Il colpo di scena della saga Agnelli e Edoardo legittimo erede: chi ha ucciso il rampollo di casa Agnelli?

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30/09/2025

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di Cesare Sacchetti

Gli avvocati della famiglia Elkann devono aver avuto probabilmente un sussulto.

A Torino, è iniziato uno dei processi civili più importanti e decisivi della storia d’Italia, quello che vede contrapposta Margherita Agnelli, figlia di Gianni e Marella Caracciolo, e i suoi tre figli, John, Lapo e Ginevra.

Si potrebbe essere tentati dal liquidare la faccenda come una saga famigliare, una guerra fratricida tra parenti incompresi che si sono odiati per anni e adesso hanno deciso di portare le loro beghe in tribunale, ma in realtà lo scontro tra Margherita e i suoi figli riguarda la storia d’Italia.

La storia di questo Paese ha preso infatti una piega completamente diversa quando 25 anni orsono, l’avvocato, Gianni Agnelli, l’uomo che amava frequentare i salotti dei circoli mondialisti e che si sentiva spesso con il suo amico Henry Kissinger, decise che la FIAT, la creatura di suo nonno, non sarebbe andata ai suoi legittimi eredi, Edoardo e Margherita, ma a suo nipote, John Elkann.

Gli Agnelli uscivano di scena in quel momento per volontà dello stesso avvocato che aveva deciso probabilmente già molto tempo prima, negli anni’70 ai tempi del matrimonio tra sua figlia e John Elkann, che la FIAT sarebbe passata nelle mani di questa famiglia di origini ebraiche, imparentata con i potentissimi Rothschild.

C’era un disegno o una visione, per così dire, per questa grande azienda che avrebbe dovuto passare dalle mani di imprenditori italiani a quelli di spregiudicati finanzieri che avevano e hanno al primo posto della loro agenda non il bene comune che un’industria può creare, ma solo e soltanto il profitto.

Si vedono oggi i “frutti” della scellerata decisione di Gianni.

La sua volontà di passare l’azienda di famiglia agli Elkann ha di fatto de-italianizzato la FIAT, oggi fusa in una holding internazionale nella quale sono i francesi di Peugeot e Citroen a farla da padrone, e ha avviato la svendita di importanti asset del gruppo Stellantis come la Comau, gioiello della robotica, che John Elkann non ha esitato un momento a vendere agli americani di One Equity Partners, nelle mani della famigerata banca d’affari JP Morgan.

A casa Elkann, c’è la spregiudicatezza più assoluta.

Nulla importa dell’operaio che perde il suo posto di lavoro, e nulla importa che l’Italia perda la sua dimensione di potenza industriale, perché ciò che conta per i figli di Elkann è soltanto accumulare profitti e ridurre perdite, senza badare troppo ai cosiddetti “danni collaterali” che sono pagati ovviamente da coloro che non siedono alla tavola di questa famiglia.

Talmente è senza limiti la fame di profitti degli Elkann che sembra che purtroppo i tre abbiano anche intenzione di cedere altri due gioielli del marchio FIAT, come le leggendarie Alfa Romeo e Maserati, offerte entrambe agli emiri di Dubai.

Il testamento segreto di Gianni Agnelli: Edoardo legittimo erede

Margherita però ha deciso che deve venire fuori la verità, insabbiata da quel tragico 15 novembre del 2000, quando scomparse il suo amato fratello, Edoardo, in circostanze a dir poco sospette come si dirà meglio in un istante.

Il dibattimento civile a Torino è appena iniziato, e già Margherita ha calato l’asso dalla manica.

I suoi avvocati infatti hanno presentato un testamento olografo di Gianni Agnelli, scritto dalla mano dell’avvocato che decideva nel 1998 di passare il 25% delle quote della sua società, la ormai nota Dicembre, nelle mani di Edoardo.

Il testamento olografo di Gianni Agnelli

Nel 1998 quindi Edoardo Agnelli era stato, seppur temporaneamente, nominato come l’erede dell’impero FIAT.

A lui sarebbero toccati gli onori e gli oneri di prendere sulle proprie spalle l’azienda di famiglia e di traghettarla nel XXI secolo, un secolo fatto di sfide, soprattutto dalla allora emergente globalizzazione che avrebbe sconvolto completamente gli equilibri economici e politici dell’Italia e dell’Europa Occidentale.

Sulle macerie del muro di Berlino, sorgeva un nuovo “ordine” economico nel quale gli scambi venivano liberalizzati e alla Cina veniva assegnato il ruolo di serbatoio delle merci a basso costo del pianeta.

Gli architetti di Davos e del club di Roma, i circoli tanto amati da Gianni Agnelli, avevano stabilito che l’Italia subisse una violenta deindustrializzazione iniziata nel 1992 e proseguita per gli anni a venire, soprattutto con l’ingresso nella moneta unica.

La FIAT doveva seguire una simile sorte.

Doveva passare dalla dimensione nazionale a quella internazionale, ed Edoardo non era l’uomo giusto per accompagnare una simile transizione.

Edoardo era un uomo certamente tormentato, ma era anche un’anima sensibile, estremamente colto e vicino al mondo dell’islam sciita in Iran, che agli occhi degli ambienti sionisti è considerato una sorta di bestia nera.

A destra, Edoardo Agnelli durante la preghiera islamica a Teheran

La visione dell’economia del figlio di Gianni non era certo quella del materialismo più sfrenato, ma piuttosto quella che vede la morale indirizzare e dirigere l’economia.

La ricchezza non deve essere qualcosa di fine a sé stesso, ma qualcosa utilizzato per il bene comune, per far crescere un Paese e la sua industria, ovvero tutto ciò che la finanza speculativa vuole distruggere.

Edoardo così viene messo ai margini di Gianni, che forse nel 1998 aveva ancora qualche intenzione di lasciare a lui le redini dell’impero prima che la sua vita finisse tragicamente il 15 novembre del 2000.

Secondo quanto dichiarato dalla magistratura dell’epoca, che praticamente nemmeno fece un’indagine, Edoardo si sarebbe gettato dal ponte dell’autostrada Torino – Savona, nonostante nessuno lo abbia visto arrampicarsi sulla balaustra di una strada alquanto trafficata, e nonostante dopo un volo di quasi 80 metri il corpo del figlio di Gianni non presentasse fratture ed era praticamente intatto.

Vicino alla balaustra dalla quale la magistratura sostiene che Edoardo, dotato di bastone, si fosse arrampicato c’era la sua FIAT Croma, sulla quale però non c’era nemmeno un’impronta.

La FIAT Croma di Edoardo parcheggiata sul viadotto dell’autostrada Torino.-Savona 

Qualcuno aveva cancellato tutte le impronte dall’auto, internamente ed esternamente, e già questa è la prova schiacciante che quel giorno qualcun altro agì su quella macchina per cancellare le tracce di quello che accadde veramente.

Ancora più surreale quanto accaduto alla villa di Edoardo, dove la ormai leggendaria DIGOS ha “dimenticato”, per così dire, di rilevare le immagini degli ultimi attimi di vita del 46enne che sulla carta sarebbe dovuto uscire da quei cancelli quella mattina per andarsi a lanciare nel vuoto, ma il video che dovrebbe far vedere Edoardo a bordo della sua Croma non c’è, forse perché quel giorno il figlio dell’avvocato non era da solo.

Sul greto del torrente Stura, finisce la vita di Edoardo e inizia invece quella degli Elkann che da quel preciso momento non hanno più alcun ostacolo per salire ai vertici della FIAT e iniziare così la tanto agognata internazionalizzazione dell’azienda.

Il raggiro degli Elkann contro Margherita

Successivamente, dopo la morte di Gianni nel 2003 e quella di Marella nel 2019, si verificherà il raggiro del quale è stata vittima Margherita, la sorella di Edoardo, che mai ha creduto alla versione del suicidio.

Gianni mette tutto il patrimonio di famiglia nella citata Dicembre, ma alla sua morte le quote passano agli Elkann, e Margherita viene spogliata delle sue quote attraverso una donazione di sua madre, Marella, ai suoi tre nipoti, John, Lapo, e Ginevra.

Si tratta probabilmente di uno degli aspetti più laceranti e incredibili della intera vicenda.

Gianni e Marella avrebbero di fatto agito negli ultimi anni della loro vita per tagliare fuori dall’asse ereditario Margherita, dopo che Edoardo era già uscito di scena nel 2000, molto probabilmente ucciso da chi voleva consegnare a tutti i costi la FIAT nelle mani della famiglia Elkann, e dunque in quelle dei Rothschild.

Marella Agnelli

Il testamento che ha mostrato Margherita apre però un nuovo fronte.

Prim’ancora che si consumasse il raggiro attraverso la cessione simulata delle quote della Dicembre in mano a Marella a favore dei tre Elkann per estromettere Margherita, ce ne sarebbe stato un altro alla morte di Edoardo.

Il testamento olografo di Gianni Agnelli non è mai venuto alla luce prima d’ora.

Se il testamento è valido, e non ci sono apparentemente ragioni perché non lo sia, allora le quote della Dicembre che l’avvocato aveva assegnato a suo figlio nel 1998 sarebbero dovute passare nelle mani di sua sorella, legittima erede della citata Dicembre e di tutto il patrimonio che c’era in essa.

Il documento è uscito fuori nel corso della perquisizione del commercialista della famiglia Elkann, Gianluca Ferrero, che nella cantina della sua casa aveva sia le prove dello schema elaborato per estromettere Margherita dalla successione della Dicembre sia il testamento nascosto di Gianni.

Sembra che l’attuale presidente della Juventus volesse tenere a casa sua dei documenti altamente compromettenti, forse per avere una qualche polizza assicurativa nei riguardi degli Elkann, ma sta di fatto che a distanza di 25 anni si stanno chiudendo tutti i cerchi.

C’è stato con ogni probabilità un grosso raggiro ai danni di Margherita, ma giunti a tal punto allora bisognerebbe una buona volta riaprire le indagini, mai avvenute, della morte di Edoardo Agnelli.

Il piano per tagliare fuori dalla FIAT i due figli carnali di Gianni, Edoardo e Margherita, non è iniziato dopo la morte di Gianni Agnelli il 24 gennaio del 2003.

E’ iniziato il 15 novembre del 2000, quando Edoardo venne rinvenuto privo di vita sotto quel maledetto viadotto.

Chi voleva impossessarsi della FIAT voleva porre fine alla vita di Edoardo perché il figlio maschio di Gianni era considerato una minaccia troppo grossa per chi aveva stabilito che la potenza industriale dell’Italia dovesse finire.

In questa fase storica, tutto è possibile e forse si potrà finalmente fare luce anche sulla morte di Edoardo Agnelli.

Da quando è iniziata la guerra tra bande nell’establishment italiano, e da quando è iniziata la faida tra gli Elkann e De Benedetti, i fantasmi dimenticati del passato hanno iniziato improvvisamente a riemergere, e la magistratura immobile per anni, improvvisamente si è mossa.

A giudicare da questa continua escalation che vede protagonisti oligarchi sul piede di guerra e massonerie dilaniate da scismi, ne verranno fuori molti altri ancora.

Il crepuscolo della repubblica di Cassibile sembra essere diventato tramonto, e le teste di personaggi “eccellenti” iniziano a rotolare.

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6 Commenti

  1. Corrado

    Non dimentichiamo che, prima della morte di Edoardo, morì Giovannino, colui che era stato designato come il futuro leader della Fiat.

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  2. Corrado

    Successivamente è scomparso Marchionne, che aveva espresso posizioni fortemente critiche verso l’auto elettrica.

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    • La Cruna dell'Ago

      Anche se Marchionne è stato l’uomo che ha accelerato la dismissione della FIAT.

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  3. Rodolfo Funari

    Desidero ringraziarla, dott. Sacchetti, sia personalmente sia a nomi di molti italiani che apprezzano il Suo lavoro. Eccellente servizio, anche questo su Edoardo Agnelli, di vero giornalismo di opinione critica e di investigazione. Continui, La prego, non abbandoni i Suoi lettori; anzi, sarebbe auspicabile che dalla Sua penna uscisse anche un volume di contro-storia italiana degli ultimi cento anni (e forse anche qualcosa di più…). C’è un enorme bisogno di intellettuali come Lei, che rendono possibile per molti italiani “risvegliati”, che cominciano ad aprire gli occhi, una rilettura seria, onesta, veritiera della nostra storia nazionale, messa in relazione a quella internazionale.

    Rispondi
    • La Cruna dell'Ago

      Grazie mille, Rodolfo. Il volume è nelle sue fasi finali di realizzazione.

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