L’invasione di Gaza e la disperata ricerca della Grande Israele Di Cesare Sacchetti I carri armati...
La telefonata di Trump e Putin per mettere all’angolo Zelensky e l’UE: l’affaire Burisma e i traffici sporchi in Ucraina
di Cesare Sacchetti
A Bruxelles, sede della NATO e dell’Unione europea, i volti sono a dir poco sconsolati.
Le facce dei vari funzionari di quello che una volta veniva definito il patto Euro-Atlantico sono smarrite, confuse, consce soltanto che le certezze di un tempo stanno evaporando ad una velocità incontrollabile.
A Washington, all’inizio di questa settimana ormai giunta al termine, Donald Trump ha ridisegnato definitivamente ii confini del rapporto di vassallaggio che ha visto i vari Paesi dell’Europa Occidentale completamente dipendenti dalla politica estera americana.
Il presidente degli Stati Uniti ha, in altre parole, reciso il cordone Euro-Atlantico.
Non esiste più alcuna volontà da parte degli Stati Uniti d’America di preservare l’esistenza dell’atlantismo, in quanto è espressione di dominio, di imperialismo, e nella politica estera di Trump non c’è più posto per la macchina della sovversione internazionale che produceva guerre e colpi di Stato in giro per il mondo.
Due giorni fa, si è avuta un’altra conferma di come il vecchio ordine del passato sia ormai cosa morta e sepolta, quando l’Fbi ha fatto irruzione nella casa di uno degli uomini che più di tutti incarnava lo spirito bellico dell’impero americano, ovvero quel John Bolton, mente della guerra in Iraq ed eminenza grigia dell’amministrazione Bush che mise a ferro e fuoco il Medio Oriente attraverso la campagna shock and awe.
Trump ha fatto capire a tutti che le redini del potere atlantico e sionista che imbrigliavano gli Stati Uniti sono state sciolte, e forse proprio questa accelerazione spiega la scelta del presidente e dei suoi uomini di presentarsi senza cravatta alla stampa lo scorso venerdì.
Trump e i suoi durante la sua ultima conferenza stampa senza cravatta
Il presidente degli Stati Uniti vuole probabilmente far sapere al suo popolo che ora non esistono più freni nella lotta a quello stato profondo e a quei poteri sionisti e atlantici che hanno organizzato una interminabile serie di colpi di Stato ai suoi danni, culminati attraverso diversi attentati alla sua vita, tra i quali il più clamoroso è quello ovviamente del 13 luglio del 2024 a Butler.
Trump ha preso il risiko della NATO e lo ha smontato sapientemente pezzo per pezzo, assieme al suo più grande alleato, il presidente russo Vladimir Putin, che ad Anchorage saliva sull’auto del presidente degli Stati Uniti, e rideva, forse anche di coloro che negli scorsi anni hanno fatto di tutto per sabotare l’alleanza tra Washington e Mosca che sta isolando la sempre più debole e fragile Unione europea.
L’Unione, lo si è visto a Washington, ha perduto la protezione del suo antico garante.
E’ stata rimessa al suo destino e i sette “leader” ai piedi della scrivania del presidente americano, non hanno potuto fare altro che costatare che l’America li ha lasciati al suo destino, e non ha più alcuna intenzione di sorreggere il vecchio ordine liberale internazionale partorito sul finire della seconda guerra mondiale.
L’Ucraina è stata il più importante banco di prova dei nuovi rapporti tra Washington e Bruxelles, dove si è vista chiaramente la volontà americana di mettere fine al conflitto contrapposta invece a quella europea di proseguirlo, nonostante l’Unione non abbia la struttura per aiutare il regime nazista di Kiev, e tantomeno ce l’ha la NATO, che senza gli Stati Uniti veste i panni della classica tigre di carta.
Zelensky stesso sembra aver compreso che non c’è più molto da fare, anche se nei giorni successivi all’incontro, le pochissime carte rimaste in mano al presidente ucraino sono rimaste coperte.
Ieri il ministero degli Esteri ucraino, rendeva noto che Zelensky era pronto a discutere delle necessarie cessioni territoriali a Mosca per firmare finalmente il trattato di pace tra Mosca e Kiev.
Definire la situazione di Kiev drammatica è forse persino riduttivo.
A confermarlo è stato persino un comandante delle sue forze armate, il quale ha detto che l’esercito ucraino, o meglio ciò che né è rimasto, è vicino al collasso, e nemmeno un ipotetico innesto di 100mila uomini non farebbe nulla per cambiare la situazione.
Le perdite ucraine sono spaventose, criminali, da immediato processo militare nei confronti di chi ha mandato una immensa moltitudine di uomini a morire al fronte senza alcuna speranza di sconfiggere l’esercito russo e la sua superiore tecnologia.
Si parla di 1,7 milioni di abitanti.
Un estratto dei documenti militari ucraini hackerati
E’ un numero più alto della popolazione di Milano che è sparita nel giro di soli 3 anni e che è stata falcidiata dai burattinai di questo corrotto regime che ha massacrato il suo popolo spedendolo al fronte come carne da macello, lasciando tra gli stenti e la povertà coloro che restavano a casa, sfruttati da una nomenclatura che gestisce un turpe traffico di esseri umani nelle mani di Zelensky e della sua gentile consorte.
Le contromisure di Trump e Putin: gli enormi scandali di Kiev
I due presidenti, Trump e Putin, sono perfettamente consapevoli che il presidente ucraino non ha più alcuna via d’uscita, ma ciò nonostante Washington e Mosca stanno prendendo le dovute cautele del caso per contenere eventuali colpi di coda di un Zelensky ormai messo all’angolo.
A rivelare che i due capi di Stato hanno avuto una conversazione telefonica sono state fonti NATO che hanno riferito a questo blog che Trump e Putin stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di mettere sul tavolo i numerosi scandali nei quali è coinvolto Zelensky per esercitare ancora più pressioni su di lui.
Se si scoperchia il verminaio ucraino, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta tra tutto lo sporco che c’è sotto.
C’è certamente il citato traffico di organi e la rete pedofila che da Kiev arriva direttamente a Downing Street, come ha rivelato un ex colonnello dei servizi segreti ucraini, Vasily Prozorov, secondo il quale l’ambasciata britannica in Ucraina si incarica di vendere direttamente i bambini ucraini a ricchi pedofili inglesi.
Simili rivelazioni fece anche un ex dipendente della fondazione di Olena Zelenska, che disse che i bambini ucraini venivano “smistati” in tutta Europa e finivano nelle mani di personaggi insospettabili, la élite delle élite, tra le quali si annoverano anche personaggi del “calibro” del filosofo francese Bernard Henry Levy, grande apologeta della NATO e avvistato numerose volte in Ucraina.
Si passa poi dalla sporca pagina della pedofilia a quella del traffico di armi, rivendute da Zelensky alle bande criminali dell’Est Europa e allo stato di Israele, attraverso il placet di vari politici europei e italiani che si sarebbero intascati ingenti commissioni, leggasi tangenti, portate poi in vari paradisi del riciclaggio fiscale, soprattutto l’Albania di Edy Rama, l’agente della fondazione di George Soros, la Open Society, a Tirana.
Trump e Putin oltre e a queste leve dissuasive, infine avrebbero anche preso in considerazione il famigerato affaire Burisma, la famigerata società ucraina del gas, che assunse Hunter Biden e lo mise nel CdA dell’azienda riservandogli la lauta somma di 83mila dollari al mese nonostante il figlio dell’ex presidente non avesse nessuna esperienza nel settore.
Il magma della corruzione sotto Burisma era vasto e alquanto esteso, ed era finito sotto la lente di ingrandimento del magistrato ucraino, Victor Shokin, che stava per arrivare ad Hunter Biden, fino a quando Joe, allora vicepresidente, non ordinò all’ex presidente ucraino, Poroshenko, di sbarazzarsi di quell’ingombrante procuratore, circostanza della quale Joe Biden si vantò pubblicamente.
Joe Biden nel 2018 si vanta d aver fatto rotolare la testa di Shokin
Nel 2019, durante il primo mandato di Trump, il presidente aveva chiesto a Zelensky, insediatosi proprio quell’anno, di fare luce sulla corruttela che vedeva coinvolta la famiglia Biden e Burisma, ma i democratici misero su la farsa della messa in stato di accusa contro il presidente americano per tale ragione, pur di fermarlo e di non farlo arrivare al cuore della corruzione internazionale che non vede coinvolti solamente i Biden, ma l’intero partito democratico americano.
Hunter aveva una estesa rete di affari che raggiungeva anche l’Italia perché tra le sue email si trovano delle missive indirizzate agli esponenti del partito democratico, quale l’ex presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, perché il PD italiano è di fatto una succursale di quello americano, e lo si è visto, anche nel 2016, quando il governo Renzi finanziò con i soldi pubblici degli italiani la Clinton Foundation, l’organizzazione dei coniugi Clinton, a loro volta impelagati in una estesa rete di scandali.
Stavolta i due presidenti vogliono chiudere ogni via d’uscita a Volodymyr Zelensky.
Se ci sarà qualche colpo di mano da parte del decaduto presidente ucraino, allora si aprirà il vaso di Pandora dello scandalo Burisma, da lui insabbiato, assieme a tutti gli altri sporchi affari condotti da Kiev nel corso degli ultimi giorni.
L’Ucraina è diventata il centro di tutti i turpi traffici dell’Unione europea e della NATO.
Kiev non è stata soltanto utilizzata come avamposto della NATO per provare a salvare il patto atlantico, ma è diventata anche il parcheggio del traffico delle armi, della pedofilia e di tangenti che passano da una parte all’altra dell’Europa.
Se Zelensky e i suoi proveranno a mettersi di traverso, Washington e Mosca non esiteranno a far uscire fuori tutto questo fiume di sporcizia che invaderà l’Europa continentale e travolgerà molti leader europei.
L’hackeraggio dei sistemi informatici ucraini avvenuto questa settimana è stato soltanto un primo avviso.
Trump e Putin hanno in mano la partita e decideranno loro come andrà a finire.
Se Bruxelles continuerà a sostenere i nazisti di Kiev, allora la debole Unione sarà travolta da tutto il malaffare ucraino nella quale essa è pienamente coinvolta.
I volti già terrei di personaggi come Emmanuel Macron rischiano di farsi ancora più cupi.
Il presidente ucraino in tale gioco appare chiaramente come una mina vagante.
La sua “carriera” politica è chiaramente finita perché nelle future elezioni ucraine, Zelensky probabilmente nemmeno ci sarà, magari rifugiato in qualche Paese europeo che potrebbe dargli asilo, forse la stessa Italia, visto che l’ex comico televisivo ha già presentato richiesta alla Meloni di avere la cittadinanza italiana.
Zelensky e Meloni
Se Zelensky non avrà quello che vorrà, e non uscirà pienamente “protetto” dal disastro ucraino, allora le minacce per l’Unione europea potrebbero arrivare anche da lui, perché il presidente ucraino è depositario di tutti quegli inconfessabili segreti che riguardano i vari governi europei e gli sporchi affari da loro condotti in Ucraina.
Sembra certo quindi che l’epilogo di questa guerra non porterà solo alla fine dell’influenza del patto atlantico, ma provocherà anche un terremoto nelle cancellerie europee i cui effetti potrebbero portare alla caduta di diversi esecutivi, già alquanto precari per le continue e costanti crisi politiche che affliggono i Paesi dell’Europa Occidentale, in particolar modo Francia, Germania e Italia.
Si è giunti evidentemente alla fine del gioco delle sedie musicali, e l’Unione e i suoi deboli “leader” sembrano destinati ad essere quelli che restano in piedi.
Questo blog si sostiene con il contributo dei lettori. Se vuoi aiutare anche tu la libera informazione clicca qui sotto. Se preferisci invece sostenerci tramite versamento bancario, puoi versare il tuo contributo a questo IBAN: IT53J0200805047000105110952
10 Commenti
Rispondi
Altro in notizie …
L’invasione di Gaza, il moshiach, e la disperata ricerca della Grande Israele
L’invasione di Gaza e la disperata ricerca della Grande Israele Di Cesare Sacchetti I carri armati israeliani hanno...
La capitolazione di Zelensky e dell’UE alla Casa Bianca e la fine dell’impero americano
di Cesare Sacchetti Alcuni analisti ieri si chiedevano se nel corso dell’incontro tra Trump e Zelensky si sarebbe...
Il vertice in Alaska e l’alleanza tra Washington e Mosca che ha smantellato il Nuovo Ordine Mondiale
Di Cesare Sacchetti Ad Anchorage, si è assistito ad uno dei vertici politici internazionali più importanti degli...
Sulla mail i caratteri sono microscopici!
L’articolo però non c’è nell’email. Scrivimi nella sezione contatti, Aurora, e verifico.
Zelensky ha poco da chiedere alla Meloni la cittadinanza italiana, visto che quella onoraria non esiste il “signor” Zelensky chiede un permesso di soggiorno, rimane residente per 10 anni, impara la storia e la lingua italiana e poi se ne parla, proprio come succede con i normali cittadini extracomunitari
Non esiste, Daniele, ma potrebbero cambiare facilmente la legge per farla, senza dimenticare che intanto potrebbero dargli lo status di “rifugiato politico” per farlo venire qui.
Scusate, ma come farebbe zelesky ad avere questa “protezione” da rifugiato in Italia visto che il sistema politico euro-atlantico globalista cadrà? una volta caduta tutto l’establishment dovrebbe venire successivamente una nuova era diciamo patriottica e dalla parte del multipolarismo come di Trump e Putin, quindi automaticamente zelesky si ritroverebbe senza referenti e senza “protezione”, mi sembra più che ovvio, o no? eh
Zelensky prova a cercare protezione laddove può averla, seppur a breve termine.
ottimo articolo, perfetto, però:
1) non capisco perchè fonti nato dovrebbero mettersi in contatto con il suo blog visto che lei è in totale contrapposizione all’ideologia della nato e visto che ovviamente Lei sta dalla parte di Trump e Putin, giustamente.
2) se l’unione europea deciderà di collaborare allora significa che si salva il di dietro e dovremmo avercela per il resto dei nostri giorni oppure crolla lo stesso?
3) potrebbero venir fuori pubblicamente tutti insieme gli sporchi traffici che cita in questo articolo insieme a quelli del caso epstein?
grazie
saluti
Per quello che riguarda la prima domanda faresti meglio a non fare domande sciocche perché in questi apparati ci sono sempre figure disallineate. La seconda domanda è ridondante e l’hai fatta in più di un’occasione. Leggi i contributi precedenti al riguardo. La terza la risposta è affermativa. C’è già scritto nel pezzo.
Intanto a Rimini i ciellini ( che di cristiano hanno ben poco ) dilacerati come non mai , esibiscono la sfilata degli zombies nell’ auspicio di riesumare i fasti dell’affaire” Britannia ” : a cominciare da un imbolsito e ridondande Draghi.
Gentilissimo Dott. Sacchetti e’ apprezzabile come lei stia arricchendo il blog con notizie incontrovertibili da” prova del nove”. Restera’ ai posteri comprendere come si recicleranno gli Euro Maidan alla Calenda , gli ueristi della triade sindacale Landini-Bombardieri-Fumarola, i golpisti della peste Conte/Salvini / Tajani ; visto che la storia non e’ fatta di cesure , se nn fosse per quel Pantha Rei di vittime innocenti.
Salve Gaetano, la ringrazio.Sì, ormai, i vari peones dello stato profondo italiano hanno la sindrome del giorno della marmotta. Sperano all’infinito di restare nello stesso giorno per evitare il cambiamento che li spazzerà via tutti. Il raduno di CL soprattutto più che un evento politico appare come una seduta spiritiva. Evocano situazioni e scenari che sono irrealizzabili sempre per inseguire l’illusione di qualcosa che arriva all’ultimo momento e li tiri fuori dal pantano nel quale si trovano.