di Cesare Sacchetti I vari club del mondialismo, si sa, amano chiudersi in lussuosi alberghi a 5...
L’ascesa e il declino della famiglia Rothschild e il loro “esilio” in Marocco
di Cesare Sacchetti
C’è stato un tempo in cui il mondo era letteralmente ai loro piedi.
Non si saliva su un trono di una monarchia europea e non si diventava primo ministro o presidente di un Paese, senza che prima ci fosse il placet di questa famiglia.
Sono i Rothschild, i celebri, o famigerati, banchieri ebrei originari di Francoforte che verso la metà del XVIII secolo si chiamavano originariamente Bauer.
Non erano allora diventati ancora la potente famiglia che diventarono da lì a breve, quando il loro capostipite, Mayer Amschel, divenne il fidato amministratore delle finanze di Guglielmo I, l’ultimo langravio d’Assia prima della fine del Sacro Romano Impero, al quale il “buon” Mayer spillerà un bel po’ di soldi durante il periodo della rivoluzione francese.

Mayer Amschel Rothschild
La rivoluzione non significa però progresso come alcuni ancora oggi stoltamente credono.
La rivoluzione francese non è stata concepita per la felicità delle masse che vennero rapite e sedotte dai discorsi di alcuni arruffapopoli, emissari della massoneria giunti nelle campagne francesi per aizzare gli animi del popolo contro la monarchia.
La massoneria descriveva le monarchie europee e il papato come le fonti di ogni oppressione per le masse, e attraverso una costante campagna sediziosa, fatta soprattutto con l’indispensabile contributo dei philosophes illuministi anch’essi liberi muratori, si riuscì incredibilmente a portare il popolo dalla parte dei loro carnefici.
Il post-rivoluzione in Francia è la prova vivente dell’inganno massonico.
Le masse spinte a scagliarsi contro i propri sovrani si ritrovarono affogate dalla miseria e dalla fame perché la rivoluzione fece sparire molti posti di lavoro che invece abbondavano con il tanto vilipeso ancien regime.
Il sangue scorreva a fiumi, e non si andava troppo per il sottile contro coloro che erano considerati una “minaccia” dal nuovo regno del terrore rosso iniziato sotto un altro famigerato massone come Robespierre.
Dopo la rivoluzione, la storia inevitabilmente cambia e non lo affatto in meglio, ma in peggio.
L’ascesa della famiglia Rothschild
Non è più questo il tempo dei monarchi, ma della finanza e dei banchieri che da quel momento in poi prendono le redini della economia europea attraverso l’usura e spregiudicati giochi speculativi in borsa, tra i quali ancora oggi si ricorda proprio quello del figlio di Mayer Amschel, Nathan, che nel 1815 ingannò i mercati sull’esito della battaglia di Waterloo e costruì la sua enorme fortuna sulla base di una immensa truffa che oggi nei termini della finanza si chiama aggiotaggio o insider trading.
A Londra, la dinastia reale non è più il potere assoluto.
Le finanze dei Rothschild crebbero così tanto da quel momento che il vero re d’Inghilterra non era più quello che sedeva sul trono, ma quello che abitava nelle dimore della famiglia originaria di Francoforte che intanto aveva iniziato ad espandersi in tutta Europa dopo aver seguito le indicazioni del suo capostipite.
Sul letto di morte, Mayer Amschel dà ai suoi figli le istruzioni, o i “comandamenti”, che dovrà seguire la sua famiglia.
Nessuno dovrà mai conoscere l’esatta entità del patrimonio dei Rothschild e la famiglia dovrà fare di tutto per preservare l’accesso degli “estranei” in essa.
Non si diventa Rothschild facilmente, e i potenti banchieri sono così gelosi della loro “purezza” di sangue che in non poche occasioni si sono sposati tra di loro.
Nasce così tra il XIX e il XX secolo un nuovo sistema economico che porta progressivamente gli Stati a perdere le redini del loro potere economico e il controllo della loro banca centrale, attraverso la quale si controlla l’emissione della moneta.
Le due banche centrali più importanti del mondo e alla base del potere moderno dell’anglosfera, ovvero la banca centrale d’Inghilterra e la Federal Reserve Bank, sono l’esempio di come il potere della finanza privata si sia sostituito a quello degli Stati nazionali.
Le banche centrali nelle mani delle banche private
Ancora oggi, ufficialmente si pensa che la Bank of England sia nelle mani della monarchia britannica, ma la storia di questa istituzione va raccontata non a partire dal 1946, ma dai primi dell’800, proprio quando Nathan accumulò la sua immensa fortuna e divenne il principale proprietario della banca centrale inglese.
A raccontare tale episodio è stata persino in un’occasione la BBC che tra le molte bugie si è lasciata scappare qualche verità.
Nel caso della Federal Reserve Bank americana, il controllo privato della banca centrale americana è ancora più lapalissiano dal momento che le varie sezioni della FED sono nelle mani di banche private, a loro volta di proprietà di influenti famiglie del mondo finanziario tra i quali si trovano i soliti sospetti quali i Rockefeller, i Warburg, i Morgan, i Vanderbilt e gli Schiff, ognuno dei quali, soprattutto i Morgan e i Rockefeller, sono di fatto gli agenti americani dei Rothschild negli Stati Uniti, come rivelato dal ricercatore americano Eustace Mullins.
I Rothschild sin dall’inizio del loro immenso potere finanziario hanno sempre avuto un fermo proposito o una ossessione.
Mayer Amschel Rothschild stesso affermava che non aveva molta importanza chi facesse le leggi in un determinato Paese fino a quando la capacità di stampare moneta fosse stata rimessa nelle mani della sua famiglia.
La storia gli ha dato indubbiamente ragione.
Si prenda, ad esempio, proprio il caso dell’Italia.
L’Italia oggi attraverso la sua appartenenza all’Eurosistema si ritrova nelle proprie tasche una moneta che non è la sua, e che non può creare a suo piacimento.
Ad avere la facoltà e la discrezionalità di creare tale moneta è la Banca Centrale Europea, che non è né centrale né europea per la semplice ragione che a controllare la BCE sono le varie banche centrali dei Paesi dell’eurozona, le quali però a loro volta non sono statali.
Banca d’Italia è la prova vivente della privatizzazione dell’economia.
La legge la definisce un istituto di diritto pubblico ma di pubblico in essa c’è poco o nulla, poiché ad avere la maggioranza delle sue azioni sono in larghissima parte delle banche private quali Unicredit e Intesa Sanpaolo, nella cui struttura azionaria si trovano gli onnipresenti fondi di investimento di BlackRock e Vanguard.
In tale gioco di scatole cinesi, se si cerca di risalire ai veri proprietari di BlackRock e Vanguard, si incappa negli stessi nomi dei proprietari della FED e si incappa nei soliti signori dell’economia mondiale quali i citati Rothschild, Rockefeller, Schiff, Kuhn & Loeb, DuPont e gli altri a seguire.
Si arriva quindi ad una inevitabile conclusione.
Sia la BCE che Banca d’Italia sono nelle mani della finanza privata e questa stessa condizione ha determinato la crisi dell’eurozona, determinata principalmente da una scarsità di moneta voluta artificialmente dal potere dell’alta finanza, che ha creato una violenta deindustrializzazione, iniziata già ai tempi della svendita del Britannia, e una conseguente disoccupazione di massa.
La storia moderna non è stata dunque altro che la progressiva espansione del potere della finanza sugli Stati nazionali, tanto che essi nel secolo scorso sono divenuti soltanto dei meri simulacri giuridici, privi della facoltà di creare la loro moneta, rimessa nelle mani di banche private, e spogliati della proprietà delle loro industrie nazionali, oggi finite nella pancia di fondi stranieri e multinazionali.
Eppure negli ultimi anni si è assistito ad un fenomeno del tutto nuovo.
Se prima il dominio della finanza e della famiglia Rothschild era pressoché incontrastato, recentemente il potere dei banchieri askenaziti ha iniziato ad essere messo in discussione.
Ad esempio, proprio nella Federal Reserve Bank americana si è assistito ad un crescente aumento del potere governativo sulla banca centrale americana.
Un primo importante segnale in tal senso si era già avuto ai tempi della farsa pandemica, quando di fatto Trump ricorse ad uno strumento come gli Special Purpose Vehicle per imporre alla FED di finanziare quelle piccole e medie imprese che si trovavano in difficoltà per le chiusure.
Tale decisione ha dimostrato in primo luogo che Donald Trump è molto distante dal paradigma neoliberale dei suoi predecessori repubblicani, quali George W. Bush e Ronald Reagan, che non avrebbero mai ordinato alla FED di intervenire sul mercato per assistere i piccoli e medi imprenditori americani, perché, ai loro occhi, tale scelta sarebbe stata espressione di un “socialismo” o “comunismo” strisciante.
Non c’è nulla di socialista o comunista in realtà nella scelta di intervenire direttamente sul mercato da parte dello Stato, e anzi una decisione simile si può dire che sia non solo un diritto ma un dovere del governo che può ispirarsi in tal senso anche ai precetti della Rerum Novarum scritta dal processore dell’attuale pontefice, Leone XIV.
In secondo luogo, il presidente attraverso una mossa del genere ha fatto capire chiaramente in quale direzione vuole andare.
Donald Trump sembra estremamente insofferente verso il principio neoliberale della indipendenza della banca centrale dal governo, una dottrina che si è affermata soprattutto dopo l’avvento dei Chicago Boys guidati da Milton Friedman, economista americano di origini ebraiche e membro dell’esclusivo club della Monte Pelerin Society.
Gli ambienti della finanza ebraica oggi non nascondono infatti il timore che Trump possa arrivare ad una definitiva nazionalizzazione della FED, e il presidente sembra che si stia preparando ad un controllo sempre più stretto della banca centrale americana per renderla effettivamente tale e per renderla soprattutto una banca centrale al servizio della propria nazione, e non un istituto usato per tirare fuori dai guai le banche che causarono la disastrosa crisi dei mutui subprime del 2008.
La crisi della famiglia Rothschild
Si sta andando, in altre parole, verso un paradigma molto diverso da quello degli ultimi decenni, e verso un ritorno della centralità dello Stato nei processi economici, fattore che ha probabilmente scatenato la crisi di una importante famiglia come quella dei Rothschild.
SI è avuto già un esempio della crisi di questa famiglia negli ultimi anni, quando gli esponenti del casato decisero di mettere all’asta la propria collezione di beni artistici e storici presso la famosa casa d’aste di Christie.
La locandina dei beni dei Rothschild messi all’asta
E’ una decisione del tutto inusuale per tale famiglia che è molto gelosa delle proprie collezioni e che ci tiene a riempire i propri palazzi di sfarzosi arazzi , di marmoree statue e di prestigiosi quadri d’autore per mostrare a coloro che entrano nelle loro dimore quanto sia potente e ricco questo casato.
Accedere in questi luoghi non è facile.
Ad aver avuto tale “privilegio” sono stati, tra gli altri, i membri di alto grado delle varie massonerie e gli esponenti delle monarchie europee, divenuti da tempo in larga parte dei gregari di tali banchieri, e quando si entra in questi palazzi, si partecipa anche a delle feste in costume, nelle quali si indossano della maschere che sono, incredibilmente, la fotocopia di quelle che si vedevano nel film di Kubrick, Eyes Wide Shut.
Stanley Kubrick, regista americano di origini ebraiche, sembrava che avesse accesso a tali luoghi “proibiti”, e l’aver mostrato al grande pubblico ciò che avviene in questi palazzi, gli è forse costata la vita, poiché a distanza di 26 anni dalla sua morte, le circostanze del suo decesso ancora non sono state chiarite.
Se comunque prima alcuni scenari erano impensabili, negli ultimi tempi c’è stato chiaramente un cambio di passo.
Ad esempio, una delle multinazionali più famose al mondo, Amazon fondata da Jeff Bezos, dopo la fine e il fallimento dell’operazione terroristica del coronavirus, ha visto perdere il proprio valore per l’enorme cifra di un trilione di dollari, e negli ultimi mesi Bezos ha venduto le proprie azioni della sua società per incassare 4 miliardi di dollari, come se già sapesse che il futuro della sua creatura non sarà affetto roseo come lo è stato negli anni passati.
Simile sorte è toccata ad altre importanti corporation come Microsoft di Bill Gates, l’uomo dei vaccini, che assieme ad Apple, Nvidia e la citata Amazon ha perso nell’estate del 2024 quasi un trilione di dollari.
Se c’è una deglobalizzazione in atto, ciò non significa soltanto un ritorno del potere politico degli Stati nazionali, ma anche un progressivo ritorno del loro potere economico sopra colossi privati che negli ultimi 50 anni sono diventati più potenti di ogni Paese e con dei bilanci persino superiori a quelli di una economia come quella cinese, esplosa proprio grazie alla globalizzazione voluta dai signori del forum di Davos e del gruppo Bilderberg.
E’ indubbio che sulla sommità di tale globocrazia sedesse la famiglia Rothschild e la loro crisi ha scatenato un inevitabile effetto domino su tutti i piani inferiori del sistema finanziario e politico sul quale si reggeva il potere di tale famiglia.
Si assiste così ad un fatto nuovo nella storia moderna.
I membri di questa famiglia non contano più come prima, e i nuovi rampolli quali l’ambientalista e avventuriero David de Rothschild non hanno certo l’influenza che avevano personaggi come Jacob Rothschild, il quarto barone della famiglia, o Evelyn Rothschild, storico editore della rivista The Economist, nota per le sue copertine dal carattere fortemente esoterico e simbolico, o ancora come Benjamin de Rothschild, esponente del ramo francese della famiglia e proprietario del fondo famigliare Edmond de Rothschild.
Le sorti di Benjamin sono state trattate poco dalla stampa.
Benjamin de Rothschild
Morì di attacco cardiaco il 15 gennaio del 2021, poco dopo il golpe elettorale ai danni di Donald Trump, all’età di soli 57 anni, nonostante non risultasse avere nessuna patologia cardiaca.
Nel tempo passato, gli esponenti di questa famiglia si premuravano di trasmettere le loro direttive ai vari governanti europei e americani, che ovviamente non si discostavano di esse di una virgola, e se c’era da fare qualche privatizzazione o consulenza finanziari, i vari governanti, ad esempio il governo Gentiloni, si rivolgevano proprio a loro, e in altri casi, come quello della Francia, il potere di questi banchieri era ancora più evidente e clamoroso se si pensa che l’Eliseo oggi è occupato da un emissario della banca dei Rothschild francesi, scelto già tra gli anni’90 e 2000 da tali ambienti per essere il futuro presidente fantoccio della Francia.
I governanti europei erano, in altre parole, soltanto dei gregari programmati sin dall’infanzia per essere i futuri presidenti delle nazioni europee, e chiamati soltanto ad eseguire gli ordini che gli venivano impartiti dal vero potere che gli apriva le porte di circoli come il Bilderberg nel corso di tale preparazione.
Eppure oggi questo mondo sta sparendo.
L”esilio” in Marocco
Secondo quanto giunto a questo blog da fonti dell’intelligence americana, i Rothschild oggi hanno parcheggiato parte dei loro averi, delle somme alquanto ingenti, presso la banca centrale del Marocco presieduta da un vecchio amico quale il governatore Abdellatif Jouahri, già definito dalle riviste della finanza internazionale come uno dei migliori banchieri centrali del mondo.
A quanto risulta all’intelligence americana, alcuni membri della “prestigiosa” famiglia di banchieri non solo avrebbe messo i propri soldi in Marocco, Paese nel quale già negli anni passati i Rothschild avevano fatti degli ingenti investimenti, ma alcuni di loro si sarebbero proprio trasferiti lì, a dimostrazione che il loro potere adesso non è più assoluto, e che si cercano mete più “sicure” vista la buriana degli affari internazionali, del mondo multipolare e del ciclone di Donald Trump che sta sconvolgendo tutti i precedenti equilibri stabiliti dall’anglosfera nel 1945.
Il Re del Marocco, Mohammed VI, sembra nutrire una certa indifferenza nei loro confronti, e avrebbe accettato lo scambio, contanti in cambio di protezione, soltanto per il suo amore del denaro.
Mohammed VI
Mohammed viene infatti descritto come un re che ama molto accrescere le sue ricchezze personali, cresciute a dismisura attraverso il fondo di investimenti Al Mada, che controlla molte società in Marocco, in Africa e nel resto d’Europa.
Soltanto dieci e venti anni fa, un simile scenario sarebbe stato relegato come una pura follia, eppure oggi gli sconvolgimenti che sono seguiti dopo il fallimento della farsa pandemica stanno portando alla rapida scomparsa di quello che ieri era considerato semplicemente intoccabile.
Oggi si assiste al declino della famiglia Rothschild.
Quello che ieri era impensabile sta diventando realtà.
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Dott. Sacchetti complimenti per questo articolo come sempre, grazie a lei si scoprono o in alcuni casi si confermano i sospetti e i retroscena dei veri padroni finanziari e politici di questo nostro mondo occidentale; però visto che ancora cambiamenti veri non ce ne sono e vedendo ancora i politici tutti, Italiani e no, ancorati a quei voleri che ha ben spiegato da parte dei Rothschild e suoi sodali, mi viene da pensare che ancora la strada è lunga per un cambio di paradigma con solo la questione denaro. Serve altro oltre alla finanza, serve che esca allo scoperto anche la componente principale a mio avviso, la componente Luciferina che ha dettato e detta per ora ancora legge, e credo che debbano uscire le varie pratiche rituali dei sacrifici dei bambini con le assunzioni di sangue ( Adrenocromo ) da parte dei vari noti alla ricerca del potere. Il diavolo da sempre ha sabotato e ricattato questa nostra Umanità in tanti modi, con i soliti sistemi: sesso, soldi, successo e se non facciamo in modo che venga esposta la vera causa di tutti i nostri mali, cioè l’accusa pubblica del diavolo non se ne esce.
Grazie Viz. La crisi di questa famiglia favorisce lo scenario che lei auspica. L’intero sistema si fondava sul potere dei Rothschild. Se viene meno esso, non c’è possibilità per la classe politica italiana di mettersi in salvo.