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Caso Skripal: il laboratorio che accusa i russi usava cavie umane per esperimenti con il gas sarin
di Cesare Sacchetti
C’è un fatto piuttosto importante riguardo al caso Skripal che merita di essere approfondito. Com’è noto, Sergei Skripal è stato avvelenato presumibilmente con il gas nervino Novichok assieme a sua figlia nella cittadina inglese di Salisbury, nei pressi di un giardino pubblico.
E’ meno noto, almeno sulle pagine dei giornali italiani, che a stabilire che Skripal sia stato avvelenato con questo tipo di gas nervino sia stato il laboratorio di Porton Down, una struttura alle dirette dipendenze del governo britannico.
La storia di questo laboratorio è fatta di molte ombre e in passato qualcuno non ha mancato di definirlo un “laboratorio degli orrori”, per gli esperimenti che vi venivano praticati, tra le quali c’era l’utilizzo di cavie umane per i test con il gas sarin.
La storia di Porton Down
Porton Down si trova solamente a 12 km di distanza dal luogo dove è stato avvelenato Skripal, e per una singolare coincidenza è l’unica struttura autorizzata a detenere armi chimiche in tutto il Regno Unito.
La distanza tra Salisbury, dove è stato avvelenato Skripal, e il laboratorio di Porton Down
Le attività che si svolgono all’interno di questa struttura sono coperte dal segreto di Stato e la sua storia è altamente controversa fin da quando venne realizzato nel lontano 1916.
La costruzione di questo sito riservato fu decisa infatti nel corso della prima guerra mondiale per approntare l’utilizzo di armi chimiche da utilizzarsi nel conflitto bellico dell’epoca, e per rispondere alla supremazia tedesca nell’utilizzo del gas clorino, un’arma chimica che stava procurando seri problemi tra le prime linee britanniche.
Il laboratorio di Porton Down ai giorni nostri
Dopo la guerra, negli anni’20, la struttura venne mantenuta in vita e si iniziarono a fare ricerche su altri tipi di armi chimiche, come l’iprite, e per fare questo non era infrequente l’utilizzo di cavie umane per sperimentare gli effetti delle armi chimiche.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1939, il governo britannico decise di passare alla fase “offensiva” delle armi chimiche e autorizzò la costituzione di un gruppo di ricerca per utilizzare questo tipo di armi contro il nemico. Verso la fine della guerra, iniziarono gli esperimenti con il gas nervino testato direttamente sugli esseri umani.
La morte dell’aviatore Ronald Maddison
Una delle persone che si sottopose volontariamente al programma di esperimenti di gas nervino su cavie umane, fu l’aviatore 20enne Ronald Maddison nel 1953. Maddison lesse un annuncio pubblicitario nel quale si parlava appunto della ricerca di volontari per questo tipo di test e si garantiva allo stesso tempo che la sua esecuzione non avrebbe prodotto nessun danno fisico ai volontari che accettavano di partecipare.
L’aviatore britannico Ronald Maddison
Il giovane aviatore decise così di partecipare nella speranza di racimolare una somma che gli consentisse di comprare un anello di fidanzamento per la sua ragazza, Mary Pyle. Il test finì in tragedia. Non appena un’ora dopo che l’esperimento era iniziato, il giovane Maddison era già morto.
Alcune gocce di gas sarin caddero sul suo braccio, dopo che erano state versate sui suoi vestiti, ma l’assorbimento avvenne ad una velocità molto più rapida di quella prevista dagli scienziati che dirigevano l’esperimento, e questo causò la morte dell’aviatore britannico.
Fu avviata un’inchiesta ufficiale dal primo ministro Churchill, ma i suoi risultati non vennero resi noti al pubblico britannico perchè le attività del laboratorio erano top secret. Il padre di Maddison partecipò ad alcune riunioni della commissione d’inchiesta, ma gli fu espressamente proibito di rivelare quanto aveva ascoltato, persino a sua moglie.
Un gruppo di attivisti nel 1963 protesta contro i gas chimici utilizzati a Porton Down
La famiglia fu costretta a dire pubblicamente che Ronald morì “in uno sfortunato incidente mentre era in servizio” , nonostante abbia dichiarato in altre circostanze che al giovane fu fatto credere di essere sottoposto ad un test con un virus influenzale, e non con il gas sarin. Nel 2004, un giudice diede ragione alla famiglia e stabilì che Ronald Maddison fu “ucciso in maniera illegale.”
Gli episodi di test su esseri umani a Porton Down non si conclusero purtroppo con la morte di Maddison. Al veterano Ken Earl furono somministrati 200 milligrammi di gas sarin facendo credere anche lui che si trattasse di un innocuo virus, e per questo ottenne un risarcimento di 3 milioni di sterline dal ministero della Difesa britannico.
Si stima che, dal 1949 al 1989, 3400 persone siano state sottoposte nella struttura agli effetti del gas nervino, un fatto senza eguali nel mondo. Molti di questi test sono stati eseguiti su diretto ordine dell’MI6, il servizio segreto britannico.
Il laboratorio è tornato a far parlare di sè in questi giorni, perchè responsabile dell’identificazione del gas utilizzato per avvelenare l’ex spia russa. In pochi si sono chiesti se, considerato il suo oscuro passato, i risultati prodotti da questo laboratorio siano del tutto attendibili.
Non è stato nemmeno fatto notare che questa struttura ha uno stretto legame con l’MI6, per il quale ha lavorato lo stesso Skripal negli ultimi anni della sua carriera. Prima ancora di capire le singolari circostanze dell’avvelenamento dell’ex spia russa, il governo britannico accusava già Mosca.
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