I servizi segreti russi lanciano l’allarme sul piano degli oligarchi per rovesciare Putin

15/10/2025

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di Cesare Sacchetti

A rivelare che è in corso un tentativo di colpo di Stato da parte dell’oligarca russo di origini ebraiche, Mikhail Khodorkovsky, è stato recentemente il servizio segreto russo, l’FSB.

Mikhail Khodorkovsky è una vecchia conoscenza per la giustizia russa che lo arrestò già nel 2003 per frode ed evasione fiscale.

Il 62enne moscovita è il prototipo dell’oligarca askenazita che dopo il crollo del muro di Berlino è riuscito ad accumulare una immensa fortuna.

Si tratta degli anni nei quali l’ex segretario del PCUS, Mikhail Gorbachev,  iniziò ad eseguire una profonda trasformazione della società comunista sovietica per iniziare un processo di “democratizzazione” delle istituzioni della vecchia URSS.

Mikhail Gorbachev

Gorbachev venne per una missione precisa.

A lui era stato affidato il compito di esportare il liberalismo Occidentale nell’Unione Sovietica perché ormai il vecchio modello comunista, un tempo generosamente appoggiato della finanza ebraica di New York, era divenuto superato, d’intralcio agli scopi della governance globale che voleva dominare il mondo intero.

Il segretario del PCUS era stato già selezionato con cura già negli anni prima della sua improvvisa ascesa politica, quando si recò in Italia e fu iniziato alla massoneria, come rivelò nel 1988 la rivista tedesca Mer Licht.

Gorbachev si può definire a tutti gli effetti come una vera e propria quinta colonna.

Una volta salito al potere, si circonda di consiglieri come il fidato Alexander Yakovlev, vera e propria eminenza grigia della cosiddetta glasnost, il cosiddetto processo di ricostruzione della società russa, partorito in realtà negli ambienti della Open Society di George Soros.

Soros riesce a sbarcare a Mosca proprio grazie a Gorbachev.

Il presidente dell’URSS nel 1987 gli consente di aprire a Mosca una sede della sua fondazione, la citata Open Society, che da quel momento divenne la forza motrice di quella che si può definire come la prima rivoluzione colorata della storia moderna.

A Soros venne affidato un compito molto preciso.

Il fondatore del fondo di investimenti, Quantum Fund, si era fatto strada già anni prima nel mondo dell’alta finanza soprattutto grazie ai suoi collaboratori come Richard Katz e Georges C. Karlweis, emissari della famiglia Rothschild che è stata la vera fautrice delle fortune del finanziere magiaro di origini ebraiche, che nei primi anni’70 non era ancora stato tracciato dai radar degli ambienti della speculazione internazionale.

I Rothschild non sono nuovi a servirsi di agenti, emissari o più semplicemente dei prestanome, e George Soros può considerarsi a pieno titolo come un altro prodotto della fabbrica della famigerata famiglia di banchieri di Francoforte, che hanno esteso ovunque la loro rete attraverso i loro fidati rappresentanti.

Soros arriva in Russia per favorire il processo di “modernizzazione” della società sovietica che non appena viene messo in moto conduce ad una successiva crisi finanziaria per via della riduzione della presenza dello Stato nell’economia e per l’apertura della economia dell’URSS a vari speculatori che inizieranno a spolparla dall’interno.

L’inferno degli anni’90 in Russia e il saccheggio dell’ex URSS

Una volta giunto il crollo del muro di Berlino e l’ascesa di un altro fantoccio di Soros e di Washington, il famigerato Boris Eltsin, inizia quello che forse è il più grande saccheggio economico della storia moderna, attraverso un brutale programma di privatizzazioni scritto dagli economisti di Harvard guidati da Jeffrey Sachs, che oggi indossa i panni dell’oppositore controllato che pretende di essere critico del sistema da lui fedelmente servito e mai realmente ripudiato.

Eltsin fa spazio a tutti coloro che vogliono impadronirsi del tesoro della Russia a prezzi di saldo.

Nella nuova Russia post-sovietica, lo Stato esce di scena e lascia il posto agli oligarchi che diventano il nuovo Stato e i nuovi signori del Paese.

Ad arricchirsi in maniera smisurata sono proprio personaggi come Mikhail Khodorkovsky.

I vari consiglieri economici di Eltsin lasciano che l’oligarca si compri il gigante petrolifero della Yukos alla ridicola somma di 310 milioni di dollari, quando la società aveva un valore effettivo di almeno 5 miliardi di dollari.

Si trattò di una vera e propria rapina del patrimonio pubblico dell’ex URSS, replicatasi anche attraverso la vendita della Sibneft, un altro gigante petrolifero, regalata a sua volta ad un altro oligarca di origini ebraiche, Boris Berezovsky, che si comprò la società per la modica somma di 100 milioni di dollari a fronte di un valore effettivo di 3 miliardi di dollari.

Boris Berezovsky

Lo Stato in Russia esce così di scena.

Sorge al suo posto un apparato parastatale composto da rappresentanti dell’agenzia di intelligence americana, la CIA, che si insedia negli uffici russi e governa il Paese in questa fase, assieme ai potentissimi oligarchi che trasformano il Paese in un governo coloniale diretto dalla finanza di Wall Street, dalla Open Society di Soros, dall’amministrazione presidenziale americana, e dalla massoneria che dopo il 1991 conobbe una vera e propria esplosione nel Paese.

A raccontare tale fase è stato lo storico russo Oleg Platonov nella sua opera “Storia criminale della massoneria in Russia”, nella quale spiega come a incoraggiare il reclutamento per conto della libera muratoria in Russia fosse una stazione americana in mano alla CIA, Radio Liberty, che sosteneva l’iscrizione presso le logge per favorire meglio il processo di infiltrazione di tali poteri in Russia.

In Russia intanto in quegli anni si vive l’inferno.

A prendere il potere sono dei fuorilegge che si servono di bande criminali che fanno il bello e il cattivo tempo nel Paese, tanto che i russi che ricordano quegli anni raccontano come allora non era purtroppo raro prendersi qualche colpo di pistola.

Il riscatto arriva verso la fine degli anni’90, quando inizia ad affacciarsi sulla scena politica nazionale un ex agente del KGB, il giovane Vladimir Putin, che diviene primo ministro nel 1999 e presidente della Russia nel 2000, prendendo così il posto della quinta colonna Eltsin che aveva trascinato il Paese nel fango e nel disastro economico.

Vladimir Putin nel 1999

Putin deve ricostruire tutto.

Deve ripartire daccapo, deve rimettere i mattoni nelle fondamenta di uno Stato che non c’è più e per farlo inizia dalla ricostruzione della sovranità del Paese, che non poteva passare dalla rimozione del potere degli oligarchi.

La guerra degli oligarchi e di Londra a Putin

Ad opporsi subito contro di lui è proprio Berezovsky, che dopo aver sostenuto in un primo momento Vladimir Putin scopre presto nei primi anni della sua presidenza che Putin non è un altro Eltsin e vuole mettere al primo posto gli interessi della Russia.

Berezovsky così fugge a Londra nel 2003, dove continua a guidare l’opposizione contro il presidente russo che inizia a trasformare la Russia in una potenza di tutto rispetto e non più nello Stato coloniale governato da lobby e interessi privati.

L’oligarca viene condannato nel 2007 per corruzione e frode mentre la sua società, la Sibneft, viene nazionalizzata e torna nelle mani del governo russo attraverso l’acquisizione di Gazprom, che oggi è uno dei colossi non solo dell’energia russa, ma mondiale.

A poco a poco, il modello liberale e liberista degli oligarchi viene smantellato, e Londra diviene il luogo degli intrighi contro Mosca, il posto nel quale tali personaggi vengono etero diretti dai servizi segreti inglesi dell’MI6.

Una delle operazioni preferite dei servizi inglesi è quella dei famigerati false flag attraverso i quali vengono eliminate figure di opposizione al Cremlino da parte dell’intelligence inglese per accusare poi Mosca di aver ordinato tali assassini.

A Londra, hanno una certa famigliarità con tali operazioni, e tra queste si può ricordare l’omicidio di Giulio Regeni, partorito negli ambienti della intelligence britannica e in seguito addossato al governo egiziano per creare una frattura con l’ENI e favorire così l’ingresso di altre corporation petrolifere straniere in Egitto.

Si “rifugia” nella capitale inglese anche Khodorkovsky che dopo essere stato generosamente graziato da Putin nel 2013, si trasferisce nel Regno Unito, senza però rinunciare alle sue vecchie “abitudini”.

Secondo l’FSB, come si accennava in precedenza, l’oligarca decaduto sarebbe oggi impegnato ad orchestrare un tentativo di colpo di Stato assieme ad altre 20 figure dell’opposizione russa sempre sotto la ubiqua regia dei servizi segreti inglesi che sono i più attivi nelle trame eversive contro Mosca.

Londra quindi ancora una volta prova a indossare i panni che un tempo erano di Washington, ovvero quelli di centrale della destabilizzazione internazionale.

C’è una guerra sotterranea, una guerra di spie, fatta di misteriosi attentati e colpi che procede da almeno 3 anni a questa parte tra Londra e Mosca.

Il primo capitolo di tale guerra iniziò probabilmente a bordo del Goduria sulle sponde del lago Maggiore, luogo che pullula di spie inglesi e israeliane.

Lì si diedero appuntamento un gruppo di agenti dell’AISE assieme ad altri uomini del Mossad per orchestrare una provocazione contro Mosca nei Balcani nella speranza di aprire un nuovo fronte di guerra e disimpegnare la Russia dal fronte ucraino, dove il regime di Zelensky subiva e subisce perdite pesantissime.

Il piano fallì, come noto, perché il Goduria affondò, non certo per una fantomatica tromba d’aria, come scrissero i mendaci organi di stampa, ma perché ci un intervento dell’intelligence russa che provocò il rovesciamento della barca delle spie.

Si vide lo stesso copione sulla rada di Porticello, dov’era ancorata un’altra barca, il Bayesian, di proprietà dell’imprenditore informatico Mike Lynch, uomo vicinissimo al MI6 e al Mossad.

Lynch anni addietro aveva fondato una società. la Darktrace, ed era stata proprio questa società a fornire l’assistenza necessaria nel giugno dello scorso anno all’Ucraina per eseguire la disastrosa incursione nel territorio russo del Kursk.

A distanza di due mesi da quella operazione, morivano in circostanze poco chiare i due uomini più importanti di Darktrace, Mike Lynch, morto nella sua barca affondata a Porticello, e Stephen Chamberlain, deceduto in un incidente stradale 48 ore prima del suo ex socio d’affari.

I misteri attorno al Bayesian sono fitti, e per evitare che qualcuno iniziasse a risolversi, sono giunti di gran carriera i servizi inglesi che forse hanno provato a ripulire il Bayesian prima che qualcuno potesse entrare e mettere le mani sui file compromettenti che aveva Lynch.

Londra ancora una volta però non sembra arrendersi e ora fornisce tutta la sua assistenza a questo manipolo di oligarchi russi decaduti che si propongono di rovesciare Vladimir Putin.

La guerra in Ucraina è un disastro assoluto per la NATO e i nazisti di Kiev, e allora si prova a rispolverare il copione delle rivoluzioni colorate nella speranza di instaurare a Mosca un governo più compiacente verso l’anglosfera.

Khodorkovsky e i suoi hanno costituito per questa ragione, il Russian antiwar committee, ovvero il comitato antiguerra russo, che si propone di mettere fine subito alle ostilità in Ucraina e di salvare così ciò che resta del decadente regime di Volodymyr Zelensky.

L’operazione appare a dir poco proibitiva. Anni addietro, prima dell’ingresso di Donald Trump nella Casa Bianca, Washington fece di tutto per rovesciare, ed eliminare fisicamente, il presidente russo, ma non ci fu nulla da fare.

La Russia ha un solido apparato di intelligence e le infiltrazioni del passato adesso sono soltanto un lontano ricordo.

Il golpe che Londra e Khodorkovsky vorrebbero mettere in atto è a dir poco irrealizzabile, ma l’anglosfera ormai non sa più a che “santo” votarsi per tirarsi fuori dal pantano nel quale si trova.

A doversi preoccupare della sua stabilità politica dovrebbe essere proprio l’anglosfera, visto che le sue democrazie liberali sono sempre più fragili e in preda a crisi permanenti.

A Parigi, si cambiano primi ministri come dei paia di calzini, mentre a Londra, il premier Starmer appare sempre più precario e dalle parti di Downing Street si dice che potrebbe uscire di scena già nel 2025.

Ad essere in crisi nella guerra tra l’anglosfera orfana di Washington e il mondo multipolare, è certamente la prima.

Se continua così, i vari “leader” europei potrebbero presto uscire di scena travolti da crisi di consenso sempre più acute, tanto che l’astensionismo sta raggiungendo cifre record e in qualche Paese europeo, in particolare Francia e Italia, si inizia a parlare della possibilità che possa instaurarsi nuovamente la monarchia.

Putin ha poco da temere questa volta.

Non sono gli anni’90 questi e dall’altra parte il potere degli oligarchi non è nemmeno la metà di quello che era in quel decennio buio.

Il presidente russo forse può rimproverarsi soltanto un eccesso di generosità nei confronti di Khodorkovsky, da lui graziato, ma il magnate decaduto dovrà stare molto attento e guardarsi le spalle, non da Mosca, ma da Londra stessa.

Londra infatti non è nuova ad eliminare alcune figure di opposizione al Cremlino.

Lo si vide con Berezovsky e Navalny, morti entrambi in circostanze poco chiare, e a detta della intelligence russa, eliminati entrambi dai servizi inglesi, e lo si potrebbe vedere anche con Khodorkovsky.

In ciò che resta della decaduta anglosfera, non hanno difficoltà ad uccidersi gli con gli altri, se l’altro improvvisamente viene giudicato inutile agli scopi della causa.

Khodorkovsky probabilmente, da buon utile idiota, nemmeno si è soffermato a fare tale riflessione.

A Mosca intanto non resta che attendere serenamente il prossimo fallimento di Londra.

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10 Commenti

  1. Marcello Piras

    Chiedo scusa, ma la frase “a detta della intelligence russa, eliminati entrambi dai servizi russi” appare contraddittoria sia in sé sia con quanto precede. Credo sia un lapsus. Dovrebbe essere: “a detta della intelligence russa, eliminati entrambi dai servizi inglesi”. Ho capito bene? Un saluto cordiale.

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    • La Cruna dell'Ago

      Salve Marcello, sì, era un refuso, già corretto. Grazie e un saluto.

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  2. Isabel.

    Buongiorno, Cesare. Ti sono sempre grata per i tuoi dati inconfutabili sulla geopolitica. Il tuo nobile compito di smantellare le imposture di chi finanzia le menzogne ​​e di chi censura la verità è un tuo segno distintivo. Da Mendoza, Argentina: dopo averti letto, mi sento arricchita e pensando. Da Mendoza, Argentina: un privilegio poter appartenere al tuo spazio. Cordiali saluti.

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  3. Claudio

    Leggendo l’articolo, formidabile come sempre, mi viene ovvio pensare che ci vorrebbe un “Putin” anche da noi….per ricostituire quello Stato imprenditore che rese l’Italia quarta potenza industriale al mondo, mentre oggi è viviamo in un deserto industriale. Al di là di questo, mi ha colpito il passaggio dove viene citata la possibilità addirittura di un possibile ripristino della monarchia in Italia. Vorrei sapere, secondo la redazione, che probabilità possa esserci che uno scenario del genere si concretizzi e, qualora fosse, se gli italiani accetterebbero il ritorno alla monarchia di buon grado. Grazie e complimenti come sempre per l’eccellente informazione che fornite.

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    • La Cruna dell'Ago

      Ti ringrazio, Claudio. Se consideriamo che padre Pio predisse la caduta e il successivo ritorno della monarchia, possiamo praticamente essere certi che sarà così. Le repubbliche sono in crisi profonda e senza più consensi. Penso che molti italiani saluterebbero con piacere un ritorno alla monarchia, specialmente del ramo dei Savoia d’Aosta, non compromesso come l’altro ramo della famiglia.

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  4. Gabriele

    “Lo si vide con Berezovsky e Navalny, morti entrambi in circostanze poco chiare, e a detta della intelligence russa, eliminati entrambi dai servizi russi, e lo si potrebbe vedere anche con Khodorkovsky.”

    Forse voleva dire ” eliminati entrambi dai servizi ucraini”?

    Poi:
    Ma si può sapere quando si chiude tutto una volta per tutte? E’ stato appena dimostrato che quando si vuole bastano tre giorni per piegare il nemico, quindi perché non chiudono tutto con sta ucraina, ue ecc? Se vogliono lo fanno subito.

    Torna la monarchia? E chi la guida? Deve prima cadere tutto prima di fare simili cambiamenti….e poi in questa monarchia si starebbe meglio? Secondo me si, meglio di ora sicuro, ma la massoneria insieme al suo piano inferiore delle mafiette e Company che fine farebbero in questo contesto?

    Tornando a Putin, come e’ possibile che gli abbiano permesso di diventare presidente se a fine anni 90′ ancora il potere sulla Russia era forte da parte dei globalisti? Non e’ che sono stati proprio loro a portare Putin alla presidenza e poi si sono pentiti perché Putin ha cambiato “bandiera” negli anni successivi?
    Mi risulta difficile credere che sia riuscito ad arrivare al cremlino senza gli appoggi dei soliti almeno inizialmente intendo…. Altrimenti lo avrebbero eliminato già nei primi anni 2000, guardiamo ad esempio gorgescu e altri, appena hanno provato a vincere le elezioni li hanno subito arrestati o bloccati, perché verso Putin non e’ successa questa forte ostacolazione 25 anni fa? Alcuni sostenevano che il Putin attuale e’ una controfigura e che il vero Putin era stato eliminato perché realmente pro-massoneria, ma questa teoria non so quanto sia credibile, eh….
    Saluti

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    • La Cruna dell'Ago

      Refuso già corretto. Ci provarono a farlo fuori già in quegli anni. La storia della sostituzione è una montatura fatta circolare da alcuni canali

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  5. Giovanni

    I suoi articoli sono sempre molto interessanti, e fanno riflettere su tantissime cose. Grazie Cesare.

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