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Il piano di Soros per infiltrare i militari USA
di Cesare Sacchetti
Lo speculatore finanziario George Soros da tempo finanzia attivamente diverse ONG che portano avanti la sua idea della “società aperta”.
La “società aperta” è un tipo di società priva di confini e spogliata della sua identità nazionale.
E’ per questa ragione che Soros da tempo è in prima linea nel finanziare le ONG che ormai hanno un ruolo decisivo nel gestire e favorire il traffico di esseri umani dalle coste del Nord Africa verso l’Europa.
Questa volta però il finanziere ungherese di origini askenazite ha in mente se possibile un piano ancora più ambizioso ed eversivo.
Infiltrare i militari americani. La notizia infatti è stata riportata in prima battuta dal quotidiano americano “Daily Caller.”
Il Pentagono ha recentemente dato mandato ad una società esterna, la britannica Moonshot CVE, un acronimo che sta a significare “contrastare la violenza estremista”, di compilare un rapporto nel quale si individuerebbero le frange “estremiste” dell’esercito americano.
Per “estremista” si intende tutto ciò che non è in linea con l’ideologia progressista e globalista che vede nel senso di patria e nella difesa dei confini una pericolosa minaccia da debellare e mettere al bando.
La Moonshot è legata alla fondazione di Obama, l’ex presidente dem, ma è il nome dell’autore del rapporto che rivela che dietro questo piano per individuare i militari più fedeli alla difesa della patria e, soprattutto, sostenitori di Donald Trump, ci sia George Soros.
A condurre questa ricerca è stata infatti Vidhya Ramalingam che nel 2013 aveva già preparato un rapporto sull’immigrazione in Europa finanziato proprio dal magnate americano.
La Ramalingam è anche molto vicini alla lobby progressista dell’Anti Defamation League, l’ADL, che riveste negli Stati Uniti il ruolo di grande fratello dell’ortodossia del politicamente corretto.
L’idea di questa ricerca commissionata dagli elementi del Pentagono più vicini al deep state è quella di far avvicinare i militari al gruppo terrorista Black Lives Matter che lo scorso anno devastò e saccheggiò decine di città americane.
Questa strategia in realtà sembra rivelare un piano preciso di Soros e del governo occulto di Washington. Quella di tornare in qualche modo in controllo delle forze armate americane che non sembrano rispondere al presunto comandate in capo, Joe Biden.
Il dibattito su chi sia effettivamente al comando negli USA è aperto dallo scorso gennaio da quando Trump lasciò la Casa Bianca.
Secondo fonti militari di alto livello, il presidente prima della fine del suo mandato firmò l’atto contro le insurrezioni che avrebbe di fatto consegnato temporaneamente il potere alle forze armate.
Questa ipotesi sembrerebbe essere coerente con quanto accaduto nei mesi successivi dal momento che la cosiddetta amministrazione Biden non ha portato avanti il programma che sulla carta avrebbe dovuto eseguire.
Il mandato di Biden, uomo da anni sul libro paga di Pechino, era quello di ammorbidire la posizione dura e risoluta di Trump nei confronti della dittatura comunista cinese.
Al contrario, non solo i rapporti tra Washington e Pechino non si sono distesi ma sono persino peggiorati.
La Cina ha disdetto un incontro programmato da tempo con il vicesegretario di Stato USA, Wendy Sherman. Pechino è estremamente irritata perché l’amministrazione Biden non ha mostrato alcuna intenzione di rivedere le sue posizioni soprattutto sulle sanzioni contro le imprese cinesi che si sono persino inasprite di più rispetto all’era Trump.
Il nemico per il deep state è tradizionalmente la Russia che da anni rappresenta un solido baluardo contro l’avanzata del mondialismo e Biden avrebbe dovuto sulla carta tornare a intraprendere una politica di accerchiamento verso Mosca.
Nulla di tutto questo sta accadendo e i media anglosassoni nelle mani dei grandi gruppi finanziari, quali il Financial Times, si stanno rendendo conto di quella che ormai appare essere una evidenza troppo grande per essere negata.
Biden si sta comportando come Trump. Tutto questo sembra la diretta conseguenza di quanto trapelato dagli ambienti militari americani, secondo i quali il potere è stato trasferito da Trump alle forze armate in attesa che le perizie elettorali annullino definitivamente la frode dello scorso novembre.
Questo ha portato gli ambienti mondialisti a ripiegare su un’altra strategia. Cercare di infiltrare i militari americani per tornare ad avere in qualche modo il controllo della superpotenza americana.
Senza il controllo degli USA, di fatto qualsiasi passo in avanti verso il Grande Reset è impossibile.
La mossa di Soros e di Obama quindi sembra andare esattamente in questa direzione. La sensazione è che i democratici si troveranno di fronte un muro. Non c’è mai stato un presidente così popolare tra i militari come lo è Donald Trump.
Le perizie elettorali nel frattempo procedono e il tempo della cosiddetta amministrazione Biden sembra sia più vicino allo scadere.
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