di Cesare Sacchetti Le immagini di ieri sera della Corea del Sud ad un tratto assomigliavano molto...
Le origini ebraiche dell’attentatore di Trump, BlackRock e il precedente con Kennedy
di Cesare Sacchetti
Il fumo degli spari si sta dissipando, e si inizia ad intravedere sempre meglio la matrice che ha concepito l’attentato a Donald Trump.
L’uomo che ha sparato dal tetto distante circa 118 metri dal palco dal quale ha parlato Trump è un giovane americano di origini ebraiche, tale Thomas Crooks.
Era già comparso lo scorso anno in uno spot del fondo di investimenti BlackRock, il famigerato fondo che possiede al suo interno larga parte delle più note corporation e multinazionali del pianeta.
Crooks però aveva, a quanto pare, anche uno stretto legame con la sinagoga del posto a Butler, laddove c’è la comunità ebraica di B’nai Abraham.
Thomas Crooks alle riunioni della sua sinagoga locale
L’aspirante assassino di Trump compare in una delle riunioni della sinagoga dove lo si vede con il copricapo ebraico in testa, la kippah, e quindi si può dedurre da questo fatto che Crooks non fosse soltanto un ebreo secolare, ma un praticante della fede talmudica.
I media non hanno dato molta rilevanza a questi fatti poiché alcune evidenze è bene che restino nascoste al pubblico che altrimenti potrebbe porsi troppe domande.
Appare evidente che ad architettare questo attentato sia stato un mondo che ha dichiarato guerra si dal principio a Donald Trump, da quando nel 2016 decise di iniziare la sua carriera politica e di sfidare quel falso duopolio che vedeva contrapporsi periodicamente i repubblicani e i democratici in una apparente alternanza che mai però cambiava il corso politico degli Stati Uniti.
Non aveva importanza chi entrasse alla Casa Bianca, a decretare il risultato erano sempre loro.
Erano i noti e famigerati circoli del Council on Foreign Relations, del Bilderberg, del Bohemian Grove ma soprattutto dell’AIPAC, la potentissima lobby sionista, e di Chabad Lubavitch.
Trump e i due lati dell’ebraismo
Ora Trump ha giocato una partita molto astuta soprattutto con la parte più nazionalista dell’ebraismo, quella legata allo stato ebraico e al “sogno” di costruire una Grande Israele.
Questa parte appartiene a pieno titolo a quella corrente del giudaismo definibile come sionismo messianico che attende la venuta di un messia ebraico, il cosiddetto moschiach, che un giorno nell’ottica di tale visione sarà il leader di Israele e del mondo intero.
A parlarci meglio di questa figura è la citata setta sionista Chabad che esercita un potentissimo ascendente politico su tutte le democrazie liberali Occidentali, e ciò spiega perché vediamo spesso i rabbini di questa setta assieme ai vari politici e primi ministri europei e presidenti americani, poiché questo gruppo sembra avere in mano le chiavi della politica in molte parti del mondo.
Chabad poi è tornata recentemente agli “onori” delle cronache quando sono stati scoperti dei tunnel segreti nella sua sinagoga di New York, nei quali sono stati trovati dei materassi sporchi e persino un seggiolone da bambino, e ciò ha evocato immagini e pensieri orribili su quanto sia stata fatto davvero in quei luoghi nascosti.
David Saltzman, un rabbino e portavoce di Chabad, ha ammesso che i materassi servivano per deporre dei cadaveri, sebbene non è stato detto da dove sono stati presi i corpi, per praticare quella che è nota sin dall’antichità come una pratica demoniaca, ovvero la negromanzia, l”arte” di evocare gli spiriti attraverso i morti.
Apparentemente ci sono taluni che si affrettano a liquidare Trump come un “sionista” soltanto per il fatto che il presidente americano ha espresso più volte la sua stima per lo stato ebraico, senza però guardare minimamente al fatto che in nessun modo la politica estera di Trump poteva e può soddisfare quella dello stato ebraico.
Israele insegue un sogno di supremazia, nel quale essa aspira a diventare la padrona del Medio Oriente e del mondo intero attraverso la ricostruzione dell’Israele biblica, i cui confini vanno ben oltre gli odierni possedimenti dello stato ebraico.
Si può persino vedere sulle divise dell’esercito israeliano o sulle monete del Paese la mappa della Grande Israele che il partito del Likud di Netanyahu vorrebbe far tramutare in realtà per compiere il disegno dei padri dell’ebraismo moderno che aspirano alla ricostruzione del Terzo Tempio nella città di Gerusalemme.
Trump sin dal primo istante sapeva che doveva confrontarsi con questi potentissimi ambienti e ha giocato d’astuzia come ci accingiamo a spiegare.
Il presidente non ha mai dichiarato una ostilità aperta nei riguardi dello stato ebraico perché sapeva che aveva tutto il mondo dei media angloamericani che protegge Israele contro di lui, ed era necessario giocare una partita più astuta e più raffinata.
Non andava attaccata frontalmente Israele ma occorreva mostrare una presunta amicizia nei suoi confronti attraverso la quale poi criticare l’altro lato dell’ebraismo, quello più progressista e sorosiano che non è ostile ad Israele, ma assegna un ruolo prioritario e di dominio non tanto allo stato ebraico quanto ai “grandi” centri del potere internazionale quali l’alta finanza, l’ONU, e tutta quella rete che costituisce la spina dorsale del globalismo.
Così mentre Trump affermava che gli ebrei progressisti vicini a Soros sono antisemiti perché critici di Israele, al tempo stesso portava avanti la sua politica di separazione della politica estera americana da quella israeliana.
E’ sotto la sua amministrazione che è iniziato il ritiro delle truppe dalla Siria e dall’Afghanistan, una circostanza che ha fatto innervosire non poco Tel Aviv che sapeva perfettamente che il presidente attraverso questa sua decisione non faceva altro che dire addio a Israele.
Israele difatti è stata integrata per quasi tutta la sua esistenza nella politica estera degli Stati Uniti.
John Fitzgerald Kennedy e la lobby israeliana
Nessuno dopo la fine della seconda guerra mondiale ha provato a separare Washington da Tel Aviv, salvo il presidente John Fitzgerald Kennedy.
La storia del presidente democratico a nostro parere è semplicemente fondamentale per comprendere quanto sta accadendo oggi a Donald Trump.
John Fitzgerald Kennedy veniva da una famiglia di immigrati cattolici irlandesi che ha fatto la sua fortuna grazie alla spregiudicatezza del padre Joseph.
Joseph Kennedy iniziò negli anni’20, durante l’era del proibizionismo, a trafficare liquori dal Canada tramite l’appoggio di gangster ebraici quali Meyer Lansky e altri personaggi della malavita italoamericana quali Joseph Bonanno e Frank Costello.
I rapporti però tra gli ebrei e Joseph si faranno sempre più aspri nel corso degli anni fino a quando il padre di JFK divenne uno strenuo oppositore dell’ebraismo che a sua volta aveva nei suoi riguardi un odio profondo.
Il patriarca della famiglia dopo i suoi anni nel sottobosco criminale emerge come figura politica e diplomatica tanto da riuscire a diventare ambasciatore americano presso il Regno Unito, laddove grazie ad un accordo con Winston Churchill, massone di alto grado e primo ministro britannico, riuscì ad importare il whiskey scozzese negli Stati Uniti anche dopo la fine dell’era proibizionista nella seconda metà degli anni’30.
Kennedy però inizia a schierarsi contro i piani di ingresso degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale e comprende che se l’America fosse entrata in un altro conflitto gli esiti per il Paese sarebbero stati disastrosi.
C’erano però altre forze che volevano il conflitto che furono denunciate dal celebre aviatore Charles Lindbergh che chiamò in causa la lobby ebraica che voleva trascinare l’America in guerra per poi giungere ad altri obiettivi, quali la nascita dello stato di Israele e la successiva ascesa dell’impero americano che dominerà l’anglosfera per tutta la seconda metà del’900 e per i primi decenni del secolo attuale.
Il figlio di Kennedy, John Fitzgerald, inizia a comprendere a sua volta tramite i consigli paterni e l’aiuto di un ebreo sionista pentito convertitosi al cattolicesimo, Benjamin Freedman, che gli Stati Uniti non potranno essere mai liberi se prima non si libereranno della influenza di Israele e del potente mondo sionista.
JFK così ebbe scontri durissimi con lo stato ebraico che a stento vengono narrati dalla storiografia ufficiale nonostante ci sia una estesa bibliografia al riguardo che suggeriamo di consultare nel libro di Michael Collins Piper , “Il link mancante”.
L’esito però di questo braccio di ferro è noto. Kennedy viene giustiziato a Dallas il 23 novembre del 1963, non certo da Lee Harvey Oswald, che nemmeno era nel famoso deposito dei libri ma fuori dall’edificio, ma dal suo autista, William Greer, come si può vedere in questo filmato.
Oswald non era altro che un capro espiatorio e come tutti i capri espiatori andava eliminato.
A pensare a tale incombenza fu Jack Ruby, vero nome Jacob Rubenstein, un mafioso di origini ebraiche che, parole sue, uccise Oswald per impedire che si scatenasse un pogrom contro gli ebrei per la morte del presidente Kennedy.
Questa è la storia che non viene raccontata sulla morte del primo presidente cattolico alla Casa Bianca, e a parer nostro Trump ne ha fatto certamente tesoro.
Trump sapeva che per scontrarsi contro forze simili occorreva una strategia meno frontale, ma più sottile che gli consentisse comunque di arrivare al suo obiettivo finale, ovvero quello di far sì che l’America ritornasse ad essere finalmente un Paese libero e sovrano, non nelle mani di potentati globalisti e sionisti.
Questo spiega la sua tattica, dove ci sono dichiarazioni di amicizia verso lo stato ebraico, non seguite però da una geopolitica ben voluta da Tel Aviv, ma anzi completamente incompatibile con quanto desiderato dal Likud di Netanyahu.
Questo presidente si è ritrovato nelle condizioni di avere contro sia la parte sorosiana progressista del mondo ebraico sia quella sionista messianica che vorrebbe scatenare una guerra contro l’Iran, quando oggi invece si ritrova ad aver sofferto l’umiliazione di aver subito un attacco da parte di Teheran senza poter far nulla per rispondere.
La politica estera di Trump è qualcosa che non può coesistere né con il sionismo né con il Nuovo Ordine Mondiale, in quanto entrambi questi poteri senza il controllo degli Stati Uniti non hanno alcuna possibilità di veder realizzati i loro piani.
Questo ci porta direttamente a quanto accaduto a Butler, dove ancora una volta coloro che cospirarono contro Kennedy 61 anni prima si sono di nuovo attivati per rimuovere dalla Casa Bianca quella che ai loro occhi è una minaccia intollerabile, ovvero un presidente che non è ai loro ordini e che vuole davvero liberare il suo Paese dalle spire di questi poteri che lo soffocano da troppo tempo.
A noi pare di cogliere una differenza fondamentale nel percorso tra i due uomini. Se il primo non aveva purtroppo abbastanza protezione dentro gli ambienti militari, il secondo certamente ha l’appoggio delle forze armate senza le quali difficilmente avrebbe potuto restare ben 8 anni sulla scena politica e sopravvivere ad altri precedenti attentati.
Soprattutto però ci pare di cogliere questa volta come la mano della Divina Provvidenza nei suoi imperscrutabili disegni sia intervenuta per salvare la vita di Trump in una data che è molto significativa per la storia del cristianesimo e del cattolicesimo, quale il 13 luglio, giorno dell’anniversario della terza apparizione della Madonna di Fatima ai tre pastorelli.
In quell’occasione, la Vergine rivelò ai tre bambini il futuro di apostasia che attendeva la Chiesa Cattolica, rivelazione nascosta dalla falsa chiesa del Vaticano II.
A noi pare di cogliere i segni dell’intervento divino. A noi pare di vedere chiaramente come questa battaglia contro il Nuovo Ordine Mondiale e coloro che speravano di ridurre in schiavitù l’umanità attraverso la farsa pandemica sia accompagnata dalla mano di Dio, senza la quale nulla è possibile.
Chi ancora non ha compreso questa fondamentale verità, potrà fare ben poco contro questi poteri ed è destinato a brancolare nel buio gnosticista del “ci salviamo da soli”.
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Splendido articolo!
Lei è un esempio per il giornalismo… e un giorno mi auguro che gliene renderanno merito, com’è giusto!
L’ultima frase è quella che bisognerebbe stamparsi in testa.
Grazie!
Sara
Grazie mille, Sara.
Ho letto quello che ha scritto mike pompeo,:” il vero killer era comperatore, thomas crook il depistatore, ma gli agenti dei servizi sono stati bravissimi a non farsi ingannare, infatti comperatore e’ stato colpito immediatamente lui e la sua famiglia erano stati addestrati dalla cia
Falso. Pompeo non ha detto nulla del genere.
Salve Cesare. Lei parla di Chabad Lubavitz come uno dei poteri avversi a Trump. Come si spiegano i forti legami tra il genero di Trump Jared Kushner e la citata organizzazione settaria? Kushner è noto per essere un generoso donatore verso tale gruppo e in passato ha perorato caldamente la costruzione del terzo tempio. Ci sono tante notizie in proposito.
Kushner è fuori dal circolo di Trump, Carlo. I contrasti tra i due sono noti.
L’attentato a Trump sembra dilettantesco. Anche se fosse stato ammazzato, sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, sostenere il gesto di un folle, di un cane sciolto. La polizia era stata allertata circa la presenza dell’attentatore, le sue frequentazioni e la sua storia sono state presto individuate. Mi sembra che gli avversari di Trump siano allo sbaraglio, come dei pugili suonati.
Se fosse stato ammazzato, avrebbero ucciso Crooks in modo da non lasciare in vita il sicario e fargli dire di più sui mandanti. Non ci sarebbe stato nessun processo e avrebbero detto che Crooks era uno sparatore solitario. Come Oswald, con la differenza che questo non ha mai sparato un colpo a Kennedy, mentre Crooks ha davvero sparato a Trump.
…e sapendo di avere contro la lobby ebraica in ogni sua declinazione ,Trump per la sua sicurezza si affida ai personaggi che si sono visti nei video inerenti l’attentato? oppure , se è protetto dai militari ,è questo il livello di protezione offerto? Vede Sacchetti ,io la seguo da tempo e ho avuto modo di apprezzare suoi diversi articoli e link , ma questa volta la storia non convince ,poi può essere benissimo che mi sbaglio
Saluti
Non è che si “affida”. Capisce che l’altra parte ha ancora liquidità, seppur in diminuzione, e ci saranno purtroppo sempre delle persone che si fanno corrompere. La polizia di Butler poi che doveva controllare quel settore è nota per essere corrotta. Purtroppo ci sono ancora delle sacche di corruzione e traditori da estirpare ma negli ultimi 8 anni Trump ha fatto un lavoro incredibile. Se poi anche lei appartiene alla schiera di quelli che dicono che Trump si è sparato da solo o che il sangue era pomodoro, allora lì gli argomenti seri sono finiti.
Un ottimo articolo anche se avrei preferito che la divina provvidenza avesse salvato anche quel povero padre di famiglia italo americano vigile del fuoco insieme anche alla salvezza di Trump……
Comunque ieri e’ stato scelto il vicepresidente, non conosco bene il soggetto, come lo vede?
Già risposto ad un altro lettore al riguardo.
Lei afferma che J.F.K. è stato ammazzato dall’ autista. Effettivamente si vede una mano che punta all’indietro. Però consideri che al suo fianco c’ era una persona, dietro altre due e anche la moglie di Kennedy. Non si sono accorte di nulla?
È molto strano.
Cosa ne pensa?
Sì, se ne sono accorte eccome. Jacqueline Kennedy cerca di scappare dalla macchina montando sul cofano perché temeva che sparassero pure a lei.
Buongiorno, Cesare. Ho seguito attentamente il caso con le pochissime informazioni serie e credibili che circolano nei MEDIA DI DISINFORMAZIONE DI MASSA e ora, che ti ho appena letto, confermo che la tua opinione è la PIÙ CHIARA e più vicina alla VERITÀ che mi è giunta. Sì, il SIONISMO è sempre nascosto in tutti gli attacchi che, quelli di noi che siamo cristiani, dobbiamo sopportare in un mondo che è stato intrappolato dai TENTACOLI di coloro che si percepiscono SCELTI da un “DIO” che non è il nostro. Da Mendoza, Argentina: grazie per continuare a FAR LUCE in mezzo alle TENEBRE.
Grazie mille, Isabel.
Buongiorno, cosa ne pensa di Vance come vicepresidente di Trump?
Contrario all’appoggio all’Ucraina e tiepido nel sostegno a Israele. Nomina standard.
Non so, ho visto varie foto di Vance indossare il copricapo bianco ebreo quello tipo di crock e poggiare la mano con capo chino su quel famoso muro che mi sembra si trovi in Israele…..non so quanto siano attendibili o se modificate le foto però….
Magistrale Cesare nei suoi articoli.Direi di sottolineare pure la figura di John John Kennedy.Un bambino che vede morire il padre e che se l’è legata al dito per proseguire ciò che il padre aveva capito.Con Trump.Se poi sia vivo o meno nessuno lo sa.Credi che sia stato lui a invogliare Donald a compiere questa battaglia ? Ciao
Grazie Massimo, sapevo che erano molto amici e non escluderei che fossero legati da questa comune voglia di salvare il proprio Paese.
dal mio punto di vista non ho modo di controllare quanto attendibili siano le fonti riguardo all origine di Crook. Quello che pare certo è che non era una messinscena…e questo basta. Siamo di fronte ad una lotta furibonda tra cupole di potere…a noi conviene in ogni caso Trump , che tra l altro era contro l obblgo vaccinale seppure favoravole ai vaccini ( e che cosa poteva altro fare?) Vedremo cosa succederà dopo la sua elezione, anche perchè il suo vice( scelto o imposto? ) Vance , emana ombre sinistre
D’accordo, ma non c’è una “cupola di potere” dietro Trump..
Salve Cesare, poichè hai scritto
La politica estera di Trump è qualcosa che non può coesistere né con il sionismo né con il Nuovo Ordine Mondiale, in quanto entrambi questi poteri senza il controllo degli Stati Uniti non hanno alcuna possibilità di veder realizzati i loro piani.
d’accordo, ma dopo la fine del suo prossimo mandato (purtroppo l’ultimo, data l’eta’) chiunque dovesse succedergli, non potrebbe ripristinare la situazione attuale? (favorire sionismo e NWO?) ti ringrazio
Tra 4 anni, di questo passo, non ci sarà più traccia del mondialismo e Trump sta già preparando i figli.
Ok in generale ma tirare in ballo la provvidenza divina comeprotettice di Trump mi pare esagerato.Se l’attentatofosse riuscito cosa sarebbe successo? questa mi pare invece un bello spunto di articolo
Non mi pare affatto esagerato perché la battaglia che si sta combattendo travalica i confini della politica ma se non si capisce questo aspetto dubito che si possa comprendere la vera natura di questo scontro.
Buonasera Cesare e complimenti per gli articoli, che seguo con grandissimo interesse e rispetto da un po’ di tempo. Relativamente alle immagini del link di Dallas, sono andato a rivedermi il filmato originale e in effetti sembra una pistola, ma poi leggendo anche vari commenti c’è chi fa notare si tratti in realtà del riflesso solare sui capelli dell’uomo accanto all’autista. Lei ha verificato su altre fonti?
Ciao Filippo, ti ringrazio. Non guardare la testa dell’uomo dove c’è il riflesso del sole. Guarda la mano sinistra dove lo si vede chiaramente tenere un’arma in pugno, puntarla verso Kennedy e fare fuoco.
Grazie andrò a riguardarmelo, buona serata.
Ai tempi e anche dopo ci fu chi sostenne che Jacqueline sul cofano stava cercando di recuperare il cervello. Cosa che pure la commissione Warren (ULTRAcorrotta) avallo’. Cioè… Capito che livello.
Il video è molto sfuocato, ma sembra che l’autista rivolga all’indietro la mano destra e con quella speri a Kennedy.
Ma anni fa ne avevo visto un altro, più chiaro, ma di poco, in cui si vedeva la fiammata partire dalla mano di Jacqueline.
Grazie del commento ma non ho capito quindi cosa stesse facendo in realtà: si spostava per non farsi colpire a sua volta??
Buonasera dott. Sacchetti e’ da questa mattina che sto girando ai miei contatti di telegram quello che ha scritto oggi mike pompeo, e cioe’ che il secondo attentatore e’ il tizio morto colpito dai servizi segreti alla testa, cioe’ comperatore( mi sembra che si scriva cosi’) mentre thomas crook e’ solo la persona che doveva distrarre ed attirare su di se l’attenzione, se legge quello che pompeo ha scritto sul suo sito telegram, lascia senza fiato, nel 1953 la cia crea un villaggio per addestrare intere famiglie, asili scuole universita’ alla fine viene dato loro un lavoro di prestigio, e quando servono vengono reclutati. Comperatore le figlie e la moglie, venivano da quell’addesteamento.
Pompeo non ha scritto nulla, Betty. Sta condividendo lo scritto di un falso profilo.
Dire che fu l’autista a sparare a JFK e’ davvero fuori del mondo. Mi dispiace perche’ scrive degli ottimi articoli ma su questo non potevo proprio stare zitto. Basta guardare il film di zapruder per vedere chiaramente che quella non e’ una pistola ma il riflesso del sole sulla testa di Connelly. Ma le pare che se fosse stato l’autista a sparare a Kennedy in un modo cosi’ “clamoroso” non lo avrebbero visto subito tutti? Siamo seri.
Non è il riflesso del sole sulla testa di Connally. È una sciocchezza assoluta. Si vede chiaramente la mano di Greer con la pistola. Fu Bill Cooper a farlo vedere per primo ben oltre 20 anni dopo i fatti. Altro che subito e tutti..
Volevo solo correggere il mio post. Quando parlavo del riflesso del sole sulla testa di Connelly intendevo dire sulla testa dell’agente Roy Kellerman che sedeva alla destra del guidatore. Anche quello che viene definito l’autista cioe’ William Greer era in realta’ un agente del “secret service” americano.
Come sempre,Cesare, mi complimento per la semplicità con cui racconti gli eventi storici,sono davvero piacevoli da leggere, e soprattutto aprono la mente e ci fanno vedere la realtà dei fatti,non quella raccontata dal mainstream. Un caro saluto 😉
Grazie mille, Alessandro.