di Cesare Sacchetti Sono stati attimi di terrore e di sconforto quelli che si sono vissuti ad...
Donald Trump contro George Soros: ultimo atto per il principe della sovversione internazionale?
di Cesare Sacchetti
Non è ancora chiaro chi sia stato a sparare all’attivista americano Charlie Kirk, brutalmente ucciso lo scorso 10 settembre ad Orem, nello stato dello Utah.
All’indomani dell’omicidio di Kirk, Donald Trump è sembrato profondamente sconfortato, abbattuto per la morte di un giovane in gamba che aveva convogliato verso di sé ampie parti del movimento MAGA, e che si stava avvicinando sempre di più alla religione cattolica.
Charlie aveva iniziato a mettere assieme i pezzi del puzzle.
Sembrava aver compreso che laddove c’è la sovranità degli Stati Uniti, non può esserci quella di Israele che sin dalla sua nascita ha avuto in mano le redini della politica estera americana, tanto da rendere Washington una succursale de facto di Tel Aviv.
La versione fornita dall’FBI convince molto poco.
Il presunto assassino che l’agenzia investigativa americana ha presentato agli occhi dell’opinione pubblica, Tyler Robinson, si dichiara innocente e non c’è al momento una solida prova che dimostri che effettivamente è lui lo spietato assassino di Kirk.
Prove ne stanno emergendo, ma sono in netto contrasto con la narrazione dell’FBI che parla di un cecchino che avrebbe sparato un colpo da lunga distanza con un Mauser M18, mentre le immagini a disposizione, analizzate da vari giornalisti tra i quali Alejandro Salomon, indicano che quasi certamente il colpo è stato sparato lateralmente, visto il foro di entrata sotto l’orecchio destro di Kirk, e che si è trattato di un tiro corto, presumibilmente sparato da un giovane tra la folla che teneva tra le mani un’arma camuffata da telefono.
Dopo il dolore iniziale per la perdita di Kirk, Trump sembra aver ripreso il suo cammino con ancora più determinazione di prima.
Il presidente degli Stati Uniti è tornato ancora una volta ad affermare pubblicamente come sia necessario incriminare George Soros per reati legati alla legislazione RICO, e proprio ieri ha dichiarato di essere pronto a considerare gli Antifa, una delle braccia armate dello stesso Soros, come una organizzazione terroristica nazionale.
George Soros è molto di più un finanziere, tantomeno un “filantropo” come affermano i ridicoli organi di stampa che hanno provato a costruire una immagine innocua di questo personaggio.
George Soros è una fonte di destabilizzazione, e chi pensa che il miliardario newyorchese di origini ebraiche sia diventato il miliardario che è oggi per suoi presunti meriti personali illude soltanto sé stesso.
Soros è un prodotto da laboratorio. E’ uno di quegli agenti sovversivi che hanno ricevuto tutti gli appoggi necessari per accumulare somme da capogiro nel giro di brevissimo tempo perché i padroni dell’alta finanza, coloro che gestiscono flussi enormi di denaro, hanno fabbricato il personaggio Soros.
Se si guarda alle origini della carriera finanziaria di Soros, lo speculatore negli anni’70 aveva già in mano tutte le chiavi per aprire le porte di una vastissima ricchezza.
Soros non si prese da solo la ricetta del successo.
A dargliela fu la ubiqua famiglia Rothschild che sin dal principio gli mise a disposizione tutta una vasta rete di finanzieri che gli ha consentito di fare quelle famigerate speculazioni sui mercati che gli hanno fatto accumulare immensi profitti.
Se si è a digiuno di mercati e di operazioni in borsa, forse si potrà pensare che alcuni grandi finanzieri hanno semplicemente più talento di altri, quando il vero segreto della ricchezza di molti è soltanto avere gli appoggi “giusti”, quelli degli ambienti che contano, in grado di passare quelle informazioni che consentono di piazzare al momento giusto e nel posto giusto enormi masse di liquidità.
I Rothschild stessi sono diventati ciò che sono diventati attraverso l’inganno e la frode.
Lo fecero prima con il langravio dell’Assia, Guglielmo IX, al quale Mayer Amschel spillò un bel po’ di soldi all’insaputa dello sprovveduto principe, e lo fecero ancora una volta durante la battaglia di Waterloo nel 1815, quando Nathan Rothschild, figlio di Amschel, manipolò i mercati tramite quello che oggi si chiamerebbe aggiotaggio o insider trading, riuscendo a sapere in anticipo l’esito di quella epica battaglia e a sfruttarlo a proprio vantaggio.
I legami di Soros con la famiglia Rothschild
Soros nasce sotto l’egida di questi poteri.
Una volta lasciata la finanziaria Arnold & S. Bleichroeder ,Inc nel 1969, negli anni’70, c’è il grande salto attraverso la fondazione del celebre, o famigerato, fondo di investimenti, Quantum Fund, assieme a Jim Rogers.
Un giovane George Soros agli esordi nel mondo della finanza
Il Quantum Fund si stabilisce subito a Curacao, nelle Antille Olandesi, uno di quei luoghi nei Caraibi dove c’è una tassazione agevolata e dove il denaro sporco si ricicla in abbondanza, senza che ciò provochi l’indignazione dei vari Paesi dell’anglosfera, che hanno bisogno di questi luoghi sia per non pagare un dollaro di tasse sia per lavare il denaro frutto di attività illegali.
Attorno a Soros, c’è tutta una rete di personaggi che vengono dalla fila della Bleichroeder e che hanno tutti degli strettissimi legami con la famiglia Rothschild.
Se si legge un rapporto del passato della fondazione Movisol, si ha un’idea più precisa di quanto siano stretti i rapporti tra il Quantum Fund e i Rothschild.
Ad esempio, il direttore stesso del Quantum, Richard Katz, negli anni’80 era tra i direttori della banca più importante dei Rothschild, la N.M. Rothschild & Sons, diretta da Evelyn de Rothschild, scomparso nel 2022 e nome noto perché si tratta dello storico proprietario e fondatore della rivista britannica The Economist, attraverso la quale le varie élite globaliste amano mandare i loro messaggi sui futuri scenari mondiali da loro ovviamente stabiliti in anticipo.
Katz lavora a fianco anche di un’altra notissima figura della famiglia ebraica di Francoforte, come il quarto barone Rothschild, Jacob, altro pesantissimo nome nella finanza internazionale e considerato una delle eminenze grigie delle famiglia reale dei Windsor, sempre molto attenta alle “indicazioni” dei signori della finanza mondiale.
A sinistra, Evelyn de Rothschild, a destra Jacob
Simile percorso lo ha un personaggio come Georges C. Karlweis, altro uomo chiave del Quantum Fund, che compariva a sua volta come direttore della N.M. Rothschild & Sons assieme a Katz, e che svolgeva un ruolo di primissimo piano anche per il ramo francese della famiglia Rothschild, dato il suo ruolo di direttore della Banque Privée di Ginevra di proprietà di Edmund de Rothschild.
Un altro direttore del Quantum Fund negli anni’90, Nils O. Taube, ha gli stessi legami.
Taube era socio in affari con Lord Jacob, ed era direttore della banca Saint James Place Capital assieme a Nathaniel Rothschild, che oggi ha preso il posto di suo padre, Jacob, morto nel 2023.
Il denaro e i contatti giusti per farlo non sono piovuti dal cielo, come si vede.
Il Quantum Fund aveva sin dal principio al suo interno tutti quegli uomini legati alla famiglia Rothschild che sanno in anticipo dove andranno i mercati e cosa faranno i governanti, perché molti di loro sono al loro servizio ed eseguono gli ordini che arrivano dal cuore della finanza che conta.
Le manovre speculative del Quantum Fund: l’attacco alla lira
Nel 1992, si ha l’esempio più famigerato di tale meccanismo. Era l’anno della rivoluzione colorata di Mani Pulite.
Era l’anno nel quale si stava eseguendo un piano di attacco contro l’Italia , concepito già 20 anni prima nelle stanze del club di Roma che aveva dichiarato a questa nazione, così invisa ai piani alti del mondialismo e della massoneria per via delle sue radici cattoliche.
A palazzo Koch, sede della banca d’Italia, c’era un personaggio che era in mano a tale rete per via della sua appartenenza al gruppo Bilderberg, ovvero Carlo Azeglio Ciampi, già protagonista nel 1981 assieme ad un altro bilderberghino come Andreatta dell’infausto divorzio tra Tesoro e Bankitalia.
Carlo Azeglio Ciampi
Ciampi e Andreatta agirono di concerto per togliere al governo la possibilità di controllare la sua banca centrale, ma nel 1992, il governatore, ancora in carica, diede un’altra prova della sua sottomissione a quei poteri che saccheggiarono l’Italia.
Al tempo, l’Italia faceva parte del disfunzionale SME, un meccanismo di cambi fissi, pensato per irrigidire la possibilità di svalutare la lira, per la gioia della Germania che non riusciva a stare al passo con la competitività italiana.
Esisteva un rapporto di cambio fisso tra lira e marco, ovvero una banda di oscillazione del 2,25% tra le due valute, e qualora si fosse andati oltre tale soglia, alla banca centrale spettava il compito di difendere appunto il cambio fisso attraverso la vendita di valuta straniera e l’acquisto di lire.
Soros sapeva che Ciampi avrebbe fatto la mossa più folle di tutte, ovvero quella di difendere il cambio nonostante l’attacco speculativo del suo Quantum Fund, che si mise in tasca grazie all’ineffabile ex capo dello Stato la enorme cifra di 48 miliardi di dollari, una mosse folla denunciata da politici come Bettino Craxi, che invece si ritrovata lui investito dal fuoco delle procure che lasciavano agire indisturbati Soros e i suoi sodali.
George Soros agiva come un saccheggiatore degli Stati, non di certo per qualche suo particolare talento, ma soprattutto perché la famiglia Rothschild aveva bisogno di questo agente per iniziare ad ingerire sempre di più nella sovranità dei vari Paesi e a dettare loro l’agenda politica da seguire in ogni minino particolare.
La Open Society: una centrale di sovversione internazionale
Si spiega così come sin dalla nascita della fondazione della sua Open Society Foundation nel 1984, Soros abbia agito come un vero e proprio motore della destabilizzazione internazionale.
Se c’era da cambiare la politica di un Paese, si adoperava la rete della OSF che attraverso i suoi fondi finanziava il politico di turno e portava avanti così le direttive dei vari gruppi globalisti.
Nell’ex URSS, si può vedere forse il primo esperimento di rivoluzione colorata orchestrata dalla Open Society che indica al suo uomo, l’allora segretario del PCUS, Mikhail Gorbachev, già iscritto alla massoneria sin dagli anni’70, le riforme da fare per trasformare il regime comunista sovvenzionato dalla stessa finanza ebraica in una democrazia liberale più confacente allora agli scopi della gerarchia della governance globale.
Gorbachev fa quello che gli riesce meglio.
Gorbachev, il cavallo di Troia di Soros nell’ex URSS
Destruttura un Paese, e lo porta al collasso, e non c’è Paese al mondo dove la rete di Soros non abbia portato caos, disordine e devastazione.
Attraverso questo modello di “società aperta”, Soros vuole costruire una società liquida, priva di confini, di identità nazionale, laica e inevitabilmente scristianizzata, perfetta per quel melting pot che il globalismo vuole costruire.
Soros finanzia così ovunque i suoi agenti.
Lo fa al Parlamento europeo, dove qualche tempo fa uscì una lista di personaggi giudicati affini alla Open Society, lo ha fatto in Italia attraverso il finanziamento di quinte colonne come Emma Bonino e il suo ripugnante partito radicale che ha dedicato tutta la sua esistenza alla scristianizzazione dell’Italia e alla promozione dell’agenda dell’ateismo e della massoneria.
George Soros conferisce ad Emma Bonino il premio Fred Cuny Award
Lo ha fatto ovviamente negli Stati Uniti, attraverso il finanziamento di gruppi eversivi quali il famigerato Black Lives Matter, una espressione del razzismo afro-americano molto simile alle Black Panther degli anni’60, sostenuto sin dal principio da vari personaggi di origini askenazite che volevano cambiare il volto degli Stati Uniti attraverso il movimento dei diritti civili.
Soros è un vero e proprio professionista dell’eversione, e se un Paese resiste alle sue politiche, allora egli non esita a finanziare un esercito di criminali comuni che devastano le strade, commettono una lunga lista di reati e cercano di seminare violenza per impedire di smantellare la rete che questi sovversivi hanno costruito.
George Soros è stato creato per questo.
Suo scopo è quello di ostacolare con ogni mezzo coloro che rifiutano la società aperta, l’immigrazione incontrollata, la laicizzazione dello Stato e la conseguente scristianizzazione e tutto il disastro dei disvalori che la disgraziata scuola di Francoforte ha portato dal 1968 in poi.
Trump è il primo presidente degli Stati Uniti e il primo politico Occidentale che ha avuto il coraggio di denunciare le attività del fondatore della OSF per quelle che sono.
Non attività politiche che rispettano la sovranità di un Paese, ma operazioni eversive che si sono tramutate in una infinità di volte nelle famigerate rivoluzioni colorate, sulle quali c’è una lunga lista dalla quale attingere, e si può citare tra gli esempi più noti proprio l’Euromaidan in Ucraina, nella quale Soros è stato attivissimo attraverso la sua rete per rovesciare il legittimo presidente Yanukovich.
La destabilizzazione permanente sembra però giunta alla sua fine. Se è indiscutibilmente vero che George Soros ha indossato i panni di un novello Adam Weishaupt, fondatore degli Illuminati di Baviera, è altrettanto vero che i suoi colpi di Stato avevano successo perché c’era sempre il dipartimento di Stato americano ad assisterlo assieme alla famigerata USAID, che finanziava generosamente la OSF.
Trump sta smantellando tutta questa rete eversiva e vuole arrivare al passo decisivo. Vuole arrivare all’incriminazione di George Soros e probabilmente del suo inetto figlio, Alex, per la loro partecipazione in queste attività criminali.
Sulle scrivanie delle procure italiane, nei decenni passati si sono accumulate le denunce di varie associazioni contro George Soros e le sue criminali speculazioni contro la lira, senza contare tutte le sue ingerenze da lui commesse attraverso le sue famigerate ONG, coinvolte nel traffico di esseri umani.
I magistrati delle varie procure facevano anche loro quello che gli riusciva meglio.
Archiviavano quelle denunce, lasciavano impuniti i criminali di grande cabotaggio, e insabbiavano tutto quello che potesse disturbare i vari manovratori.
Il Bengodi però sembra che stia per finire.
Soros ha dovuto chiudere molte delle sue ONG perché i fondi non sono più illimitati come un tempo, e adesso alla Casa Bianca c’è un presidente che vuole definitivamente mettere fine alle sue attività eversive.
Soltanto 10 anni fa scrivere di un simile scenario sarebbe sembrato pura fantascienza. Oggi invece è realtà.
Si comprende anche da questo come l’epoca della sovversione portata dal globalismo sia giunta ormai al termine.
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A leggere questi articoli (e li leggo sempre con assoluto interesse) vengono i brividi nel sapere quanti traditori della patria hanno operato qui in Italia. Certo è che, finalmente, le cose stanno cambiando e devo dire anche con una certa velocità. Speriamo che si possa rendere un giorno finalmente giustizia a questo disgraziato paese, che ha pagato un prezzo fin troppo alto sull’altare della globalizzazione.
Un sentito grazie al Dott. Sacchetti per questi articoli.
Ti ringrazio, Claudio.
speriamo sia come scrivi Cesare. Quel che mi è meno chiaro è il perché Tr. non abbia ancora agito, visto che le responsabilità di Sorso e le prove di esse erano già in essere da tempo. Il tentativo di omicidio subito da Tr. è maturato in quello stesso ambiente. Poi spero si passi al circoletto di Hollywood e dei cantanti che,oltre ad essersi messi a disposizione di questa rete, hanno svenduto l’anima al demonio e ciò lo si vede nelle loro esibizioni pubbliche, cariche di simboli massonici e demoniaci.
Enrico, Trump e i militari che lo assistono avevano un piano per smantellare questo potere. Non è cosa che si fa in un giorno..
Curioso come per omicidi politici in USA abbiano sempre “bellepronto”… a portata di mano un “colpevole” adatto alla bisogna!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Salve,
puoi arrestare soros e buttare via la chiave, ma lui è solo una pedina, quelli che vanno eliminati sono i piani alti dei gesuiti, delle 13 famiglie ecc….
cosa vuoi che sia un soros nei confronti delle ciabad, dei windsor, dei rockfeller, dei bush ,dei clinton, dei generali dei gesuiti vedi papa nero, e compagnia cantante ….. è un buon inizio di sicuro, meglio partire da qualcuno, però ancora ce ne vuole di pulizia…… puoi togliere le foglie di un albero ma verranno sostituite da altre se l’albero non verrà sdradicato dalla radice….saluti
Nei precedenti articoli si parla anche della crisi dei Rothschild…