L’anniversario del tentato assassinio di Donald Trump: l’evento che ha cambiato la storia mondiale

13/07/2025

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di Cesare Sacchetti

Esattamente un anno fa, sui prati di Butler, nello stato della Pennsylvania, si assiepavano i sostenitori di Donald Trump in una assolata giornata di luglio.

Donald Trump conduceva la sua campagna per conquistarsi il ritorno ufficiale alla Casa Bianca, dopo la frode elettorale del 2020, e dopo un quadriennio di una amministrazione Biden, a dir poco anomala.

Gli architetti della frode elettorale avevano preparato con molta cura e attenzione il colpo di Stato elettorale e avevano messo in campo tutte le risorse che avevano pur di rovesciare Donald Trump e mettere di nuovo alla Casa Bianca un presidente da loro controllato.

A rivelare che a partecipare alla frode elettorale sono state le multinazionali americane più importanti del Paese è stata persino la rivista Time, soltanto che nel linguaggio della stampa liberale quello che viene chiamato “salvataggio della democrazia” era in realtà un golpe per impedire che salisse al potere un uomo che non rispondeva a loro.

La presidenza degli Stati Uniti è stata per più di 100 anni e fino all’inizio dell’era Trump un incarico che veniva gestito da un ristretto manipolo di club e circoli che da sempre vengono considerati il vero governo parallelo di Washington.

Erano i circoli del Bohemian Grove, del Council on Foreign Relations, del gruppo Bilderberg, del club di Roma e del forum di Davos, a decidere chi diventava presidente oppure no, e la democrazia liberale è a tutti gli effetti il sistema prediletto da tali poteri perché nelle democrazie liberali è il capitale a fare la differenza e a decidere chi diventa presidente o meno.

Gli elettori si ritrovano quindi nella condizione di meri ratificatori di una scelta già fatta da altri poteri, e il cosiddetto sistema della alternanza bipolare non è null’altro che un inganno che consente all’elettore soltanto di “scegliere” la porta d’ingresso per entrare nella stessa stanza.

Donald Trump ha fatto saltare il banco e il meccanismo della falsa alternanza.

Sin da quando si è candidato nel 2016, tali circoli hanno cercato di sbarragli la strada attraverso montature e veri e propri golpe, come il famigerato Spygate, una complessa operazione di spionaggio internazionale ordita dall’ex presidente Obama e da Hillary Clinton con la complicità, secondo diverse fonti, dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dei servizi segreti italiani.

La frode del 2020 avrebbe dovuto chiudere il cerchio, avrebbe dovuto ripristinare i precedenti equilibri e consentire così alla superpotenza americana di tornare a rivestire il ruolo di bastone del comando della governance globale.

Le cose non sono andate evidentemente come previsto perché sotto la presidenza di Joe Biden, la politica estera di Trump non solo è rimasta immutata, ma è proseguita e se ne sono lamentati in più di un’occasione i vari organi di stampa angloamericani, resisi conto che qualsiasi cosa sia accaduto dopo la frode del 2020, essa non aveva giovato ai vari esponenti della governance.

La genesi dell’attentato di luglio a Donald Trump

Stavolta occorreva risolvere il “problema” Trump in maniera estrema, definitiva ed è per questo che si arriva all’attentato dello scorso 13 luglio del 2024.

Ovunque andasse, il presidente Trump faceva bagni di folla.

Era semplicemente scontato che il candidato repubblicano avrebbe vinto con una valanga di voti le elezione del successivo novembre, e allora i cospiratori si sono messi all’opera.

Sul tetto di una vetreria distante circa 150 metri dal palco nel quale parlava il presidente americano, sale indisturbato il 20enne Thomas Crooks.

I sostenitori del presidente sotto di lui si agitano ripetutamente e segnalano alla polizia locale di intervenire, ma nessun uomo delle forze dell’ordine si muove almeno per controllare chi ci fosse sopra quella vetreria della American Glass Research, che si scoprirà poi essere di proprietà del fondo di investimenti, BlackRock, una società la cui presenza è ricorrente nelle trame contro Trump.

I sostenitori di Trump si accorgono della presenza di Crooks sul tetto della vetreria

A far parte di BlackRock era persino lo stesso aspirante assassino di Trump, Crooks, che soltanto un anno prima era comparso in uno spot pubblicitario della corporation americana presso la quale “studiava”.

Lo spot di BlackRock nel quale è presente Crooks, al secondo 4

Non è ancora stato reso noto che tipo di “allenamento” abbia ricevuto Crooks, ma non è un segreto che BlackRock dispone di un suo esercito di mercenari e sicari che si spostano e si attivano a seconda delle varie esigenze di questo fondo di investimenti.

BlackRock è molto di più infatti che una normale società.

BlackRock si potrebbe definire come una infinita catena di scatole cinesi dentro le quali c’è la proprietà di tutte le economie del mondo, e di tutte le risorse minerarie e petrolifere del pianeta.

Il fondo è stato costituito evidentemente per accentrare nelle mani di una ristretta cerchia di pochi capitalisti la proprietà dei mezzi di produzione e far sì che questi divenissero difatti una entità finanziaria al di sopra degli Stati, un organismo che controlla, finanzia e indirizza i vari politici dei Paesi Occidentali, che non rappresentano il corpo elettorale, ma il CdA del gruppo BlackRock.

In tale fondo, se si risale alle varie società che lo compongono e se si seguono i capitali investiti, alla fine si incappa inevitabilmente nei nomi dei soliti Rockefeller, Rothschild, DuPont, Kuhn & Loeb, Schiff, Vanderbilt, e gli altri signori della finanza mondiale che sono anche dal 1913 i proprietari e veri padroni della Federal Reserve Bank americana, banca centrale atipica nelle mani di consorzi finanziari privati.

Sono questi i nomi che non potevano tollerare che Donald Trump tornasse ufficialmente alla Casa Bianca per separare del tutto gli Stati Uniti dalla struttura della governance globale, composta dalla NATO, dal FMI, dalla Banca Mondiale, dall’Unione europea assieme ai vari circoli privati delle élite citati in precedenza che governano tutto questo complesso reticolato dal 1945.

I fondi della finanza sionista scommettono contro Trump

Crooks ancora oggi resta un mistero.

Oltre ad essere uno “studente” di BlackRock, si sa di lui che con ogni probabilità era un frequentatore della locale sinagoga di Butler, un luogo nel quale forse si dovrebbe indagare più a fondo per comprendere gli ambienti nei quali è maturato il tentato omicidio verso Trump.

Non appena le foto di Crooks nella sinagoga di Butler hanno iniziato a diffondersi nella rete, la congregazione B’nai Abraham ha immediatamente rimosso le immagini dalla sua pagina Facebook nelle quali si vede Crooks, probabilmente perchè queste dimostravano un probabile collegamento tra i mandanti del tentato assassinio di Trump e i luoghi frequentati dal giovane 20enne americano.

Se si seguono infatti le tracce di questa cospirazione non si incontra soltanto BlackRock, ma altri fondi di investimento molto vicini al mondo ebraico e allo stato di Israele, come il fondo Austin del Texas, che sostiene varie iniziative e gruppi a favore dello stato ebraico, quali l’accademia ebraica di Austin, la famigerata Anti-defamation League, il bastone della censura della lobby sionista, la Congregation Beth Israel, e l’Hadassah, l’organizzazione delle donne sioniste americane.

Le varie lobby e gruppi sionisti appoggiati dal fondo Austin

Costoro dovevano sapere quello che sarebbe accaduto a Trump, perché nei giorni immediatamente precedenti al raduno del presidente, piazzavano delle cosiddette scommesse al ribasso, note con il nome di opzioni put nel gergo della finanza, contro la società mediatica di Trump, segno che sapevano che qualche grave evento sarebbe capitato al candidato repubblicano il giorno 13 luglio.

Se Trump fosse stato ucciso quel giorno, i vari speculatori non solo avrebbero tolto di mezzo un ingombrante nemico politico, ma avrebbero accumulato una enorme fortuna da un attentato da loro evidentemente programmato.

Non è questa la prima volta che varie mani di tali fondi di investimento scommettono sui mercati contro determinate compagnie e società in previsione di un evento catastrofico che colpirà poi “casualmente” proprio quelle società.

Si vide qualcosa di praticamente identico ai tempi dell’11 settembre 2001, quando nelle settimane precedenti gli attentati alle Torri e al Pentagono, alcune mani invisibili piazzavano le solite opzioni put contro le compagnie aeree americane coinvolte negli attacchi, altro segno che diversi personaggi sapevano quello che stava per accadere e non erano dei presunti terroristi sauditi, risultati tra l’altro in diversi casi vivi, ad aver orchestrato quegli attacchi, ma uomini in doppiopetto che si trovavano negli uffici di Wall Street, del Pentagono e che avevano origini tutt’altro che arabe, considerata la loro appartenenza a vari gruppi sionisti, tra i quali i famigerati neocon.

Gli Stati Uniti si trovano da sempre nelle mani di questi poteri, e non appena essi hanno visto minacciata la loro presa sulla nazione più potente del mondo, si sono attivati e hanno fatto di tutto per eliminare la “minaccia” rappresentata da Trump, l’uomo che voleva e vuole restituire la sovranità perduta agli Stati Uniti d’America.

Soltanto l’evidenziazione di tali fatti dimostra inoppugnabilmente che se c’è un presidente non gradito al mondo sionista ed ebraico, quello è proprio Donald Trump, perché, nonostante le sue astute dichiarazioni di circostanza sull’amicizia verso Israele, il presidente conduce una politica che non compiace né lo stato ebraico, lasciato solo contro l’Iran, né i vari gruppi finanziari sionisti, che hanno finanziato la frode nel 2020 e hanno poi concepito l’attentato del 13 luglio.

Quel giorno a Butler la cospirazione è stata massiccia e vasta. Crooks riesce a sparare praticamente indisturbato dalla polizia che non interviene nonostante sapesse che il 20enne era salito sul tetto di quella vetreria, così come lo sapeva il servizio segreto, che controlla in anticipo con droni ed elicotteri ogni area nella quale i vari candidati politici si recano per fare il loro comizio.

Il servizio segreto quel giorno ha tradito. Qualcuno deve aver partecipato al piano per uccidere Donald Trump, perché è impossibile spiegare con la sola incompetenza la grossolana violazione di procedure standard che il servizio segreto conosceva a menadito.

Alle ore 18:11, Crooks spara il suo primo colpo, che va a vuoto, subito dopo parte il secondo colpo, preciso che viaggia dritto verso la nuca del presidente, quando Trump, all’ultimo istante, sposta il capo per leggere un cartellone contro l’immigrazione clandestina portato da una sua sostenitrice, che, senza saperlo, salva la vita al presidente.

Il proiettile sfiora e ferisce l’orecchio del presidente che si porta immediatamente la mano alla testa prima che partissero un’altra serie di colpi sparati probabilmente non soltanto dal cecchino Crooks, ma almeno da un altro uomo che si trovava con ogni probabilità sopra il deposito dell’acqua lì vicino, come riferiscono i testimoni lì presenti.

La torre dell’acqua di Butler e la misteriosa figura scura sopra di essa

Sotto quel deposito, era stata avvistata una grossa macchina, un SUV scuro, probabilmente dell’uomo che era salito in cima alla struttura e che poi si è dileguato non appena l’attentato è fallito.

I proiettili sparati dai due cecchini colpiscono un trattore lì vicino che inizia a spruzzare olio dal motore, e feriscono a morte un eroico pompiere americano, Corey Coomperatore, che non appena intuito il pericolo ha fatto scudo con il suo corpo alla moglie e alla figlia, salvate dal gesto.

Crooks viene colpito con grave ritardo dai cecchini della sicurezza del presidente, che avevano visto l’attentatore almeno mezz’ora prima che iniziasse a sparare, così come con grave ritardo salgono sul palco per fare scudo a Trump, gli altri uomini del servizio segreto.

Il presidente si rialza e mostra il pugno alla folla in segno di vittoria per essere sopravvissuto ad un tentativo di omicidio ai suoi danni, non di certo il primo, e viene portato via dal servizio segreto.

A quel punto, il piano è definitivamente sfumato.

Si scopre che Crooks aveva a disposizione almeno sei telefoni cellulari legati a Paesi stranieri, e si viene a sapere che uno di questi telefoni era stato localizzato vicino alla sede dell’FBI, a Washington DC, segno che il 20enne era tutt’altro che una sorta di assassinio solitario, come hanno provato a far credere gli organi di stampa, ma soltanto l’ultimo anello di una catena ben più vasta e potente.

Crooks era stato preparato, protetto e aiutato da determinati ambienti dello stato profondo americano quali quelli dell’FBI che già aveva eseguito una perquisizione illegale della residenza di Trump in Florida, e che ha lasciato cremare il corpo dell’aspirante assassino senza consentire prima ai membri del Congresso come Clay Higgins di esaminarlo.

L’agenzia federale investigativa americana si è anche premurata di far sparire le tracce biologiche dal luogo del crimine, altro pesante indizio che in tale cospirazione per uccidere Trump c’era pesantemente coinvolta l’FBI, già responsabile nel 2016 di aver iniziato l’indagine farsa sul presidente e sulla sua fantomatica “collusione” con i russi.

A distanza di un anno, le trame di questo complotto ancora non sono state rese note.

Non sono stati resi noti i nomi dei mandanti del tentato omicidio ai danni di Trump, e non è stato messo sotto inchiesta il fondo di investimenti Austin che evidentemente sapeva quello che stava per accadere, considerate le forti somme che ha scommesso contro la società del presidente.

A Butler, quel giorno, accadde qualcosa di molto simile a quello che accadde a Dallas 62 anni prima, quando venne ucciso JFK, anch’egli sgradito alla lobby sionista per la sua opposizione al programma nucleare israeliano.

Se Trump non ha seguito la stessa tragica sorte di Kennedy, è davvero soltanto grazie ad un miracolo, avvenuto forse per una protezione divina, se si considera che il giorno della tentata esecuzione era un giorno speciale, il 13 luglio, giorno della terza apparizione della Madonna di Fatima ai tre pastorelli, Lucia, Francesco e Jacinta.

Sembra che il primo ad esserne consapevole sia proprio il presidente americano che da un po’ di tempo a questa parte ha mostrato una vera e propria devozione per Maria, che di certo in un protestante non dovrebbe esserci, ma Trump pare si stia avvicinando sempre di più al cattolicesimo, soprattutto quello nella sua forma originaria tradizionale, prima della secolarizzazione post-conciliare.

Trump celebra la Natività di Maria

A Mar-a-Lago, risultano essere giunti dei sacerdoti che hanno celebrato la messa con il rito antico, altro forte indizio di un avvicinamento di Trump al cattolicesimo tradizionalista, una dimostrazione di consapevolezza da parte del presidente che la sua battaglia non è soltanto di natura secolare o laica, ma spirituale.

Il 13 luglio del 2024 è comunque senza dubbio cambiata la storia.

Se Trump fosse stato eliminato, i cospiratori avevano già pronto il loro sostituto alla convention repubblicana del lunedì successivo, ovvero il falco sionista neocon Nikki Haley, che non avrebbe avuto alcuna difficoltà a scatenare l’inferno in Medio Oriente e a dichiarare una disastrosa guerra contro l’Iran per conto di Israele, un conflitto che sarebbe diventato quasi certamente globale e che avrebbe trascinato il mondo verso uno scenario praticamente identico a quello profetizzato da Albert Pike nella sua famigerata corrispondenza con Mazzini.

Non è accaduto. Trump si è insediato nuovamente alla Casa Bianca, e il processo di smantellamento del mondialismo è oggi pressoché inarrestabile.

Gli Stati Uniti hanno lasciato l’OMS, hanno separato la loro politica da quella di Israele tramite una nuova stagione di rapporti filo-arabi, culminati con il viaggio di Trump in Medio Oriente, senza passare da Tel Aviv, fatto senza precedenti per un presidente americano, mentre soltanto ieri è giunta la notizia che Washington ha imposto il 30% di dazi all’Unione europea, una delle organizzazioni globaliste giudicate più ostili dal presidente.

A Butler, i cospiratori, i nemici dell’America e dell’umanità intera si sono giocati il tutto per tutto, e hanno miseramente fallito.

A distanza di un anno, si assiste al loro inesorabile declino, e ai loro tentativi di destabilizzare l’America e l’Europa attraverso degli attentati terroristici o sabotaggi di vario tipo.

La storia comunque non cambia direzione.

La vittoria di Trump e il suo essere scampato all’attentato del 13 luglio non hanno fatto altro che accelerare la disfatta del Nuovo Ordine Mondiale.

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8 Commenti

  1. G M Balabam

    Bene certe cose che sta facendo l’amministrazione Trump, ma promettere di pubblicare i documenti di Epstein e poi, di punto in bianco, dire che sono un’invenzione dei democratici non è convincente. Come la vede, dottor Sacchetti?

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  2. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. Ogni volta che parli della SCONFITTA del NUOVO ORDINE MONDIALE, il mio cuore si ESPANDE di felicità e speranza. Non dobbiamo perdere di vista il fatto che questi PERVERSI hanno una STRATEGIA TENTACULARE. Pertanto, è nostro dovere PRESTARE ATTENZIONE agli ATTACCHI di MEDUSA e delle GORGONI, che si contorcono per evitare la morte. Dobbiamo UCCIDERE questi mostri giorno dopo giorno e SENZA PAUSA. Da Mendoza, Argentina: buona domenica per te, amico.

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  3. Mauri

    Quello che mi lascia un poco perplesso è che un cecchino addestrato con un fucile di precisione, ti apre la testa come un melone da 1 km. dí distanza altro che 150 metri …. Non riesco ad annusare odore di show …. IMHO.

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    • La Cruna dell'Ago

      Ad un kilometro di distanza ci vuole un cecchino davvero bravo, e sulla piazza i nomi dei professionisti sono noti. Crooks aveva chiaramente ricevuto un addestramento. Non aveva sbagliato il tiro. Il proiettile avrebbe preso in pieno Trump se non si fosse molto all’ultimo istante. Parlare di show, tra l’altro senza nessun beneficio, con morti e feriti è a dir poco demenziale..

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      • Massimo

        Ciao Cesare .Visto l’ andamento sui files di Epstein, quanto è probabile che a un anno dall’ attentato ci siano falchi sionisti nel partito repubblicano e il quelle liste? e’ possibile che lui abbia frenato Pam Bondi perché se no il programma di governo con le varie leggi non va avanti?

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        • La Cruna dell'Ago

          Probabile, Massimo, ma pare ci sia pure bin Salman dentro. Se così fosse, se Trump fa uscire direttamente lui quella lista avrebbe effetti devastanti per i rapporti con l’Arabia Saudita e altri Paesi del Medio Oriente.

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