, non per dare alcun reale al popolo, disprezzato, ma per trasformarlo in un inconsapevole strumento al servizio della libera muratoria.

Se si leggesse soltanto l’opera del sacerdote gesuita, l’abate Barruel dal titolo “Memorie per la storia del Giacobinismo”, uscita proprio dopo gli anni della rivoluzione si comprenderebbe molto di più su quel processo storico di tutto quello che si può leggere nei vari libri di testo scritti dai vari storici liberali.

L’abate Barruel

La rivoluzione non dà all’uomo alcuna libertà, se non l’illusione di questa, che una volta sparita rivela in realtà un sistema ferocemente autoritario.

Una volta che la monarchia francese viene giustiziata sul patibolo dei rivoluzionari, il popolo a poco a poco si inizia a rendere conto dell’inganno.

I massoni si sono serviti dell’ignoranza e della buonafede, in diversi casi, degli uomini semplici.

Nelle pagine dell’opera scritta da Barruel, viene spiegato come i vari agitatori della massoneria iniziarono a recarsi nelle campagne francesi sobillando i contadini e la gente semplice contro la monarchia, mentre tali falsi profeti iniziavano a somministrare alle imbelli masse la frottola di “liberté, egalité, fraternitè”.

La contraddizione è insita nello stesso motto massonico.

Laddove c’è libertà non può esserci uguaglianza perché la seconda annulla la prima.

La rivoluzione non vuole elevare lo spirito delle masse e riconoscere le connaturate differenze degli uomini.

Vuole spersonalizzarli, vuole renderli una massa standardizzata perfetta per poter essere manipolata dai vari massoni.

Il liberalismo non ha fatto altro che prospettare agli uomini l’illusione di essere liberi, per trasformarli in seguito in veri schiavi.

Una volta che muore l’ancien regime, il popolo si ritrova travolto, privo di ogni protezione.

Al popolo è riservata soltanto fame e miseria, mentre la libera muratoria e il capitale iniziano ad accumulare un potere che durante il Medioevo non avevano mai avuto prima.

La monarchia e la Chiesa costituivano quella muraglia per impedire che le nazioni fossero dominate da sette ed elitisti di vario tipo che volevano costruire una società anticristiana nella quale l’usura dilaga e lo Stato viene privatizzato, ridotto a simulacro nelle mani di banche e altri comitati d’affari.

A dirlo è stato persino un massone, in uno dei suoi rari momenti di lucidità, come Karl Marx che nel suo Manifesto del partito comunista affermava come la società medioevale fosse il miglior antidoto contro il capitale usuraio, in quanto i valori cristiani della prima impedivano appunto ai banchieri e agli usurai di prendere il sopravvento.

L’instabilità delle repubbliche e il loro crepuscolo

Il mondo moderno si riscopre così oggi afflitto dagli stessi mali degli anni successivi all’89 francese, soltanto che oggi la struttura della democrazia liberale appare sempre più fragile e sul punto di crollare definitivamente.

Verso la fine degli anni’50, in Francia si decise di abbandonare la forma di governo parlamentare per adottare un sistema semi-presidenziale, nella speranza, o forse nell’illusione, che il secondo potesse dare più stabilità al primo.

Si può vedere oggi come abbia poca o nessuna importanza il metodo di governo che si adotta, perché ad essere malata non è una parte delle repubbliche liberali, ma l’intera sua struttura.

La Francia è la perfetta cartina di tornasole della crisi delle repubbliche.

A Parigi, negli ultimi 3 anni, si sono alternati 5 primi ministri, l’ultimo dei quali, Sebastian Lecornu, è stato nominato dal presidente Macron due volte nella speranza di evitare ancora una volta delle elezioni anticipate che prima o poi comunque ci saranno.

Sembra ormai passato un secolo dal 2017, l’anno nel quale Emmanuel Macron iniziava trionfante la sua presidenza francese che era stata concepita molti anni prima dai vari circoli del Bilderberg e della Trilaterale per traghettare l’Europa verso gli Stati Uniti d’Europa così ossessivamente desiderati dalla élite europea per costruire finalmente la governance europea e annullare definitivamente i poteri degli Stati nazionali.

 

Macron festeggia la sua vittoria nel 2017 ai piedi della piramide del Louvre

Macron si è riscoperto invece impotente rispetto alla crisi politica della Francia, e le sue fragili spalle non sono certo in grado di reggere il peso della ormai sfumata governance europea, tantomeno possono sopportare l’enorme peso del sistema politico francese.

La Francia è malata come il resto d’Europa perché è la democrazia liberale stessa ad esserlo.

La liberal-democrazia non è più in grado di offrire risposte ai cittadini.

Le sue istituzioni politiche sono ormai dei meri simulacri, incapaci e soprattutto disinteressati alle sorti dei popoli, ormai sempre più disillusi e sempre invece più affascinati dai quei modelli nei quali il liberalismo è stato messo alla porta e al centro sono state rimesse le radici cristiane.

Si può notare facilmente come la Russia di Putin sia oggi uno dei Paesi più invidiati dagli europei per la semplice ragione che in essa c’è tutto quello che non si trova nell’Europa Occidentale.

A Mosca non c’è la teoria del gender e dello sdoganamento della pedofilia, non c’è l’erosione dall’interno dell’Europa figlia delle menti della scuola di Francoforte, e soprattutto non c’è uno Stato virtuale eterodiretto da centri del potere sovranazionale.

C’è una nazione, c’è un presidente che dopo il disastro del muro di Berlino a poco a poco ha preso il suo Paese per mano e lo sta riconducendo verso la via smarrita, quella della Russia zarista cristiana tanto odiata dalla famiglia Rothschild che fece uccidere i Romanov, martiri della fede, in un brutale omicidio rituale a Ekaterinenburg.

A Mosca, la tradizione è rispettata, mentre nell’Europa Occidentale è vilipesa perché essa è il più grande antidoto alla deriva del modernismo che sta consumando l’Europa dall’interno come una metastasi.

Si arriva così alla voglia del ritorno dell’ordine di un tempo.

Si vuole e si desidera ardentemente quell’ordine naturale delle cose che aveva fatto dell’Europa il faro di civiltà che ha cristianizzato il mondo e ha portato civiltà dedite ai sacrifici umani alla conversione cattolica.

L’Europa oggi non evangelizza più.

L’Europa oggi predica il verbo falso della massoneria che sotto il pretesto della laicità dello Stato ha aperto la porta alla scristianizzazione.

I frutti avvelenati del liberalismo sono ormai visibili a tutti.

Si disse nell’800 che lo Stato doveva separarsi dalla Chiesa e rinnegare le radici cristiane nel nome di una presunta “neutralità”, e nel momento stesso in cui avveniva tale separazione lo Stato da cattolico qual era e è diventato massone.

Le porte per il cattolicesimo sono state sbarrate, mentre per l’ebraismo, l’islam, il buddismo e le varie religioni esoteriche della società teosofica di madame Blavatksy sono ben aperte.

Si può vedere quindi la vera natura del liberalismo, ovvero quella di un formidabile cavallo di Troia per colonizzare una nazione, spogliarla della sua identità e portarla verso la sua definitiva dissoluzione.

L’uomo della strada è andato però oltre ogni filosofia.

Semplicemente ha vissuto sulla sua pelle il disordine e la violenza del modernismo e ha capito a poco a poco che non c’è altra via se non quella del ritorno all’ordine perduto.

Il Grande Monarca Cattolico

Si spiega così perché si inizi a parlare sempre più di Louis de Bourbon e si spiega così perché alcuni inizino a pensare che Louis possa essere il Grande Monarca Cattolico del quale hanno parlato tantissimi santi e beati della storia della Chiesa Cattolica.

Di lui si parla da secoli, e tra i vari mistici e santi che hanno descritto tale figura se ne possono ricordare due più vicini al tempo presente, quale Marie Julie Jahenny.

Marie Julie Jahenny è una figura a dir poco straordinaria nella storia del cattolicesimo

Marie Julie Jahenny

Nata nel piccolo paesino francese di Blain nel 1850, Marie mostra subito sin dalla gioventù di essere stata toccata dalla Provvidenza.

Sul suo corpo fanno la loro comparsa tutti e cinque i segni della Passione di Cristo.

I medici del tempo che la visitarono giunsero alla conclusione che quanto si stava manifestando sul corpo della donna era chiaramente qualcosa di origine soprannaturale che non trovava una risposta dalla scienza medica.

A Roma, il nome di Marie si inizia a fare sempre più frequentemente e il Vaticano riconosce la portata divina di quanto stava accadendo alla giovane.

Marie Julie iniziò a fare alcune profezie, e tra queste ci sono le due guerre mondiali, previste con decenni di anticipo.

Nel 1878, la mistica francese disse che la Chiesa sarebbe stata infiltrata da dei sacerdoti apostati, una profezia che anticipava di 6 anni la famosa visione di Leone XIII, che vide la Chiesa cadere nelle mani di Satana per 100 anni, e ripeteva quanto annunciato dalla Madonna a La Salette nel 1846, in una apparizione ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa Cattolica.

La Chiesa sarebbe stata vittima per un determinato periodo di tempo dei suoi nemici, avrebbe dovuto affrontare la sua passione prima di essere liberata, come annunciato anche qui da Maria a Fatima nel 1917, nonostante i vari pontefici del post-concilio non abbiano rispettato la volontà della Vergine di rendere noto al mondo il famoso terzo segreto di Fatima.

Marie Julie parlò di tutto questo, ma parlò anche di come un giorno sarebbe sorto in Francia un re che avrebbe spazzato via le repubbliche e portato al loro posto le monarchie, schiacciate dopo la rivoluzione francese dalla massoneria che da quel momento ha marciato alla ricerca di quella che nelle logge chiamano la “repubblica universale”, una sorta di globocrazia autoritaria sorretta dall’uomo-uno, come lo chiama il massone Di Bernardo, null’altro che un tiranno mondiale.

Anni dopo, il santo di Pietrelcina si espresse nello stesso senso.

Padre Pio assieme a Maria Josè

Verso la fine degli anni’30, padre Pio aveva già annunciato a Maria Josè, ultima regina d’Italia, la fine della monarchia in Italia e la sua successiva restaurazione, ma negli scritti lasciati da uno dei suoi figli spirituali, Luigi Gaspari, parlò anche del Grande Monarca Cattolico.

Luigi fu scelto dal sacerdote di Pietrelcina per essere il suo assistente quando aveva soltanto 14 anni.

Alla morte del santo, nel 1968, pubblicò una opera intitolata “Quaderni dell’amore” e alcuni di questi scritti furono letti anche da André Le Sage,  il marchese de la Franquerie, studioso cattolico profondo conoscitore della massoneria e nominato cameriere segreto di Pio XII nel 1939.

Il marchese nella sua opera “Ascendances Davidiques Des Rois de France” dà una descrizione pressoché perfetta del passaggio che si è verificato con la fine della monarchia e l’instaurazione delle repubbliche.

Senza il sostegno del potere regale di Re Davide, che è l’autentica regalità consacrata, la Chiesa cade in decadenza, corrotta dal potere dello spirito del serpente, che alza la sua testa orgogliosa sopra il capo della Chiesa (il Vicario di Cristo). Il potere regale, derivato da Cristo Re Supremo, è un potere divino che abbatte i serpenti. Le repubbliche, d’altra parte, dove il potere è posto nelle mani del popolo, suscitano spiriti di serpenti dalla terra che danneggiano il popolo di Dio e gli impediscono di elevarsi al Dio del Cielo. Questo è il male che regna oggi in Europa e altrove sotto le repubbliche. Questo potere regale, nascosto da Dio in questo tempo di follia, è lo stesso potere regale conferito a Re Davide, ed è l’unico potere che può governare con successo i governi dei popoli. Senza il potere regale di Davide, riconosciuto e posto al suo giusto posto, la religione cristiana manca del sostegno indispensabile su cui fondare la verità della Parola di Dio. Pertanto, non deve esserci separazione tra Chiesa e Stato. La follia degli uomini è stata quella di cercare di uccidere la regalità e il mondo ne sta pagando le conseguenze oggi.”

In un successivo passaggio dell’opera, il marchese, dopo aver descritto i mali della società moderna, parla di come padre Pio predisse la fine del modernismo e il ritorno alle monarchie, portato dalla figura del Grande Monarca.

L’amore del cuore della Francia reale, terra della regalità che discende da Davide, sorgerà nei suoi eredi, perché l’amore per la regalità di Cristo ha la sua culla in Francia. … Il potere reale di Davide dovrebbe risvegliare nei cuori del popolo francese l’amore per la regalità di Dio, che ha la sua culla in Francia. La vera grandezza della Francia è il potere reale di Davide, che esisteva nel sangue di Re Luigi XVI e di Maria Antonietta. La Francia è stata perdonata dal grande cuore di Luigi XVI e di Maria Antonietta, morti come vittime per Cristo attraverso la brutalità della bestia (la rivoluzione diabolica). Questo perdono di Luigi XVI ha mantenuto per la Francia il diritto alla grandezza della regalità di Davide, un diritto che è amore e umiltà, di riconoscere nel Monarca la potenza dell’Amore Divino. Nel silenzio e nella preghiera, Dio sceglierà i Suoi eletti per il bene della Francia e del mondo … il potere umano e divino del grande monarca dal sangue reale di Francia”.

Nel destino della Francia e dell’Europa, sembra esserci dunque veramente la fine delle repubbliche liberali, della democrazia voluta fortemente dalla libera muratoria, e del successivo ritorno delle monarchie, che suggellerebbe al tempo il trionfo del cuore Immacolato annunciato da Maria a Fatima nel 1917.

I segnali che le repubbliche in Europa sono malate, affette da un male irreversibile sono molti.

La repubblica non riesce più a dare risposte ai popoli, abbandonati dalla politica e alla mercé dei vari oligarchi che hanno portato soltanto miseria all’Europa, alla Francia e all’Italia.

I volti di aspiranti monarchi iniziano a vedersi sempre più spesso, sia quello di Louis sia quello di Aimone di Savoia, che secondo quanto disse proprio San Pio da Pietrelcina un giorno sarebbe diventato re d’Italia.

I segni che la storia e la Provvidenza stanno seminando sembrano essere diversi.

Sta agli uomini di buona volontà saperli cogliere e accompagnarli.

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4 Commenti

  1. Giovanni Sposito

    Sempre spettacolosi articoli pregni di verità!! AD MAIORA SEMPER!!

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  2. Maria

    Un articolo molto interessante e lucido, caro Dott. Sacchetti. Prego il nostro Padre celeste che possa avere misericordia della nostra Patria sventurata, che possa ritornare ai fasti della civiltà del passato, sotto la guida di uomini che amano davvero il proprio Paese. Sono impressionata molto favorevolmente da Aimone di Savoia, e se è destino, come è stato predetto, che la monarchia sia restaurata in Italia come nel resto d’Europa, perché è il mezzo del ritorno alla cristianità e al cattolicesimo, allora ben venga. C’è bisogno di uomini di buona volontà, come asserisce, per restituire questa terra al nostro Padre. Grazie per diffondere la Luce. Con stima.

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