di Cesare Sacchetti

In questi ultimi due giorni, diversi lettori mi hanno chiesto di frequente perché non avessi commentato la morte del dottor Domenico Biscardi.

La risposta è sincera e al tempo stessa brutale. Non avevo letteralmente idea di chi fosse. Non l’avevo mai sentito nominare.

L’unica cosa che ho ascoltato di lui è un messaggio audio che sta circolando molto in queste ore su WhatsApp.

Nel messaggio in questione, Biscardi afferma che sono state trovate le prove della presenza del grafene nei sieri sperimentali e dei cosiddetti quantum dots.

Ora chi segue questo blog sa che in più di un’occasione abbiamo avuto modo di parlare della questione del grafene nei sieri e ne abbiamo parlato perché sono state mostrate le prove scientifiche al riguardo.

I ricercatori del sito spagnolo “La Quinta Columna” hanno mostrato le analisi di laboratorio dei sieri Pfizer e sono stati persino in grado di dire con certezza da quale lotto proviene la fiala analizzata.

Ricardo Delgado, il ricercatore biostatistico del sito in questione, si è detto pronto ad andare in qualsiasi corte di Giustizia per mostrare le prove del suo lavoro.

Non risulta che nessuna casa farmaceutica si sia mossa per smentire le sue affermazioni o per denunciare Delgado, e questo probabilmente lascia pensare che nessuno ha interesse a portarlo in giudizio.

Fino a prova contraria, Delgado sta dicendo la verità e se i produttori di questi sieri e i governi che li hanno approvati non agiscono in via giudiziale contro di lui è perché con ogni probabilità non sono in grado di smentire quanto da lui affermato e dimostrato con analisi di laboratorio.

Biscardi nell’audio di cui parlavamo in predecenza afferma che lui collaborava con i ricercatori spagnoli ma questo non risulta essere vero.

Biscardi divulgava come facevano molti altri le ricerche de La Quinta Columna ma non risultava fare parte del gruppo dei ricercatori spagnoli.

È senz’altro vero che il sito spagnolo gli ha dedicato un piccolo scritto su Telegram all’indomani della sua morte, ma nell’articolo in questione i ricercatori iberici non definiscono Biscardi come un loro collaboratore, ma come “una delle figure più importanti in Italia nella opposizione alle iniezioni”.

Spero che La Quinta Columna non ce ne voglia ma in realtà Biscardi era alquanto lontano dall’essere un personaggio noto o uno dei più importanti nel mondo di chi si oppone alla distribuzione dei sieri.

Probabilmente ai ricercatori spagnoli è stata raccontata questa storia dall’estero da fonti inaffidabili, ma se andiamo a vedere meglio la storia di questo dottor Biscardi ci sono altri punti che non tornano.

Se leggiamo tutti gli articoli dedicati alla sua morte, apprendiamo che il medico e ricercatore aveva 45 anni era di Caserta ed esercitava la professione in questa città.

A questo punto abbiamo fatto l’unica cosa che era sensato fare. Abbiamo provato effettivamente a vedere se ci fosse un Domenico Biscardi iscritto all’ordine dei medici, ma non abbiamo trovato nulla.

Se andiamo a dare uno sguardo al portarle dell’albo online dei medici chirurgi in Italia troviamo soltanto sei Biscardi e nessuno di loro è Domenico.

L’unica conclusione possibile che se ne può dedurre è pertanto che Domenico Biscardi non fosse affatto un medico.

Il “medico” però si presentava anche come un farmacista e abbiamo provato dunque a vedere se il suo nome risultasse negli albi di Caserta. Anche in questo caso non è emerso nulla.

Non c’è nessun Biscardi iscritto all’ordine dei farmacisti di Caserta né in altre città campane, quali Napoli.

A questo punto appare evidente che c’è qualcosa che non torna nella storia che riguarda questo presunto medico.

Negli articoli dedicati alla sua morte, apprendiamo anche che sarebbe stato un biologo e un genetista, ma gli esperti in questo campo generalmente lasciano dietro di sé una scia di pubblicazioni e di curriculum depositati in istituti attivi in questi settori.

Nel caso di Biscardi non c’è nulla di nulla. Non c’è una traccia che provi che Biscardi fosse veramente quello che diceva di essere.

C’è solo un documento PDF che riporta il CV di Biscardi ma tutto quello che è scritto lì non trova riscontro da nessuna parte.

In questo documento PDF Biscardi sostiene di aver conseguito una specializzazione presso l’università di New York nel 2008, e inoltre annovera una laurea in farmacia conseguita presso l’università Federico II di Napoli.

Abbiamo però visto in precedenza che non c’è nessun Biscardi iscritto all’ordine dei farmacisti di Napoli.

E dunque? Chi era o chi è veramente costui? Sempre nel suo CV, Biscardi sotto mette alcuni link di quotidiani che parlano di lui.

Ci sono articoli che parlerebbero di lui nel sito del Metodo Di Bella e altri del Corriere di San Nicola.

C’è però qualcosa di strano. Questi link sono morti e il contenuto al loro interno è stato rimosso.

Per vedere il contenuto occorre utilizzare un sito chiamato Wayback Machine e vediamo che nel PDF presente nel sito del Metodo Di Bella ci sarebbe una presunta ricerca di cinque pagine fatta da Biscardi su alcuni pazienti in Africa.

Il documento però appare tutto tranne che una ricerca scientifica seria corroborata da solidi dati scientifici. Assomiglia più a una descrizione alquanto informale dei presunti trattamenti somministrati da Biscardi in Africa durante il suo periodo da medico volontario.

Resta però da comprendere come Biscardi potesse fare il medico in Africa se effettivamente non era iscritto all’ordine dei medici.

In questo caso, saremmo di fronte ad una truffa vera e propria ma andiamo avanti con la nostra ricerca.

Se continuiamo a guardare attentamente i link dei quotidiani riportati da Biscardi sul suo CV, troviamo una sua intervista rilasciata a “Il Giornale” pubblicata il 29 marzo del 2012 e dedicata alla sua “opera”.

Anche in questo caso l’articolo è stato misteriosamente rimosso dal quotidiano di Berlusconi e per recuperarlo dobbiamo ricorrere ancora una volta al sito Wayback Machine.

Una volta compiuta questa operazione apprendiamo che nell’intervista del 2012 Biscardi dichiara di avere 45 anni e questo appare in netta contraddizione con quello che leggiamo riguardo alla sua presunta morte.

Negli articoli che parlano della presunta scomparsa di Biscardi leggiamo che il sedicente dottore sarebbe morto a 45 anni.

Questo però appare impossibile perché Biscardi nel 2012 dichiarava di avere 44 anni quindi oggi avrebbe dovuto averne almeno 53.

Dunque quando è nato veramente questo personaggio? Le incongruenze e le contraddizioni però non sono terminate.

Il sedicente ricercatore dichiara al Giornale che lui stava curando i pazienti con il Metodo Di Bella e che aveva già iniziato nel 2008.

Queste le sue parole.

“Al momento ho in cura una trentina di persone. In alcuni casi ho visto risultati sorprendenti dopo pochi mesi, senza intervento chirurgico. Una ragazza di 19 anni, all’inizio del 2008 si è presentata con perdite al seno, ghiandole linfatiche già intaccate e metastasi epatica.”

Nel 2008 però Biscardi scrive nel suo curriculum che si trovava presumibilmente a New York a conseguire una laurea in medicina mentre in questa intervista dichiara che già stava curando dei pazienti.

Dunque delle due l’una. O Biscardi non era a New York nel 2008 e quindi quel curriculum è quasi certamente un falso oppure Biscardi curava delle persone nel 2008 senza però essere laureato in medicina che formalmente è ancora un reato nel nostro ordinamento, anche se negli ultimi tempi lo stato di diritto in Italia e in Europa è stato seppellito da una mole impressionante di illeciti di ogni tipo.

La risposta a chi era veramente Domenico Biscardi potrebbe venire paradossalmente in uno dei vari articoli che lo riguardano.

Questo personaggio era già finito nelle cronache nazionali e locali anni addietro e non certo per i suoi meriti da presunto ricercatore o medico.

Biscardi era stato arrestato a Caserta nel 2005 per associazione a delinquere e riciclaggio perché già in quegli anni si spacciava per medico quando in realtà non lo era.

Tutte queste informazioni e prove ci portano dunque ad una unica conclusione. Biscardi non era ciò che diceva di essere. Era un impostore e un figuro già finito nelle maglie della giustizia per le sue attività illegali.

A questo punto, tutta la storia che riguarda la sua morte potrebbe essere una montatura. Difatti non risulta nemmeno ai carabinieri e alla polizia che questo truffatore sia deceduto.

Siamo di fronte quindi con ogni probabilità ad una psy-op. Questo è quello che probabilmente potrebbe essere accaduto. Qualche apparato che controlla la falsa informazione alternativa ha ripescato questo personaggio dimenticato e gli ha affibbiato il ruolo di finto eroe “no vax” per infiltrare la base di chi sta denunciando i danni dei sieri sperimentali.

Dopo di ché gli agenti della falsa controinformazione hanno diffuso la notizia della sua presunta morte e in questo modo si è veicolata l’idea che chi denuncia il siero possa morire improvvisamente in circostanze misteriose.

Altri giornalisti in buonafede hanno riportato la notizia cadendo purtroppo in questa trappola.

Chi ha concepito questa psy-op comunque aveva il preciso obbiettivo sin dal principio di seminare paura e panico tra i dissidenti.

È esattamente ciò che non si deve fare e in questo particolare momento il vero nemico non sono neanche più i media ufficiali come ci era capitato di dire in precedenza.

Il vero nemico in questo momento è la falsa controinformazione che ha ricevuto il compito di girare al massimo la manopola della paura per far credere che chi denuncia il regime può essere messo a tacere in maniera violenta.

Questa è un’altra conferma che in questo momento il regime di Mario Draghi è alle corde e l’unica arma che gli è rimasta per ritardare la sua caduta è quella di seminare il terrore nella speranza che altri cedano e si pieghino ai suoi ricatti.

La sensazione è che anche questa volta coloro che hanno organizzato questo depistaggio andranno incontro ad un altro inevitabile fallimento.

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